venerdì 12 settembre 2014

Vasto, 7 capidogli spiaggiati di cui 3 morti. Cosa sta accadendo al nostro ecosistema?

Le balene spiaggiate nei pressi del porto di Vasto


Tratto da: (CB LIVE)

Bombe d’acqua insolite per tutta l’estate hanno colpito l’Italia. Trombe d’aria e piccoli tornado con estrema frequenza distruggono tutto quello che trovano sul loro cammino non in Oklahoma o in Arkansas, ma nel nostro paese l’Italia. Sembrano finire qui le stranezze attribuibili all’effetto serra, alla tropicalizzazione, ma non finisce qui.


 
Questa mattina alcuni passanti si sono trovati davanti una scena drammatica ed incredibile: ben 7 capidogli spiaggiati all’altezza del porto di Vasto, nella zona di Punta Penna. Animali enormi, della grandezza di circa 4 metri,  tutti maschi ed agonizzanti lungo la riva. Subito sono stati allertati i soccorsi, la Guardia Costiera di Vasto, i rappresentanti del Centro Emergenza Cetacei di Padova, i sommozzatori di S.Benedetto del Tronto ed un cordone di volontari accorsi per aiutare i poveri animali.

A perorare la causa anche il consigliere comunale di Campobasso Simone Cretella che su face BOOK fa un appello: “Organizziamo un team per andare a Vasto a dare una mano ai volontari che stanno tentando di salvare le balene? In tempi rapidissimi, contattatemi”. Subito si è intervenuti con delle operazioni di salvataggio seppur i tempi sono stati lunghi sia per non spaventare ancor di più gli animali, sia per la mole dei mammiferi. Purtroppo dei 7 cetacei, ben  3 sono morti mentre gli altri quattro capidogli si sono salvati ma non sono ancora del tutto fuori pericolo. In particolare uno dei 4 riportava delle profonde ferite in bocca causate da una rete da pesca.


Intanto si indaga sulle possibili cause che hanno portato a questa drammatica situazione: si pensa ad una possibile perdita dell’orientamento dei mammiferi che, muovendosi in branco, dal Mar Adriatico sono arrivati nelle acque di Vasto oppure si sono allontanati perché spaventati da lievi terremoti o ancora da influenze elettromagnetiche. Il consigliere regionale Pietro Smargiassi del M5S rintraccia le trivellazioni come possibili cause: “A 50 chilometri di distanza la Exxon-Mobit aveva eseguito operazioni di air-gun, una tecnica sismica di riflessione impiegata per individuare giacimenti petroliferi”.

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