martedì 12 marzo 2013

Nel folklore, la storia, la cultura, la tradizione del Molise

La prima rassegna del folklore molisano si è conclusa con il medesimo successo che ha caratterizzato la giornata di apertura.








L’auditorium dell’ex Gil di Campobasso a stento è riuscito a contenere il folto pubblico che ha voluto prendere parte all’atto conclusivo di una manifestazione che ha voluto fortemente porre l’attenzione sulla storia, sulla cultura, sulla tradizione dell’intero Molise tramite i valori, i ricordi, le musicalità di diversi gruppi folkloristici.

Il Molise di oggi è stato costituito dai nostri avi grazie e soprattutto al patrimonio di conoscenza, cultura, tradizione che è stato tramandato alle nuove generazioni. E’ questo che hanno sottolineato tutti i gruppi intervenuti nella serata di sabato 9 marzo. Gruppi che per la maggior parte dei casi sono formati da ragazzi e ragazze che con orgoglio e onore portano avanti una lunga tradizione radicata a doppia mandata con il tessuto sociale e connettivo di ogni singolo comune della regione.

Tutti i gruppi sono consci di essere dei piccoli scrigni, delle piccole macchine del tempo che negli anni riescono a mantenere vivo il ricordo dei secoli scorsi e delle abilità ricamatorie delle donne di un tempo. Un discorso a parte, poi, merita il patrimonio d’arte che è racchiuso in ogni singolo abito dal quale si può comprendere l’aspetto umano, psicologico, sociale, antropologico dei tempi passati e di coloro che li indossavano nelle occasioni più importanti della vita come ad esempio il matrimonio o il funerale.

"Ogni abito che indossano le donne dei nostri gruppi folkloristici nasconde una storia che rispecchia in pieno le abitudini e la vita di un tempo - ha sottolineato il dottor Antonio Scasserra -. Le giovani generazioni debbono comprendere che indossare un abito del genere o far parte di un gruppo folkloristico locale è un assoluto privilegio e onore e che un simile ed invidiabile patrimonio deve essere tramandato anche alle nuove generazioni nell’identico modo come è giunto a noi.

Nel folklore sono racchiuse le radici di ognuno di noi, le radici di un mondo contadino dal quale è nato il Molise odierno". Un messaggio quello dello studioso Scasserra che ha raggiunto gli animi e il cuore di tutti i presenti che hanno partecipato con vivo interesse a tutte le esibizioni, sottolineati da scroscianti applausi. Un successo ed un coinvolgimento totale maturato grazie all’allegria, alla simpatia, alla bravura di ogni singolo componente i gruppi che, tra le altre cose, ha fatto ballare per tutte le quattro ore della kermesse i numerosi bambini e bambine che hanno affollato la parte antistante il palco trasformandola in una piccola pista da ballo.

"E’ questo il Molise che vogliamo esaltare con il nostro impegno, sono questi i valori della nostra terra e dei nostri borghi che vogliamo promuovere e far conoscere in lungo e in largo con il nostro lavoro. Sono questi i caratteri tipici e fondanti della nostra cultura che nessuno ci può copiare e che sono un marchio di qualità della nostra terra, sono questi i giovani molisani che hanno a cuore la propria terra d’origine - ha rimarcato Maurizio Varriano organizzatore della rassegna -".

Il grande merito della rassegna e della conseguente mostra di costumi e strumenti tradizionali, a detta di molti, è stato quello di togliere quella leggera patina negativa che era a volte maliziosamente accostata al mondo variegato del folklore. Per chi come i molisani affonda le proprie radici in un terreno agricolo, in una società contadina dedita al duro lavoro nei campi il folklore e la tradizione non può che essere il filo diretto ed indissolubile con il proprio passato, un cordone ombelicale con i nostri nonni, con i  nostri bisnonni, con i nostri avi che con il sudore delle loro rude mani ci hanno tramandato dei valori universali di famiglia, di cordialità, di solidarietà, di semplicità che sono a tutt’oggi i punti focali di ognuno di noi, malgrado la frenesia dei nostri giorni.

Il suggello della manifestazione, poi, è stata l’esibizione del Maestro innovatore Franco Izzi di Scapoli che, a grande richiesta, si è esibito nell’esecuzione dell’inno di Mameli con la sua zampogna. Ospiti d’onore della serata conclusiva della rassegna sono stati il presidente della Provincia di Campobasso, Rosario De Matteis, e l’onorevole Massimo Tedeschi, presidente dell’associazione delle vie Francigene d’Europa e grande amico dei Borghi d’Eccellenza vero e proprio motore propulsivo, insieme alla Fondazione Molise Cultura e alle Province di Campobasso e Isernia, della rassegna.

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