mercoledì 19 giugno 2013

Ittierre, Vittorio Monaco: Condivido l'intervento dell'Assessore Scarabeo

Leggo finalmente su alcuni Organi di Informazione, l’intervento dell’Assessore Massimiliano Scarabeo sulla questione ITTIERRE. Apprezzo la sua presa di posizione perché ha avuto il coraggio di dire le cose come stanno, confermando quello che il sottoscritto sostiene ormai da troppo tempo, seppure inascoltato dai più.








Confermo che la situazione, dalle informazioni in mio possesso, è oltremodo preoccupante sia in ordine ai pagamenti dei fasonisti sia in ordine alle condizioni generali in cui versa l’intero complesso Aziendale.

E’ passata sottotono la collocazione in Cassa Integrazione di 230 (duecentotrenta) dipendenti, dei quali 140 circa a rotazione ed altri 90 a "zero ore".

Quel che preoccupa maggiormente è proprio quest’ultima circostanza perché se l’Azienda predica il rilancio della ITTIERRE ad ogni piè sospinto, non si comprende come mai siano stati posti in CIGS a zero ore i profili professionali più alti, pregiudicando in tal modo proprio il settore della ricerca e dello sviluppo che i vertici aziendali dicono di voler perseguire.

Infatti il know-how e le conoscenze professionali vengono ancora una volta depauperate mal celando la volontà di tagliare esclusivamente i costi del personale più onerosi, senza tener conto delle risorse umane che vengono in tal modo estromesse dal ciclo aziendale.

Dov’è il rilancio, dove sono i conti in ordine, dove sono finiti i fatturati in aumento sbandierati negli ultimi mesi e durante le audizioni in Consiglio Regionale?

I vertici aziendali hanno sempre sostenuto che non hanno ricevuto "denaro liquido" dalla Regione Molise ma non hanno disdegnato di accettare "garanzie finanziarie" da parte della FinMolise, anzi si affrettano a sollecitarne altre sostenendo le pretese con fantomatici piani di rilancio che puntualmente vengono smentiti dai fatti (vedasi anche gli Accordi Sindacali sottoscritti presso il Ministero del Lavoro).

Come è smentito dai fatti, richiamati dall’Assessore Scarabeo, anche il regolare e corretto pagamento delle spettanze ai fasonisti molisani: non solo non è stata mantenuta la promessa di sostenere l’indotto tessile locale con maggiori commesse e migliore remunerazione delle lavorazioni eseguite ma ad oggi sono stati allungati abnormemente i tempi di pagamento.

I fasonisti vengono definiti tali in quanto mettono a disposizione solo il loro "lavoro" (appunto dal francese facon) e dunque hanno necessità di continuità negli incassi per provvedere al pagamento degli stipendi dei propri dipendenti.

Se ciò non avviene, si pregiudica ancora di più una situazione economica regionale già precaria.

Per concludere, se l’Azienda è in grado di proseguire con le proprie forze, lo faccia senza "aiuti di Stato" (leggi Contratto di Sviluppo, che ricordiamo non ha alcun aggancio con il territorio Molisano).

Altrimenti la proposta è la seguente: si trovi il modo, qualunque esso sia, di trasferire l’azienda direttamente ai dipendenti ed ai fasonisti MOLISANI: peggio di quel che ha fatto Antonio Bianchi certamente non potranno fare.

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