lunedì 19 marzo 2012

Caro Mario Monti


La lettera di un lettore a Mario Monti.












Caro Mario Monti,
le darò del Lei come si usa tra sconosciuti, ma non la chiamerò né Presidente, né Professore, né tantomeno Dottore dal momento che i titoli (onorifici, nobiliari, ecc.) per me stanno a zero.
Anche io potrei fregiarmi del titolo di Dottore, visto che mi sono laureato per ben due volte (grazie alle riforme europee che Lei tanto gradisce): una laurea breve e una magistrale. Ma non utilizzerò questo titolo nella presente corrispondenza. Non ne vedo il motivo, anche per par condicio.

Comunque, deve sapere che dei titoli di cui Lei si puo' fregiare quello che per me vale di più è quello di Professore. Sa perché? Perché ho avuto, pur essendo stato uno studente abbastanza anarchico, qualche Professore che mi ha trasmesso quel qualcosa in più che Lei, per l'appunto, non sembra avere. Forse non è abituato davvero a fare il politico, ma nei suoi discorsi Lei sembra proprio uno di quei professori (universitari soprattutto) che cercavo sempre di evitare e le cui lezioni disertavo puntualmente. E, di nuovo, sa perché? Perché Lei è davvero soporifero! Maurizio Crozza la imita bene quando enfatizza il suo fare robotico.
Al di là di questo, le scrivo dopo aver sentito le sue parole sul posto fisso.
Non si preoccupi non le farò la manfrina del giovane disoccupato e disperato alla ricerca del “posto” fisso. Forse sono quasi  d'accordo con lei. Ma preferirei parlarle di qualcosa che c'entra molto.
Sia chiaro, io non sono nessuno per giudicare il suo valore, ma se mi è permesso vorrei parlarle di un posto fisso a cui tengo molto: il posto fisso del mestiere di contadino. Sì, ha capito bene! Del contadino.
Mio nonno aveva questo posto fisso. E fisse erano le sue giornate, i suoi mesi, le sue stagioni.
Amava la terra, anche se, come diceva egli stesso “il contadino deve combattere con tre nemici: il gelo, la siccità e la volpe a due zampe.” Per la cronaca la volpe a due zampe è l'uomo. Le ho tradotto il motto perché in dialetto non lo avrebbe mai compreso. Sì, perché mio nonno l'italiano non lo conosceva, parlava solo dialetto.
Tornando al mio contadino, nonostante i suoi nemici, è riuscito a conservare e ad amare il suo posto fisso. Ciò che mi piace(va) di più di mio nonno era la sua intelligenza e quella bonaria sincerità che solo le persone semplici hanno. In questo aveva ragione Pasolini, si veda (o riveda se lo ha già visto) Comizi d'amore. L'Italia è ancora fatta di queste persone genuine.
Coltivare la terra oggi è considerato un lavoro infimo perché non paga. Ormai ci sono le multinazionali che coltivano su scala mondiale mentre la gente muore di fame. Questi non sono luoghi comuni.
Mio nonno e mia nonna coltivando la terra hanno sfamato non solo la loro famiglia, ma anche quelle di tutti coloro che compravano i loro prodotti.
Sì, caro Mario Monti, mio nonno guadagnava da vivere così. Magari oggi se fosse stato ancora vivo, egli avrebbe dovuto mettersi in regola, aprire p.iva., conto corrente, pos ecc. per mettersi in regola e lei e il suo governo non gli avreste più permesso di lavorare. Perché le spese che mio nonno avrebbe dovuto sostenere sarebbero state troppe e alla fine della fiera avrebbe dovuto lavorare come un mulo per campare. Cosa che comunque faceva.
Sì mio nonno sarebbe stato un evasore! Perché non faceva gli scontrini per le pummarole!
Ma mio nonno era felice, lavorava e tanto, ma era felice. Si guadagnava davvero il pane con il sudore, cosa che Lei penso non abbia mai fatto. Non è una critica, lei è un laureato, una persona colta che pensa allo spread, ai bund, ai btp e a come salvare le banche.
Banche che campano sulle spalle di quelli come mio nonno. Perché sono persone semplici che non si fanno troppe domande, ma sono felici lo stesso.
In chiusura le racconterò un aneddoto: l'anno scorso ho partecipato insieme ai miei zii e a mio padre alla raccolta delle olive nei terreni di mio nonno. Tre giorni di fatica dove ho sudato tanto.
Ma il mio lavoro ha prodotto qualcosa di reale, di tangibile: olio, oro liquido! Lei forse non ha mai sentito il profumo dell'olio che viene lavorato in un frantoio. Come non avrà mai addentato affamato un panino con mortadella, un rococò e bevuto allegramente un quarto di vino dopo 6 ore di lavoro in oliveto (pronto per le 5 successive...)
Sono stati dei giorni stupendi perché ho capito che un certo tipo di lavoro dà soddisfazione.
Ci pensi quando dovrà garantire nuovi prestiti alle banche che, allo stato delle cose, non producono niente, ripeto niente! Succhiano solo il sangue a coloro che lavorano davvero e hanno prestiti agevolati all'1%.
Chissà, caro Mario Monti, forse non seguirò il suo consiglio e mi troverò un posto fisso come quello di mio nonno. Farò il contadino. Sempre che poi non mi arrestiate per evasione.

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