Mancano solo sei giorni alle primarie del centro-sinistra per l’elezione dei candidati sindaci di Campobasso e Termoli, consultazioni programmate per domenica prossima 6 Aprile. Nei due centri più grandi e popolosi del Molise il Partito Democratico è chiamato a legittimare il suo ruolo di forza politica di riferimento del centro-sinistra.
Seppur si tratta di elezioni interne alla coalizione, le primarie rappresentano un punto di snodo cruciale per il futuro del partito. Nell’imminenza di un momento di così grande importanza, varrebbe la pena fermarsi e ragionare sulle possibili conseguenze che potrebbero scaturire da una sconfitta elettorale del PD, in un momento nel quale il nostro partito è al governo della nazione con il premier più giovane della storia repubblicana, Matteo Renzi, e da ormai un anno regge le sorti della Regione Molise con Paolo Di Laura Frattura. Per questo occorre innanzitutto serietà e responsabilità da parte di tutti.
La segreteria regionale del PD, riunitasi la scorsa settimana, ha lanciato un appello in favore dell’unità del Partito Democratico, elemento utile a scongiurare le sterili e autolesionistiche divisioni frutto di logiche autoreferenziali e correntizie. Prima che sia troppo tardi i candidati sindaci del PD alle elezioni primarie di Campobasso e Termoli riflettano quindi sulla opportunità di privilegiare la sintesi delle proposte in campo, tenuto conto che un’azione contraria determinerebbe, oltre alla possibile sconfitta alle urne, il perdurare di rancori personali che non giovano né al Partito Democratico e né tantomeno ai cittadini alle prese con i tanti problemi quotidiani su cui, una volta per tutte, sarebbe giusto concentrarsi e lavorare per assicurare soluzioni concrete.
Per Campobasso e Termoli è necessario aprire un confronto basato non sui nomi dei singoli candidati, ma bensì sulle idee e sui progetti da mettere in campo per rilanciare l’occupazione, in particolare per i giovani, per tutelare i servizi, il welfare e l’assistenza in favore dei più deboli, per rendere le città vivibili, accoglienti e attrattive. Un grande patto per rilanciare i due centri di riferimento della regione: è questo il terreno sul quale si gioca la vera sfida per il futuro e su cui le personalità illustri che hanno scelto di competere per le primarie, possono dare un contributo concreto e fattivo. Per far ciò, mai come oggi, fare un passo indietro significa farne tutti insieme uno molto più grande in avanti.
La segreteria regionale del PD, riunitasi la scorsa settimana, ha lanciato un appello in favore dell’unità del Partito Democratico, elemento utile a scongiurare le sterili e autolesionistiche divisioni frutto di logiche autoreferenziali e correntizie. Prima che sia troppo tardi i candidati sindaci del PD alle elezioni primarie di Campobasso e Termoli riflettano quindi sulla opportunità di privilegiare la sintesi delle proposte in campo, tenuto conto che un’azione contraria determinerebbe, oltre alla possibile sconfitta alle urne, il perdurare di rancori personali che non giovano né al Partito Democratico e né tantomeno ai cittadini alle prese con i tanti problemi quotidiani su cui, una volta per tutte, sarebbe giusto concentrarsi e lavorare per assicurare soluzioni concrete.
Per Campobasso e Termoli è necessario aprire un confronto basato non sui nomi dei singoli candidati, ma bensì sulle idee e sui progetti da mettere in campo per rilanciare l’occupazione, in particolare per i giovani, per tutelare i servizi, il welfare e l’assistenza in favore dei più deboli, per rendere le città vivibili, accoglienti e attrattive. Un grande patto per rilanciare i due centri di riferimento della regione: è questo il terreno sul quale si gioca la vera sfida per il futuro e su cui le personalità illustri che hanno scelto di competere per le primarie, possono dare un contributo concreto e fattivo. Per far ciò, mai come oggi, fare un passo indietro significa farne tutti insieme uno molto più grande in avanti.
Davide Vitiello, Segretario GD Molise - membro Segreteria PD Molise
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