venerdì 31 gennaio 2014

Canone Rai, Contribuenti.it: Evasi 1,85 miliardi di euro nel 2013

Scade oggi il termine per pagare il Canone Rai. Contribuenti.it – Associazione Contribuenti Italiani ricorda che l'abbonamento annuale alla televisione pubblica è una tassa e come tale deve essere pagata da tutti coloro che possiedono apparecchi atti o adattabili alla ricezione delle trasmissioni radio televisive. 






La tassa per il 2014 è di 113,50 euro ed è rimasta invariata rispetto al 2013. In caso di omesso pagamento è prevista una sanzione fino a 619 euro da parte delle Agenzia delle Entrate e la riscossione coattiva da parte di Equitalia. Da un’analisi condotta dal Centro Studi e Ricerche Sociologiche “Antonella Di Benedetto” di Krls Network of Business Ethics per conto di Contribuenti.it Magazine dell’Associazione Contribuenti Italiani il canone Rai è la tassa più evasa dagli italiani con punte che hanno raggiunto, nel 2013, il 91,3% in alcune regioni del Sud d’Italia.

Un dato in forte ascesa che solo nel 2005 si attestava al 22% e nel corso degli anni è salito vertiginosamente fino a diventare un vero problema per le casse dell’azienda: alla fine del 2013, secondo i dati di Contribuenti.it, l’evasione delle famiglie è del 47%, mentre per le imprese si attesta al 96%.

In termini di imposta evasa, si stima che ogni anno le famiglie italiane “risparmino” qualcosa come 550 milioni di euro, mentre le imprese 1,3 miliardi di euro l’anno. Soldi con i quali la Rai potrebbe rimettere in sesto i propri conti.

“Il problema vero – afferma Vittorio Carlomagno presidente di Contribuenti.it Associazione Contribuenti Italiani - è che non tutti sanno che in Italia esistono due canoni: quello ordinario, dovuto dalle famiglie, e quello speciale, dovuto da imprese, lavoratori autonomi, enti pubblici, enti pubblici non economici ed enti privati.

Se il canone ordinario è dovuto per il possesso di «apparecchi atti o adattabili alla ricezione delle radioaudizioni» - continua Carlomagno - il canone speciale si paga anche per il possesso di computer, monitor e altri apparecchi multimediali (videofonino, videoregistratore, iPod, sistemi di videosorveglianza e via di questo passo) posseduti dalle imprese o enti pubblici o privati”.

Tra i maggiori evasori del canone Rai figurano i residenti nelle province di Caserta, Imperia, Foggia e Bolzano, dove l’evasione sfiora il 91% delle famiglie. All’opposto, le province più virtuose sono quelle di Aosta, Siena, Pescara e Campobasso dove l’evasione si attesta al 14%.

Ma l’evasione maggiore si riscontra nelle imprese. Secondo i dati del 2013 di Contribuenti.it – Associazione Contribuenti Italiani, in Italia esistono circa 5 milioni di imprese di cui il 98% con almeno un computer collegato a internet, per cui almeno 4,5 milioni di imprese dovrebbero pagare il canone speciale. Ma dai dati pubblicati dalla Rai, risulta che i canoni speciali riscossi ogni anno sono meno di 180 mila, per cui almeno 4,4 milioni di imprese non pagano il canone con dato che raggiunge il 96% di evasione.

Stando all’analisi, la motivazione principale che ha portato a questa situazione riguarda in modo particolare come il canone viene percepito dalle famiglie e dalle imprese più come un abbonamento che come un tributo. A questo si aggiungono naturalmente le numerose contestazioni sulla qualità delle trasmissioni piuttosto che sull’obbligo di pagare per un servizio, a tutti gli effetti, non richiesto e in alcuni casi anche non utilizzato.

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