I molisani non ci stanno. La sopportazione è oltre il
limite. Mentre si cerca di sopravvivere in una regione che ha perso migliaia di
posti di lavoro, approdano continuamente nuovi profughi, retti da denaro
statale per circa 32 euro al giorno a persona.
Questa l’idea che in larga maggioranza impera sulla
questione profughi nella nostra regione: come si fa a dargli torto? Sono 500 gli immigrati giunti negli ultimi mesi nel Molise,
che bivaccano a nostre spese, mentre non vi è più futuro per questa regione,
nonostante i proclami. Sedicimila euro al giorno, 480 mila euro al mese che potrebbero servire a noi molisani per sostenere le nostre famiglie! E’ Giuseppe, ad esternare la rabbia di sopportare mesi di
isolamento e di una dignità minata, dovuta alla perdita del posto di lavoro e
alla impossibilità di riavere un ruolo in questa società allo sbando.
Non sopporta l’idea che lui, come italiano è qui, senza che
la sua situazione economica familiare interessi a qualcuno, mentre sugli
immigrati vi è un’attenzione particolare. Basta con questi immigrati, che vengono a fare qui, ad unire
la nostra disperazione alla loro, a fare a gara a chi è più disperato? Se è una
gara: sicuramente vinciamo noi. Loro almeno mangiano senza sborsare un euro, non devono
pagare bollette e ogni mese hanno anche qualche soldo da spendere. A parlare è Ferdinando, che proprio non c’è la fa più a
tirare avanti la sua attività artigianale di falegnameria. Vessato dallo Stato,
per le tasse che non riesce più a pagare; per l’INPS che gli ha spedito
attraverso Equitalia già due istanze di pignoramento. Le commesse, negli ultimi mesi con la crisi, sono più che
dimezzate e anche i pochi ordini effettuati da qualche cliente, non sono stati saldati
per mancanza di denaro: un vero sfacelo per l’economia aziendale e familiare.
Di casi analoghi ve ne sono centinaia in questa piccola
nostra realtà. L’arrivo degli immigrati sta inasprendo ulteriormente
gli animi. Non vorremmo che la situazione si tramutasse in odio razziale, non
lo meritano gli immigrati e certamente non è il sentimento di base dei nostri
corregionali. Si ponga un freno a “Mare Nostrum”a livello statale. E’ una
pazzia continuare a far giungere extracomunitari, con la fame che inizia a
mordere la nostra realtà e quella meridionale in generale, senza che lo Stato e
gli enti locali possano avere rimedi nella soluzione dei problemi dei nostri
cittadini, legati a nuove opportunità lavorative. Vi è una proporzione allucinante nella nostra regione
stimolata da un gioco perverso, quasi masochista: più cresce la povertà e la
miseria, più importiamo attraverso “Mare Nostrum” poveri miserabili.
P.T.
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