Intervista del Segretario Generale della UIL, Luigi Angeletti, a "News Economy" Radio 1 Rai.
L'euroscettismo avanza ma non sfonda perché è la risposta sbagliata a problemi seri. In un Continente in cui la disoccupazione aumenta e aumenta anche la burocrazia è chiaro che le prospettive per i cittadini diventano meno rassicuranti di un tempo e l'Europa viene vista non più come un luogo in cui si potrà vivere sicuramente meglio, ma un luogo in cui non si sa come si vivrà. È chiaro che le persone non sono per nulla contente e il richiamo al nazionalismo più che all'euroscetticismo è un richiamo forte.
Renzi è molto più forte di quanto lo fosse prima delle elezioni. Ha sicuramente rappresentato la speranza di milioni di italiani che le cose possano, questa volta, effettivamente cambiare e migliorare. La vicenda degli 80 euro è stata molto più importante di quanto gli scettici ritenevano, e penso al patetico dibattito sulle coperture di qualche giorno fa. Le persone hanno visto che per la prima volta, oltre a buone intenzioni, ci sono stati i fatti e questo credo che sarà una forte spinta.
Da noi la ripresa non è ancora arrivata. La ripresa si fa con i consumi e gli investimenti: non ci sono né gli uni né gli altri. Le retribuzioni non aumentano soprattutto perchénon si rinnovano i contratti per piùdi 8 milioni di persone. Ci sarebbe anche un po' più di ottimismo, ma sono i soldi che mancano e continuano a mancare ed è difficile, quindi, che riprendano i consumi. Probabilmente questa condizione, oltre al risultato delle elezioni europee, farà si che la politica monetaria, che resta la questione per eccellenza, in Europa e soprattutto nell'area Euro, diventerà un po' più "americana" e, quindi, circoleranno un po' più di soldi.
All'Esecutivo Renzi chiederemo, intanto, il rinnovo dei contratti per i dipendenti pubblici: mentre fa la riorganizzazione della PA non si dimentichi di far aumentare un po' gli stipendi perché anche essi contribuiscono alla ripresa. Poi chiederemo di rivedere la legge sulle pensioni perché bisogna renderla un po' più flessibile in uscita: è stata fatta una riforma troppo rigida che ha creato solo problemi non solo alle persone, ma paradossalmente anche alle imprese.
Renzi è molto più forte di quanto lo fosse prima delle elezioni. Ha sicuramente rappresentato la speranza di milioni di italiani che le cose possano, questa volta, effettivamente cambiare e migliorare. La vicenda degli 80 euro è stata molto più importante di quanto gli scettici ritenevano, e penso al patetico dibattito sulle coperture di qualche giorno fa. Le persone hanno visto che per la prima volta, oltre a buone intenzioni, ci sono stati i fatti e questo credo che sarà una forte spinta.
Da noi la ripresa non è ancora arrivata. La ripresa si fa con i consumi e gli investimenti: non ci sono né gli uni né gli altri. Le retribuzioni non aumentano soprattutto perchénon si rinnovano i contratti per piùdi 8 milioni di persone. Ci sarebbe anche un po' più di ottimismo, ma sono i soldi che mancano e continuano a mancare ed è difficile, quindi, che riprendano i consumi. Probabilmente questa condizione, oltre al risultato delle elezioni europee, farà si che la politica monetaria, che resta la questione per eccellenza, in Europa e soprattutto nell'area Euro, diventerà un po' più "americana" e, quindi, circoleranno un po' più di soldi.
All'Esecutivo Renzi chiederemo, intanto, il rinnovo dei contratti per i dipendenti pubblici: mentre fa la riorganizzazione della PA non si dimentichi di far aumentare un po' gli stipendi perché anche essi contribuiscono alla ripresa. Poi chiederemo di rivedere la legge sulle pensioni perché bisogna renderla un po' più flessibile in uscita: è stata fatta una riforma troppo rigida che ha creato solo problemi non solo alle persone, ma paradossalmente anche alle imprese.
Chiederemo, quindi, di fare una politica espansiva, un po' più di politica industriale: tra un po' avremo il problema della siderurgia e speriamo che non sia drammatico, nel senso che cominceremo a vedere gli effetti sul Pil, sulla ricchezza, sull'occupazione. Quindi una politica che sia coerente con quello che dice e cioè fare le riforme, ma spingere perché ci siano crescita e, quindi, aumenti dei consumi e degli investimenti.
Ufficio stampa Uil
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