Riceviamo e pubblichiamo. E’ stato trattato con successo presso la Cardiologia dell’Ospedale “Cardarelli” il primo paziente con un approccio mini-invasivo che prevede l'utilizzo del dispositivo MitraClip.
Si tratta di pazienti per i quali il trattamento cardiochirurgico tradizionale, a cuore aperto e con circolazione extracorporea, è considerato molto rischioso e quindi controindicato, a causa dell'età avanzata, delle malattie associate e della grave compromissione della funzionalità cardiaca. La MitraClip è un dispositivo meccanico che permette di riparare la valvola attraverso cateteri per via percutanea: la clip, attraverso la vena femorale, con un piccolo catetere e sotto guida ecografica, viene spinta fino al cuore, dove unisce i lembi della valvola mitralica, correggendo l’incontinenza della valvola.
«L'insufficienza mitralica – ha spiegato il Prof. Francesco Versaci, direttore della Cardiologia di Campobasso ed Isernia, che ha effettuato l’intervento con la sua equipe , è la patologia valvolare più frequente ed è al secondo posto in Europa tra le malattie delle valvole cardiache che necessitano di intervento chirurgico. Nei pazienti con scompenso si presenta nell'80% dei casi e, tra questi, il 40% comporta un'insufficienza grave. Gli studi osservazionali mostrano come questa complicanza, nei pazienti con scompenso cardiaco cronico, si leghi a una maggiore frequenza delle ripetute ospedalizzazioni e a un tasso di mortalità due volte superiore».
«L'insufficienza mitralica è un difetto di chiusura della valvola mitralica che può essere secondario ad una degenerazione della struttura valvolare oppure ad una dilatazione del ventricolo sinistro che a sua volta determina un alterata funzionalità della valvola mitrale. La valvola mitralica, continua il Prof. Versaci, regola il passaggio di sangue tra atrio sinistro e ventricolo sinistro, in caso di incompleta chiusura di tale struttura una quota di sangue, anziché di entrare dal ventricolo sinistro nell'aorta, refluisce in parte nell'atrio soprastante.
Prima dell'introduzione della MitraClip solo un numero ridotto di pazienti poteva avvalersi di un trattamento efficace per questa malattia, dati i rischi connessi all'intervento cardiochirurgico di sostituzione della valvola. Oggi invece, grazie a questo dispositivo, possiamo intervenire con successo anche su pazienti anziani o cardiologicamente compromessi, per i quali l'intervento tradizionale presenta rischi elevati».
La cardiologia del Cardarelli è la prima struttura ospedaliera del Molise a fornire questo tipo di terapia e l'unico centro in grado di offrire al paziente con scompenso cardiaco tutte le possibilità terapeutiche, dalla terapia elettrica di resincronizzazione fino alla MitraClip. Da circa due anni, continua il Prof. Versaci, vengono effettuate presso l’Ospedale Cardarelli e Veneziale di Isernia praticamente tutte le strategie interventistiche più avanzate, tra queste la MitraClip rappresenta la massima espressione del lavoro in team.
«Il successo di questa procedura e delle terapie più avanzate che effettuiamo richiede infatti una forte collaborazione tra le diverse figure professionali che ruotano attorno al paziente, cioè i cardiologi clinici per la selezione dei pazienti ed il proseguo della cura dopo l’intervento ed i Cardiologi interventisti ed ecocardiografisti per il delicato intervento condotto insieme agli anestesisti-rianimatori dell’Ospedale Cardarelli e l'équipe cardiochirurgica della Fondazione Giovanni Paolo II composta dal Dr. Carlo De Filippo ed Eugenio Caradonna, che oltre a fornire lo stand by chirurgico per ovviare a qualsiasi complicanza, condivide tutte le indicazioni più delicate con i cardiologi del Cardarelli e del Veneziane allo scopo di individuare le migliori opportunità terapeutiche per ogni singolo paziente. »
«L'insufficienza mitralica – ha spiegato il Prof. Francesco Versaci, direttore della Cardiologia di Campobasso ed Isernia, che ha effettuato l’intervento con la sua equipe , è la patologia valvolare più frequente ed è al secondo posto in Europa tra le malattie delle valvole cardiache che necessitano di intervento chirurgico. Nei pazienti con scompenso si presenta nell'80% dei casi e, tra questi, il 40% comporta un'insufficienza grave. Gli studi osservazionali mostrano come questa complicanza, nei pazienti con scompenso cardiaco cronico, si leghi a una maggiore frequenza delle ripetute ospedalizzazioni e a un tasso di mortalità due volte superiore».
«L'insufficienza mitralica è un difetto di chiusura della valvola mitralica che può essere secondario ad una degenerazione della struttura valvolare oppure ad una dilatazione del ventricolo sinistro che a sua volta determina un alterata funzionalità della valvola mitrale. La valvola mitralica, continua il Prof. Versaci, regola il passaggio di sangue tra atrio sinistro e ventricolo sinistro, in caso di incompleta chiusura di tale struttura una quota di sangue, anziché di entrare dal ventricolo sinistro nell'aorta, refluisce in parte nell'atrio soprastante.
Prima dell'introduzione della MitraClip solo un numero ridotto di pazienti poteva avvalersi di un trattamento efficace per questa malattia, dati i rischi connessi all'intervento cardiochirurgico di sostituzione della valvola. Oggi invece, grazie a questo dispositivo, possiamo intervenire con successo anche su pazienti anziani o cardiologicamente compromessi, per i quali l'intervento tradizionale presenta rischi elevati».
La cardiologia del Cardarelli è la prima struttura ospedaliera del Molise a fornire questo tipo di terapia e l'unico centro in grado di offrire al paziente con scompenso cardiaco tutte le possibilità terapeutiche, dalla terapia elettrica di resincronizzazione fino alla MitraClip. Da circa due anni, continua il Prof. Versaci, vengono effettuate presso l’Ospedale Cardarelli e Veneziale di Isernia praticamente tutte le strategie interventistiche più avanzate, tra queste la MitraClip rappresenta la massima espressione del lavoro in team.
«Il successo di questa procedura e delle terapie più avanzate che effettuiamo richiede infatti una forte collaborazione tra le diverse figure professionali che ruotano attorno al paziente, cioè i cardiologi clinici per la selezione dei pazienti ed il proseguo della cura dopo l’intervento ed i Cardiologi interventisti ed ecocardiografisti per il delicato intervento condotto insieme agli anestesisti-rianimatori dell’Ospedale Cardarelli e l'équipe cardiochirurgica della Fondazione Giovanni Paolo II composta dal Dr. Carlo De Filippo ed Eugenio Caradonna, che oltre a fornire lo stand by chirurgico per ovviare a qualsiasi complicanza, condivide tutte le indicazioni più delicate con i cardiologi del Cardarelli e del Veneziane allo scopo di individuare le migliori opportunità terapeutiche per ogni singolo paziente. »
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