Riceviamo e pubblichiamo articolo di un nostro lettore.
Vi scrivo per denunciare che, mentre percorrevamo la strada che attraversa il magnifico bosco che da Larino porta a Montorio nei Frentani, dopo aver superato il ponte sul torrente Cigno, ci siamo imbattuti nelle tracce di “esseri disumani”, che senza alcun senso civico, oltraggiando un luogo magico, di incantevole bellezza, hanno abbandonato tra Cerri e Roverelle, una quantità notevole di rifiuti.
Lungo la scarpata, tra la strada ed il torrente, spuntavano dal tappeto di foglie dorate, televisori, lavatrici, una tapparella, contenitori, cassette, bottiglie, buste, quasi tutto materiale generalmente in plastica. Cosa fare ? Continuare a camminare e rasseganarsi ? Far finta di niente ?
Attingere a forme di pensiero che non ci appartengono? Fortunatamente e non a caso, è prevalsa la convinzione che accomuna molti molisani e larinesi come noi, che non si può far finta di niente, ignorare, dare spazio all’omertà, alle brutture, all’indifferenza, all’indignazione ed abbiamo fatto l’unica cosa che degli “esseri pensanti” potevano fare: “trasportare tutto quello che si poteva, all’isola ecologica di Larino”.
L’episodio, lungi dall’essere autocelebrativo, vuole denunciare l’aggravarsi e il ripetersi in quella zona, di fenomeni di degrado ed inquinamento ambientale e accorato invito ad una maggiore vigilanza, da parte di tutti. Il nostro territorio è una delle poche ricchezze che meritano di essere savaguardate da ulteriori, possibili e più gravi disastri ambientali.
Lungo la scarpata, tra la strada ed il torrente, spuntavano dal tappeto di foglie dorate, televisori, lavatrici, una tapparella, contenitori, cassette, bottiglie, buste, quasi tutto materiale generalmente in plastica. Cosa fare ? Continuare a camminare e rasseganarsi ? Far finta di niente ?
Attingere a forme di pensiero che non ci appartengono? Fortunatamente e non a caso, è prevalsa la convinzione che accomuna molti molisani e larinesi come noi, che non si può far finta di niente, ignorare, dare spazio all’omertà, alle brutture, all’indifferenza, all’indignazione ed abbiamo fatto l’unica cosa che degli “esseri pensanti” potevano fare: “trasportare tutto quello che si poteva, all’isola ecologica di Larino”.
L’episodio, lungi dall’essere autocelebrativo, vuole denunciare l’aggravarsi e il ripetersi in quella zona, di fenomeni di degrado ed inquinamento ambientale e accorato invito ad una maggiore vigilanza, da parte di tutti. Il nostro territorio è una delle poche ricchezze che meritano di essere savaguardate da ulteriori, possibili e più gravi disastri ambientali.
Prof Elvio Petrecca
Nessun commento:
Posta un commento