L’indicatore dei consumi di Confcommercio rileva una contrazione della domanda del -2,4% in termini annui. Un dato allarmante, che conferma quanto denunciamo da tempo.
Addirittura, secondo le stime aggiornate dell’O.N.F. – Osservatorio Nazionale Federconsumatori, la riduzione dei consumi nel biennio 2012-2013 rischia di raggiungere a fine anno il -8,1%, con una contrazione della spesa complessiva delle famiglie di circa 60 miliari di Euro.
Tale riduzione avrà conseguenze sempre più pesanti sull’intero sistema economico che, già da anni, risente della contrazione della domanda interna.
Se non si interviene al più presto per spezzare questa pericolosa spirale depressiva la situazione non potrà che peggiorare.
Per questo troviamo estremamente curioso che, nonostante tutti i gruppi parlamentari fossero contrari all’incremento dell’Iva, ora nessuno stia facendo nulla per cancellarne l’aumento al 22%, che determinerà un grave peggioramento della contrazione della domanda interna.
I cittadini, infatti, secondo i nostri dati, dovranno far fronte a ricadute (dirette ed indirette) sui prezzi e sulle tariffe di +207 Euro annui (pari ad un incremento di circa +0,80% del tasso di inflazione). Tale aggravio porterà le famiglie a ridurre ulteriormente i propri consumi, persino quelli alimentari.
Anche imprese e professionisti si troveranno a sostenere un aumento generalizzato dei costi (che scaricheranno in larga parte sui cittadini , come già sta avvenendo).
Inoltre lo Stato, a causa della contrazione dei consumi e dell’aumento delle prestazioni in nero, andrà incontro ad una riduzione sempre più forte dei propri introiti.
A dimostrare quanto l’incremento dell’aliquota ordinaria sia assurdo e controproducente sono i dati diffusi ieri sul crollo del gettito Iva di 3,7 miliardi nei primi 8 mesi del 2013. Si tratta infatti della diretta conseguenza della forte spinta alla contrazione dei consumi già determinata dall’Iva al 21%.
“Per questo ribadiamo la necessità e l’urgenza di un provvedimento teso a cancellare categoricamente il demenziale incremento Iva al 22%. Continueremo la nostra battaglia affinché ciò avvenga il prima possibile.” – dichiarano Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti.
Tale riduzione avrà conseguenze sempre più pesanti sull’intero sistema economico che, già da anni, risente della contrazione della domanda interna.
Se non si interviene al più presto per spezzare questa pericolosa spirale depressiva la situazione non potrà che peggiorare.
Per questo troviamo estremamente curioso che, nonostante tutti i gruppi parlamentari fossero contrari all’incremento dell’Iva, ora nessuno stia facendo nulla per cancellarne l’aumento al 22%, che determinerà un grave peggioramento della contrazione della domanda interna.
I cittadini, infatti, secondo i nostri dati, dovranno far fronte a ricadute (dirette ed indirette) sui prezzi e sulle tariffe di +207 Euro annui (pari ad un incremento di circa +0,80% del tasso di inflazione). Tale aggravio porterà le famiglie a ridurre ulteriormente i propri consumi, persino quelli alimentari.
Anche imprese e professionisti si troveranno a sostenere un aumento generalizzato dei costi (che scaricheranno in larga parte sui cittadini , come già sta avvenendo).
Inoltre lo Stato, a causa della contrazione dei consumi e dell’aumento delle prestazioni in nero, andrà incontro ad una riduzione sempre più forte dei propri introiti.
A dimostrare quanto l’incremento dell’aliquota ordinaria sia assurdo e controproducente sono i dati diffusi ieri sul crollo del gettito Iva di 3,7 miliardi nei primi 8 mesi del 2013. Si tratta infatti della diretta conseguenza della forte spinta alla contrazione dei consumi già determinata dall’Iva al 21%.
“Per questo ribadiamo la necessità e l’urgenza di un provvedimento teso a cancellare categoricamente il demenziale incremento Iva al 22%. Continueremo la nostra battaglia affinché ciò avvenga il prima possibile.” – dichiarano Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti.
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