giovedì 3 ottobre 2013

Lotta alle diseguaglianze e questione giovanile. Il PD non può non guardare a sinistra

La resa dei conti interna al Pdl e la disfatta del suo leader hanno portato ad un significativo cambio di scenario per l’Italia e per il governo retto da Enrico Letta, uscito rafforzato dal voto di fiducia. 










E’ necessario ora un Partito Democratico all’altezza della fondamentale sfida del nostro tempo: ridurre le diseguaglianze sociali ed economiche accentuate da un liberismo selvaggio che – per dirla con le parole pronunciate da Papa Francesco – “non fa che rendere i forti più forti, i deboli più deboli e gli esclusi più esclusi”.

Dalla gravità della crisi in atto e dal dramma che accomuna milioni di persone, usciremo solo se saremo in grado di delineare una nuova idea di sviluppo che si concretizza se focalizziamo l’attenzione sul tema del lavoro.

Pensare di continuare a tutelare gli interessi di chi in Italia è già ampiamente tutelato sarebbe un errore  che ci condannerebbe a restare minoritari. Dobbiamo piuttosto fornire soluzioni adeguate al disagio che vive il 40% di giovani che non hanno lavoro, la grande massa di invisibili della nostra società.  Su questo tema i Giovani Democratici hanno già avanzato delle proposte di legge in Parlamento: a cominciare dall’introduzione di un reddito minimo, vincolato all’obbligo della formazione continua, che faciliti l’ingresso nel mercato del lavoro per i giovani che hanno completato gli studi.

Nel lavoro autonomo c’è bisogno di un fisco più equo e di sostenere innanzitutto i giovani e le donne. Va ampliato il “Regime fiscale di vantaggio”che agevola le partite IVA individuali e i giovani imprenditori. In secondo luogo proponiamo di approvare lo Statuto del Lavoro autonomo e professionale, che sostenga l'imprenditoria giovanile e femminile riducendo la burocrazia, aiutando l'avvio alla professione attraverso forme di finanziamento e un più facile accesso al credito, finanziando la formazione, la ricerca e l'innovazione, proteggendoli dai ritardati pagamenti.

In vista del prossimo congresso del Partito Democratico si avverte l’esigenza di costruire un’identità forte, che tenga conto della confluenza di culture diverse al suo interno, ma che non metta in soffitta – come ha giustamente affermato il candidato alla Segreteria Nazionale del PD  Gianni Cuperlo – i valori della sinistra. Un partito che rifiuti una volta per tutte i trasformismi e le rendite di posizione al suo interno e che sappia ritrovare e condividere il proprio destino con quei pezzi di società che finora ha colpevolmente trascurato e quindi perduto.

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