venerdì 4 maggio 2012

Confartigianato: Non sprechiamo la carta dell’apprendistato

Confartigianato Imprese Isernia, in Italia oltre 2milioni di giovani non studiano, non lavorano, né cercano occupazione: basta questo per fotografare i gravi problemi del mercato del lavoro e l’urgenza di soluzioni rapide e concretamente applicabili.








Per questo Confartigianato ha riposto grandi aspettative nella riforma del Governo e, insieme con rete Imprese Italia, si è battuta affinchè le nuove norme sul lavoro si trasformino in una opportunità per le imprese, per i giovani, per il Paese.

Obiettivo principale: salvaguardare le regole sull’apprendistato di cui il 26 aprile c.a. è entrata in vigore la riforma varata nel 2011.

Confartigianato non ha mai smesso di credere nelle potenzialità dell’apprendistato, contratto di lavoro a causa mista formazione-lavoro, che può finalmente far incontrare due mondi troppo spesso lontani: da un lato le aziende che non riescono a trovare manodopera qualificata, dall’altro i ragazzi che non riescono a trovare un’occupazione stabile. Con il rilancio dell’apprendistato questi due mondi finalmente possono incontrarsi: ai giovani è offerta la possibilità di entrare in azienda per imparare a lavorare. E le aziende possono formare quelle professionalità di cui hanno bisogno e che difficilmente di lascino scappare.

L’apprendistato, infatti, è lo strumento indispensabile per trasmettere le competenze tipiche delle attività che hanno fatto grande il made in Italy nel mondo. Il futuro della nostra tradizione manifatturiera lo devono scrivere i giovani. Per questo bisogna offrire ai ragazzi la possibilità di entrare in azienda per imparare come si fanno le cose. I giovani devono poter apprendere i “segreti” del mestiere per poi, magari, cimentarsi in settori innovativi.

Infatti, uno dei tanti pregiudizi da sfatare è quello che apprendistato e artigianato appartengano al passato. Invece, l’artigianato è molto più moderno di quanto si creda e nelle piccole aziende la manualità è al servizio dell’intelligenza e dell’innovazione.

La riforma dell’apprendistato offre quindi grandi opportunità.

Ora, però, per attuarla occorre che le Regioni indichino le modalità dell’offerta formativa pubblica, cioè come le 120 ore di aula nel triennio si integreranno con la formazione ormai prevalentemente aziendale.  Un ruolo altrettanto fondamentale lo devono svolgere le parti sociali e i Sindacati dei lavoratori, con la contrattazione collettiva. Siamo quindi ad uno snodo cruciale. Abbiamo una grande responsabilità: quella di non sprecare le opportunità offerte dalla riforma dell’apprendistato. Lo dobbiamo agli imprenditori e alle nuove generazioni che devono costruire il futuro del nostro Paese.

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