martedì 13 marzo 2012

Vincitori e vinti, la maschera nascosta dell'Unità d'Italia e il massacro dei contadini di Isernia


Queste di fianco sono le teste di contadini isernini poi passati alla storia come briganti.












La Storia, è risaputo, la fanno i vincitori ma non si dovrebbe mai dimenticare la memoria dei vinti.
Meno di un anno fa sul treno regionale Campobasso-Roma Termini incontrai un signore con un fare d'altri tempi. Parlando del più e del meno si arrivò all'argomento Unità, dal momento che l'anno scorso ricorreva il 150° anniversario dell'unificazione italiana.
Questo signore mi spiegò cosa avvenne ai contadini inermi che decisero di non consegnare le loro terre ai militari garibaldini. Io non ne sapevo niente, a scuola ci hanno sempre detto che l'Unità d'Italia e il Risorgimento erano tutte belle cose fatte per il nostro bene. 
Costui mi disse delle teste mozzate dei contadini e io, sulle prime, non gli credetti. Poi, cercando su Internet, trovai quella foto che vedete in alto e capii che qualcosa di sbagliato c'era in tutto questo. Quel signore aveva ragione quando diceva che il comportamento di alcuni garibaldini di allora fu simile a quello di terroristi spietati.
Perché cos'altro può mai essere il mozzare la testa di un individuo più debole?
Colpirne uno per educarne cento e quelle teche di legno furono messe in bella vista come avviso per tutti coloro i quali non avessero voluto piegarsi al nuovo Regno nascente.
La Storia è piena di simili analogie: i conquistadores spagnoli hanno distrutto i popoli precolombiani, gli statunitensi hanno decimato le popolazioni dei pellerossa, sempre gli statunitensi hanno sganciato due bombe atomiche su Hiroshima e Nagasaki radendole al suolo e cancellando per anni la loro ripresa. 
Questi sono solo alcuni esempi di come la Storia non possa essere definita buona o cattiva, bene e male non sono concetti storici. La Storia sono i fatti, gli avvenimenti e che i garibaldini si comportarono da terroristi è un fatto.
Come ebbe a dire Antonio Gramsci "lo stato italiano è stato una dittatura feroce che ha messo a ferro e fuoco l'Italia meridionale e le isole, squartando, fucilando, seppellendo vivi i contadini poveri che scrittori salariati tentarono d'infamare col marchio di briganti". O, per dirla con le parole di Carlo Alianello "finiamola di definirci i buoni d'Europa, e nessuno dei nostri fratelli del Nord venga a lamentarsi delle stragi naziste. Le SS del 1860 e degli anni successivi si chiamarono, almeno per gli abitanti dell'ex Regno delle Due Sicilie, Piemontesi. Perciò smettiamo di sbarrare gli occhi, di spalancare all'urlo le bocche, a deprecare violenze altrui in questo e in altri continenti. Ci bastano le nostre, per sentire un solo brivido di pudore. Noi abbiamo saputo fare di più e di peggio."

Stefano Rossi





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