mercoledì 20 novembre 2013

Paghiamo quasi 44 mld di euro all’anno di tasse ambientali, ma solo l’1% è destinato alla messa in sicurezza del territorio

Il disastro che si è abbattuto in queste ultime ore in Sardegna ripropone l’annoso problema della mancanza di risorse economiche per la messa in sicurezza del nostro territorio. In realtà, sottolineano dalla CGIA di Mestre, i soldi ci sarebbero, purtroppo vengono destinati ad altre finalità. Dichiara il segretario della CGIA, Giuseppe Bortolussi:





“Sostenere che queste sciagure accadono anche perché non ci sono le risorse finanziarie disponibili per la tutela e la manutenzione del nostro territorio risulta difficile, soprattutto a fronte dei 43,88 miliardi di euro che vengono incassati ogni anno dallo Stato e dagli Enti locali dall’applicazione delle imposte ambientali, di cui il 99% finisce invece a coprire altre voci di spesa. I soldi ci sono, peccato che ormai da quasi un ventennio vengano utilizzati per fare altre cose“.

Infatti, secondo la recente elaborazione realizzata dalla CGIA, solo l’1% delle imposte ambientali pagate dai cittadini e dalle imprese italiane all’Erario e agli Enti locali è destinato alla protezione dell’ambiente. Il restante 99%, purtroppo, va a coprire altre voci di spesa.

A fronte di 43,88 miliardi di euro di gettito incassati nel 2011 (ultimo dato disponibile) dall’applicazione delle cosiddette imposte “ecologiche” sull’energia, sui trasporti e sulle attività inquinanti, solo 448 milioni di euro vanno a finanziare le spese per la protezione ambientale.

Insomma, tutta quella sequenza di imposte spesso sconosciute che paghiamo quando facciamo il pieno alla nostra autovettura, quando paghiamo la bolletta della luce o del gas/metano, il bollo dell’auto o l’assicurazione della nostra auto, non vanno a sostenere le attività di salvaguardia ambientale per le quali sono state introdotte. La CGIA sottolinea che la selva di tasse ed imposte ambientali che grava sugli italiani è lunghissima. I tre grandi capitoli su cui insistono le imposte “verdi” sono: energia, trasporti ed inquinamento.


Vediamo nel dettaglio.



- Le imposte sull’energia:


Sovrimposta di confine sul GPL;

Sovrimposta di confine sugli oli minerali;

Imposta sugli oli minerali e derivati;

Imposta sui gas incondensabili;

Imposta sull’energia elettrica;

Imposta sul gas metano;

Imposta consumi di carbone.



- Le imposte sui trasporti:


Pubblico registro automobilistico (PRA);

Imposta sulle assicurazioni Rc auto;

Tasse automobilistiche a carico delle imprese;

Tasse automobilistiche a carico delle famiglie.



- Le imposte sulle attività inquinanti:

Tributo speciale discarica;

Tassa sulle emissioni di anidride solforosa e di ossidi di zolfo;

Tributo provinciale per la tutela ambientale;

Imposta regionale sulle emissioni sonore degli aeromobili.

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