martedì 19 agosto 2014

Damiano: "No a trattenute indiscriminate colpirebbero i redditi medi"



Sembra difficile mettere la parola fine a quello che ormai appare come uno dei tormentoni di agosto, l`ipotesi di abolizione dell`articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori. Però Cesare Damiano, presidente della commissione Lavoro della Camera dei Deputati, ci prova lo stesso: «L`art.18 non verrà toccato. La battaglia estiva del Ncd si è risolta in un pugno di mosche: sia Renzi che Poletti hanno detto che non è questo l`argomento fondamentale. Anche perché si tratta di un falso problema: le aziende non chiedono di ridurre le tutele dei lavoratori, ma di abbassare il costo del lavoro».


 
Il nuovo contratto a tutele crescenti, unito ai contratti a termine, potrebbe tradursi in un precariato lungo 6 anni. «Per le nuove assunzioni si può stabilire che il contratto a tutele crescenti e i contratti a termine siano alternativi: sarà l`imprenditore a scegliere la strada più conveniente. Per chi assume c`è un doppio vantaggio: nella proposta del Pd si parte da una retribuzione del 65% a parità di mansione, e poi si riducono contributi e Irap, se il lavoratore viene confermato, altrimenti il periodo di prova viene considerato un normale contratto a termine, molto più costoso».

L`entrata nel mercato del lavoro peri giovani è difficile anche per la mancanza di un`adeguata rete di agenzie per l`impiego. «I nostri centri per l`impiego, che trattano il 2/3% delle assunzioni, hanno 9.000 addetti, di cui 2.000 precari. In Germania gli addetti sono 130.000. Vige il passaparola, il sistema è inceppato. Sarebbe già un passo avanti se le risorse della Garanzia Giovani venissero date alle agenzie private o pubbliche solo in presenza di un`offerta di lavoro concreta, oppure agli imprenditori che stabilizzano i lavoratori».

II possibile intervento della riforma sulle "pensioni d`oro" è già molto contestato. Quale sarà la soglia? «Potrebbe essere quella individuata dal governo Letta: 90.000 euro lordi. Questa cifra può anche essere la somma di più pensioni percepite. Superata tale soglia si può intervenire con un prelievo sulla parte eccedente, a condizione che le risorse risparmiate vadano o a migliorare le pensioni più basse o a risolvere il problema dei cosiddetti esodati».

Si discute in alternativa di una forma di perequazione tra pensioni con il sistema retributivo e pensioni con il contributivo.  «Sono assolutamente contrario al prelievo indiscriminato sulle pensioni per cifre non meglio precisate, per il solo fatto che sono state definite con il sistema retributivo. C`è il rischio che così si vadano a colpire le pensioni medie, che fanno veramente gola, anche perché dalle pensioni d`oro si ricaverà poco, il loro numero è esiguo. Ci sono altre distorsioni: perché non s`interviene sulla norma introdotta dalla legge Fomero che permette di calcolare contributi oltre le 52 settimane all`anno per 40 anni per chi lavora anche dopo i 65 anni? Così si va oltre il 130% dell`ultimo stipendio».




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