Venerdì 17 maggio 2013, a Napoli, alle ore 9.30 presso la Basilica di San Giovanni Maggiore, Micaela Fanelli, membro dell’Ufficio di Presidenza nazionale Anci con delega alle Politiche comunitarie e Piani di sviluppo, parteciperà e interverrà a un importante convegno sul Dissesto Idrogeologico, denominato "L’orientamento Europeo; aspetti economici e tecnici sul Dissesto Idrogeologico" (www.sigeaweb.it).
Oltre al sindaco di Napoli, Luigi De Magitris, al presidente della Regione Campania, Stefano Caldoro, e al parlamentare europeo Andrea Cozzolino, parteciperanno numerosi dirigenti, esperti, studiosi e presidenti di Ordini di Geologi e Ordini di Ingegneri.
La novità del convegno è rappresentata dal fatto che si affronterà questa delicata tematica tenendo particolarmente conto degli aspetti sociali ed economici collegati agli eventi franosi, e si valuteranno i futuri orientamenti europei nella programmazione dei fondi 2014–2020.
E' essenziale evidenziare che le aree in dissesto idrogeologico occupano circa 29.500 kmq del territorio nazionale, dislocate in 6.631 comuni in cui abitano circa 6 milioni di persone. In particolare, è opportuno ricordare che nei siti a rischio idrogeologico insistono oltre 1.260.000 edifici di cui 6mila sono scuole e 531 ospedali (dati Legambiente).
La novità del convegno è rappresentata dal fatto che si affronterà questa delicata tematica tenendo particolarmente conto degli aspetti sociali ed economici collegati agli eventi franosi, e si valuteranno i futuri orientamenti europei nella programmazione dei fondi 2014–2020.
E' essenziale evidenziare che le aree in dissesto idrogeologico occupano circa 29.500 kmq del territorio nazionale, dislocate in 6.631 comuni in cui abitano circa 6 milioni di persone. In particolare, è opportuno ricordare che nei siti a rischio idrogeologico insistono oltre 1.260.000 edifici di cui 6mila sono scuole e 531 ospedali (dati Legambiente).
Una stima economica, eseguita dal Ministero dell’Ambiente, prevede di impiegare 40 miliardi di euro attraverso una programmazione di più ampio respiro di 15 anni, per intervenire sull’intero territorio italiano con interventi strutturali e di prevenzione per la difesa e la salvaguardia. Ciò permetterebbe, inoltre, di raggiungere un rapido equilibrio tra i cambiamenti climatici in atto e l’assetto idrogeologico mediante gli strumenti di pianificazione, di gestione e di monitoraggio ambientale.
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