Campochiaro. (di Carla Ferrante)
Le ruspe gialle al lavoro dall'alba di ieri 2 ottobre scortati dalla polizia antisommossa.
Scavano nel terreno per realizzare le fondamenta dell'impianto a biomasse. I cittadini
continuano ad affluire lungo la strada aldilà del cantiere transennato con la
rete color arancio. I tir portano via i cumuli di terra insieme alle speranze
di chi ormai ha abbandonato anche l'ultima illusione. Il cielo plumbeo é
minaccioso, li in quell'area ormai tutto assume i contorni di una minaccia, le
ruspe, i cittadini e quel cartello che identifica i lavori. Ad animare la
protesta ci sono gli studenti delle scuole limitrofe. In loro l'ottimismo é
vivo, protestano in forma pacifica, anche se la consapevolezza dell'inefficacia
é disarmante. Una protesta che fa più rumore nei suoi intenti più che sul
campo. Come sempre pochi manifestanti e molti i volti noti che forse utilizzano
le battaglie più come vetrina politica che come ideale etico e morale. I
sindaci che erano anche palesemente favorevoli all’impianto oggi solcano l’onda
della protesta. I cittadini non vogliono le biomasse come non vogliono l'eolico,
ma quali e quanti cittadini? Dove sono quando c'é da protestare e manifestare
il dissenso? Ecco come sempre:
"armiamoci e partite."
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