Terminato l'effetto statistico dell'incremento dell'Iva di settembre 2011, l'inflazione è scesa rapidamente passando dal 3,2% di settembre 2012 all'1,9% di febbraio 2013, valore che non si registrava da oltre due anni.
Ma l'eccezionale rapidità registrata negli ultimi mesi dal processo di rientro dell'inflazione riflette soprattutto la debolezza della domanda delle famiglie: lo scorso anno i consumi sono diminuiti del 4,3% in volume, cosa mai accaduta da quando si dispone di dati attendibili: questo il commento dell'Ufficio Studi Confcommercio ai dati su Pil e inflazione diffusi dall'Istat.
Il rapido incremento della pressione fiscale, passata dal 42,6% al 44% nel 2012 – prosegue la nota - ha ridotto le risorse delle famiglie e la conseguente minore domanda di consumi ha pesato sulla produzione del sistema, portando a una profonda contrazione del Pil (-2,4%).
L'eredità statistica che impatterà sulle dinamiche del Pil nel 2013, anno senz'altro di grande difficoltà per imprese e cittadini, si prevede dunque molto pesante. In particolare, nell'anno in corso non si recupererà neppure una piccola parte delle pesanti flessioni dei consumi registrate lo scorso anno, fenomeno che sta indebolendo seriamente il tessuto produttivo dell'industria e della distribuzione commerciale in alcuni settori strategici dell'economia italiana, tra i quali l'alimentare e il vestiario che nel 2012 hanno registrato un calo dei consumi, rispettivamente, del 3,0% e del 10,2%.
Rivolta su disocuppazione: sempre più urgentissime misure anticicliche. "I dati mostrano tutta l'urgenza di avviare un volano positivo senza il quale non sarà possibile fermare questa spirale recessiva.
Da lungo tempo, infatti, evidenziamo come l'unica ricetta per far ripartire imprese e occupazione sia mettere in campo politiche per la crescita e lo sviluppo, ridando così alle imprese fiducia nel futuro, sostenere l'accesso al credito e soprattutto rifuggire la tentazione di ingessare il mercato del lavoro consentendo invece alle imprese di utilizzare le diverse forme contrattuali anche flessibili, nel rispetto delle nome di legge, senza penalizzazioni": questo il commento del Direttore Generale di Confcommercio, Francesco Rivolta, ai dati sulla disoccupazione diffusi dall'Istat.
Mercato del lavoro: luce in fondo al tunnel ancora un "miraggio". Con un tasso di disoccupazione ai massimi degli ultimi venti anni, sia in termini generali che in riferimento alla componente giovanile, i dati di gennaio mostrano con chiarezza quanto la luce in fondo al tunnel sia, purtroppo, ancora un miraggio confermando l'impressione che il 2013 sarà un anno particolarmente difficile per l'economia: questo il commento dell'Ufficio Studi di Confcommercio ai dati sull'andamento del mercato del lavoro diffusi dall'Istat.
Ancora più importante – prosegue la nota - è che il numero di coloro che lavorano è ai minimi dal terzo trimestre del 2005: a gennaio 2013 si è infatti osservata un'ulteriore riduzione degli occupati di 94mila unità, portando la perdita di lavoratori, rispetto al massimo di aprile 2008, a quasi 850mila unità.
Dal punto di vista del mercato del lavoro, l'attuale fase recessiva è molto più grave di quella patita nel biennio 2008-2009, quando il Pil segnalò un calo più rilevante dell'attuale.
E', dunque, necessario – conclude Confcommercio - che il Paese abbia presto un Governo capace di decidere e incidere, a partire dall'eccezionale pressione fiscale che potrebbe addirittura aumentare con il previsto incremento dell'Iva, misura che va senz'altro definitivamente scongiurata.
Il rapido incremento della pressione fiscale, passata dal 42,6% al 44% nel 2012 – prosegue la nota - ha ridotto le risorse delle famiglie e la conseguente minore domanda di consumi ha pesato sulla produzione del sistema, portando a una profonda contrazione del Pil (-2,4%).
L'eredità statistica che impatterà sulle dinamiche del Pil nel 2013, anno senz'altro di grande difficoltà per imprese e cittadini, si prevede dunque molto pesante. In particolare, nell'anno in corso non si recupererà neppure una piccola parte delle pesanti flessioni dei consumi registrate lo scorso anno, fenomeno che sta indebolendo seriamente il tessuto produttivo dell'industria e della distribuzione commerciale in alcuni settori strategici dell'economia italiana, tra i quali l'alimentare e il vestiario che nel 2012 hanno registrato un calo dei consumi, rispettivamente, del 3,0% e del 10,2%.
Rivolta su disocuppazione: sempre più urgentissime misure anticicliche. "I dati mostrano tutta l'urgenza di avviare un volano positivo senza il quale non sarà possibile fermare questa spirale recessiva.
Da lungo tempo, infatti, evidenziamo come l'unica ricetta per far ripartire imprese e occupazione sia mettere in campo politiche per la crescita e lo sviluppo, ridando così alle imprese fiducia nel futuro, sostenere l'accesso al credito e soprattutto rifuggire la tentazione di ingessare il mercato del lavoro consentendo invece alle imprese di utilizzare le diverse forme contrattuali anche flessibili, nel rispetto delle nome di legge, senza penalizzazioni": questo il commento del Direttore Generale di Confcommercio, Francesco Rivolta, ai dati sulla disoccupazione diffusi dall'Istat.
Mercato del lavoro: luce in fondo al tunnel ancora un "miraggio". Con un tasso di disoccupazione ai massimi degli ultimi venti anni, sia in termini generali che in riferimento alla componente giovanile, i dati di gennaio mostrano con chiarezza quanto la luce in fondo al tunnel sia, purtroppo, ancora un miraggio confermando l'impressione che il 2013 sarà un anno particolarmente difficile per l'economia: questo il commento dell'Ufficio Studi di Confcommercio ai dati sull'andamento del mercato del lavoro diffusi dall'Istat.
Ancora più importante – prosegue la nota - è che il numero di coloro che lavorano è ai minimi dal terzo trimestre del 2005: a gennaio 2013 si è infatti osservata un'ulteriore riduzione degli occupati di 94mila unità, portando la perdita di lavoratori, rispetto al massimo di aprile 2008, a quasi 850mila unità.
Dal punto di vista del mercato del lavoro, l'attuale fase recessiva è molto più grave di quella patita nel biennio 2008-2009, quando il Pil segnalò un calo più rilevante dell'attuale.
E', dunque, necessario – conclude Confcommercio - che il Paese abbia presto un Governo capace di decidere e incidere, a partire dall'eccezionale pressione fiscale che potrebbe addirittura aumentare con il previsto incremento dell'Iva, misura che va senz'altro definitivamente scongiurata.
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