lunedì 23 dicembre 2013

Rapporto OCSE-PISA 2012: Nelle competenze in matematica, il Molise arranca con le regioni meridionali

Se ce ne fosse stato bisogno il recente rapporto OCSE-PISA 2012 ha ancora una volta messo in luce il profondo rapporto che lega il successo e il buon funzionamento scolastico ai contesti territoriali, i quali a loro volta rimandano complessivamente ai retroterra socio-culturali dominanti nelle diverse aree. 





Per dirla in altri termini: la qualità del sistema formativo  determina anche i risultati. In particolare, per quanto riguarda le competenze in matematica, è stato sottoposto a valutazione non solo il risultato nazionale ma anche quello regionale. Da esso emergono tutte le criticità presenti in Italia, con risultati diversificati a livello territoriale.

Ecco i risultati  per alcune regioni d’Italia:

punti    Italia media 485

524    Trentino
523    Friuli VG, Veneto
517    Lombardia
494    MEDIA OCSE
466    Molise, Basilicata
458    Sardegna
453    Campania
447    Sicilia
430    Calabria


Da questi dati emerge che la posizione  occupata dagli studenti quindicenni del Molise nelle competenze matematiche, la colloca agli ultimi posti della classifica insieme alle regioni  meridionali. Un risultato molto distante dalla media OCSE (494 punti) e da quelle delle regioni  del centro nord (sopra i 500 punti).

I dati, comparati tra le regioni italiane, mostrano una forbice rilevantissima, a differenza di quello che accade per le altre regioni europee. Ci sono  94 punti di differenza  tra la provincia di Trento e la Calabria. Le regioni del Nord-Est sono nei punteggi a livello dei Paesi Bassi, mentre il Molise è a livello della Murcia (Spagna), la Calabria al livello del Kazakistan e la Sicilia a un livello intermedio tra Turchia e Romania.

L’importanza dei contesti territoriali è evidente anche a livello europeo ma  non esiste negli altri stati una forbice così ampia come quella italiana.

Il Molise deve fare ancora molta strada per collocarsi almeno nella media nazionale; l’augurio è che ciascuno faccia la propria parte –istituzioni e mondo della scuola- affinché si passi dalla politica degli annunci a quella delle cose fatte.

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