I tassi di disoccupazione complessiva e giovanile sono a dir poco allarmanti.
Considerare l’andamento generale della disoccupazione per capire quali siano le reali prospettive per i giovani è sicuramente fuorviante. Negli Stati Uniti, ad esempio, il tasso di disoccupazione complessivo è alto (8,3%), ma rispetto a quello giovanile (23,2%) è molto basso. Se poi si considera che è proprio questo 23,2% a far salire il tasso generale, diventa ancora più evidente che sul mercato americano oggi, mancano soprattutto le opportunità per i giovani.
Il vero allarme per il mercato del lavoro internazionale dipende però dal fatto che nel Vecchio Continente la situazione è peggiore. Con la sola eccezione della Germania, dove la disoccupazione giovanile si è fermata al 7,8%, a fronte di un tasso complessivo del 5,8%. In calo anche rispetto al 9% calcolato a dicembre 2010.
Valori simili a quelli statunitensi sono stati invece registrati da Francia (23,3%) e Regno Unito (22,2%). Lo zoccolo duro dell’Europa senza opportunità è invece quello dei Paesi Mediterranei, ci si aggiunge l’Irlanda. Dove i tassi di disoccupazione complessiva e giovanile sono a dir poco allarmanti. Qui alcuni esempi:
Spagna: 23,3% e 49,9%;
Grecia: 19,9% e 48,1%;
Portogallo: 14,8% e 35,1%;
Italia: 9,2% e 31,1%;
Irlanda: 14,8 e 29,6%.
Dovrebbe infine farci riflettere il fatto che la maggior parte di questi paesi abbia registrato tassi di disoccupazione giovanile più o meno simili a quelli calcolati a cavallo degli anni ‘90, quindi prima dell’introduzione dell’Euro. A seguito del quale la situazione è migliorata e la disoccupazione è calata, per poi ricominciare a crescere esponenzialmente subito dopo il fallimento di Lehman Brothers. Con due sole eccezioni: Grecia e Portogallo. Paesi in cui con la crisi economica il numero di opportunità per i giovani, che prima dell’introduzione dell’Euro erano più o meno in linea con la media europea, è decisamente crollato.
Il vero allarme per il mercato del lavoro internazionale dipende però dal fatto che nel Vecchio Continente la situazione è peggiore. Con la sola eccezione della Germania, dove la disoccupazione giovanile si è fermata al 7,8%, a fronte di un tasso complessivo del 5,8%. In calo anche rispetto al 9% calcolato a dicembre 2010.
Valori simili a quelli statunitensi sono stati invece registrati da Francia (23,3%) e Regno Unito (22,2%). Lo zoccolo duro dell’Europa senza opportunità è invece quello dei Paesi Mediterranei, ci si aggiunge l’Irlanda. Dove i tassi di disoccupazione complessiva e giovanile sono a dir poco allarmanti. Qui alcuni esempi:
Spagna: 23,3% e 49,9%;
Grecia: 19,9% e 48,1%;
Portogallo: 14,8% e 35,1%;
Italia: 9,2% e 31,1%;
Irlanda: 14,8 e 29,6%.
Dovrebbe infine farci riflettere il fatto che la maggior parte di questi paesi abbia registrato tassi di disoccupazione giovanile più o meno simili a quelli calcolati a cavallo degli anni ‘90, quindi prima dell’introduzione dell’Euro. A seguito del quale la situazione è migliorata e la disoccupazione è calata, per poi ricominciare a crescere esponenzialmente subito dopo il fallimento di Lehman Brothers. Con due sole eccezioni: Grecia e Portogallo. Paesi in cui con la crisi economica il numero di opportunità per i giovani, che prima dell’introduzione dell’Euro erano più o meno in linea con la media europea, è decisamente crollato.
Fonte: Panorama.it
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