Come si evince dalla relazione di progetto dell'A.N.A.S. il traffico era a senso unico alternato e non si fanno riferimenti ad interruzioni totali o parziali per i mezzi pesanti.
Il rispetto delle regole, sempre il rispetto delle regole
per il vivere civile, senza dover costringere gli altri a subire le proprie
decisioni. Questo dovrebbe essere il principio, per cui, chi ci amministra e
gli enti che sono preposti alla salvaguardia degli interessi della collettività,
dovrebbero essere attenti e sensibili alle esigenze di tutti, ma non è così.
Nell’egida di interessi più o meno plausibili e non giustificati, si procede ad
una gara d’appalto e si stravolgono le regole subito dopo l’assegnazione, senza
giustificazioni accettabili e con danni notevoli alle attività produttive.
Accade in Molise per la chiusura totale del ponte Callora presso il bivio di
Boiano sulla statale 17. Come
ricorderete, l’appalto prevedeva il senso unico alternato e non la totale
chiusura al traffico del ponte che divide in due la regione e le due province.
Un fatto grave, in primis per chi ha partecipato alla gara d’appalto e ha
risposto al bando prevedendo la viabilità aperta al traffico veicolare nell’esecuzione
dei lavori. Comprendiamo, come la maggioranza delle ditte che sono state
escluse, stiano covando ricorsi su questa vicenda che si rivela esente da
regole certe. Si stravolge l’appalto dopo l’assegnazione dei lavori alla Nidaco
di Venafro, con giustificazioni superficiali di tempi minori nell’esecuzione
degli stessi, con la strada totalmente chiusa al traffico, mentre nessuno, tranne
questa testata, si è chiesto quali proventi in più sono destinati nelle casse
dell’azienda vincitrice del bando. L’A.N.A.S. può indire un bando e
stravolgerlo dopo l’assegnazione dei lavori, in barba alle aziende escluse?
Altro nervo scoperto che dimostra la disattenzione delle
istituzioni e dell’A.N.A.S alle esigenze delle attività produttive e dei
trasportatori. Si può costringere per più di un anno a compiere una via crucis
ai Tir, con percorsi da caccia al tesoro per giungere a Campobasso o ad Isernia?
Ricostruiamo quello che è accaduto nel primo momento.
Il percorso alternativo, dopo l’abuso della chiusura totale
al traffico della statale, prevedeva che i camion provenienti da Isernia o dal
Capoluogo, per giungere a destinazione e oltrepassare questa striscia di “Gaza”
allestita impunemente, dovevano percorrere circa 135 km.
“Cos’ è pazz’ “, mutuando la napoletanità di molti trasportatori
campani che provenienti da Caianello per giungere a Campobasso dovevano
transitare sulla Trignina, salire a Trivento e poi scendere sulla Bifernina a
Fossalto, per poi risalire al capoluogo: un vero suicidio commerciale.
Infatti, su molti prodotti di consumo, quali per esempio la pasta,
con questa idea brillante e tanti km in più, si è materializzato immediatamente
un aumento di 0,5 centesimi/euro al Kg. per merce trasportata.
Questo vuol dire, che un pastificio o le poche aziende
ancora rimaste nel Molise, avrebbero subito un costo annuale di circa 150mila
euro in più sul trasporto dei prodotti: un altro colpo inferto alla sostenibilità
economica delle aziende e alla loro competitività sul mercato.
Ma tanto chi se ne frega della nostra economia, un popolo di
sommessi pecoroni, pronti a subire e a non ribellarsi, già castrati dalla crisi,
in un territorio che precipita nella desertificazione, ma così non è stato:
almeno parzialmente.
Le associazioni di categoria sono scese in campo per
difendere i diritti di tutti e per far capire che qualcuno aveva preso un
granchio.
Le istituzioni e l’A.N.A.S. hanno aperto gli occhi dopo un
sonno profondo e si sono finalmente accorti della “cazzata” commessa,
prodigandosi nel proporre un percorso alternativo meno stolto, senza comunque
ritornare a rispettare le regole d’appalto: realizzare i lavori con il senso
unico alternato.
Un vero percorso agevole non c’è, nonostante l’impegno
profuso nella direzione di una scelta, la più indolore possibile.
Provate a transitare con l’auto sul percorso alternativo attuale
e maledirete di vivere nel Molise, figuriamoci i trasportatori di merci che
prima giungono al bivio di Boiano, inforcano la comunale che conduce al centro
matesino, per poi deviare all’altezza del cimitero sulla sinistra, ritornare
indietro per circa 8 km. in prossimità
di Spinete, svoltare sulla destra per ritornare a Boiano dal lato opposto. Non
è finita. Giungendo all’ingresso opposto negli orari normali, vi è un
incolonnamento dovuto al passaggio a livello chiuso e per inforcare il bivio in
direzione Campobasso sulla statale 17 dal punto di deviazione, il povero
autotrasportatore perde fino a un 30/40
minuti buoni per uscire dalla viabilità trappola:
e le spese sono sempre a carico delle vessate aziende molisane!
Concludiamo l’excursus su questa faccenda che sprofonda
nella becera molisanità da paese da terzo mondo, con l’ennesima domanda a cui
non si vuole assolutamente dare una risposta: nella relazione di progetto era
previsto il senso alternato anche per i Tir, non vi è nessuna prescrizione e
limitazione che giustifichi la chiusura della statale, per quale motivo
continua ad esserci una sorta di omertà sulla vicenda?
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