A gennaio il tasso d'inflazione tendenziale segna la quarta frenata, fermandosi al 2,2% dal 2,3% di dicembre. E' il livello più basso da gennaio 2011.
A dicembre 2012 l'indice destagionalizzato delle vendite al dettaglio (valore corrente che incorpora la dinamica sia delle quantità sia dei prezzi) ha segnato un aumento congiunturale dello 0,2%. Nella media del trimestre ottobre-dicembre 2012 l'indice è diminuito dell'1,6% rispetto al trimestre precedente.
Nel confronto con novembre 2012, le vendite aumentano dello 0,2% sia per i prodotti alimentari sia per quelli non alimentari.
Rispetto a dicembre 2011, l'indice grezzo del totale delle vendite segna una diminuzione del 3,8%, sintesi di flessioni del 2,7% per i prodotti alimentari e del 4,2% per quelli non alimentari.
Le vendite per forma distributiva mostrano, nel confronto con dicembre 2011, una diminuzione sia per la grande distribuzione (-2,0%) sia, di maggiore intensità, per le imprese operanti su piccole superfici (‑5,3%).
Nel complesso del 2012, l'indice grezzo diminuisce del 2,2% rispetto al 2011, come risultato di un calo delle vendite di prodotti alimentari (‑0,8%) e di una flessione più marcata di quelle di prodotti non alimentari (-2,8%).
Nel mese di gennaio 2013, l'indice nazionale dei prezzi al consumo per l'intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, registra un aumento dello 0,2% rispetto al mese precedente e del 2,2% nei confronti nei confronti di gennaio 2012, confermando le stime provvisorie.
È l'ulteriore frenata della crescita su base annua dei prezzi dei Beni energetici (+5,4%, dal +9,3% di dicembre) a spiegare, in prevalenza, il rallentamento dell'inflazione a gennaio (dal +2,3% di dicembre), mentre un effetto di sostegno proviene dall'aumento dei prezzi degli Alimentari non lavorati e, in particolare, dei Vegetali freschi (+9,2% su base mensile, +13,1% su base annua).
L'inflazione acquisita per il 2013 è pari allo 0,8%.
A gennaio l'inflazione di fondo, calcolata al netto dei beni energetici e degli alimentari freschi, sale all'1,7% (era +1,6% a dicembre).
Al netto dei soli beni energetici, la crescita tendenziale dell'indice dei prezzi al consumo sale all'1,8% dall'1,7% del mese precedente.
Rallenta al 2,3% la crescita su base annua dei prezzi dei beni mentre sale al 2,1% quella dei prezzi dei servizi (erano rispettivamente +2,7% e +2,0% a dicembre). Il differenziale inflazionistico tra beni e servizi si riduce quindi di cinque decimi di punto percentuale rispetto a dicembre.
I prezzi dei prodotti acquistati con maggiore frequenza dai consumatori aumentano dello 0,4% su base mensile e del 2,7% su base annua, in rallentamento dal 3,1% di dicembre.
A gennaio 2013, l'indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA) diminuisce su base mensile del 2,0% e aumenta su base annua del 2,4% (era +2,6% a dicembre). Anche in questo caso i dati definitivi confermano le stime preliminari. La flessione congiunturale è in larga parte dovuta ai saldi stagionali dell'abbigliamento e calzature, di cui l'indice NIC non tiene conto.
L'indice IPCA a tassazione costante (IPCA-TC) diminuisce del 2,1% sul piano congiunturale e aumenta del 2,1% su quello tendenziale.
L'indice nazionale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI), al netto dei tabacchi, aumenta dello 0,2% su base mensile e del 2,2% su base annua.
Nel confronto con novembre 2012, le vendite aumentano dello 0,2% sia per i prodotti alimentari sia per quelli non alimentari.
Rispetto a dicembre 2011, l'indice grezzo del totale delle vendite segna una diminuzione del 3,8%, sintesi di flessioni del 2,7% per i prodotti alimentari e del 4,2% per quelli non alimentari.
Le vendite per forma distributiva mostrano, nel confronto con dicembre 2011, una diminuzione sia per la grande distribuzione (-2,0%) sia, di maggiore intensità, per le imprese operanti su piccole superfici (‑5,3%).
Nel complesso del 2012, l'indice grezzo diminuisce del 2,2% rispetto al 2011, come risultato di un calo delle vendite di prodotti alimentari (‑0,8%) e di una flessione più marcata di quelle di prodotti non alimentari (-2,8%).
Nel mese di gennaio 2013, l'indice nazionale dei prezzi al consumo per l'intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, registra un aumento dello 0,2% rispetto al mese precedente e del 2,2% nei confronti nei confronti di gennaio 2012, confermando le stime provvisorie.
È l'ulteriore frenata della crescita su base annua dei prezzi dei Beni energetici (+5,4%, dal +9,3% di dicembre) a spiegare, in prevalenza, il rallentamento dell'inflazione a gennaio (dal +2,3% di dicembre), mentre un effetto di sostegno proviene dall'aumento dei prezzi degli Alimentari non lavorati e, in particolare, dei Vegetali freschi (+9,2% su base mensile, +13,1% su base annua).
L'inflazione acquisita per il 2013 è pari allo 0,8%.
A gennaio l'inflazione di fondo, calcolata al netto dei beni energetici e degli alimentari freschi, sale all'1,7% (era +1,6% a dicembre).
Al netto dei soli beni energetici, la crescita tendenziale dell'indice dei prezzi al consumo sale all'1,8% dall'1,7% del mese precedente.
Rallenta al 2,3% la crescita su base annua dei prezzi dei beni mentre sale al 2,1% quella dei prezzi dei servizi (erano rispettivamente +2,7% e +2,0% a dicembre). Il differenziale inflazionistico tra beni e servizi si riduce quindi di cinque decimi di punto percentuale rispetto a dicembre.
I prezzi dei prodotti acquistati con maggiore frequenza dai consumatori aumentano dello 0,4% su base mensile e del 2,7% su base annua, in rallentamento dal 3,1% di dicembre.
A gennaio 2013, l'indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA) diminuisce su base mensile del 2,0% e aumenta su base annua del 2,4% (era +2,6% a dicembre). Anche in questo caso i dati definitivi confermano le stime preliminari. La flessione congiunturale è in larga parte dovuta ai saldi stagionali dell'abbigliamento e calzature, di cui l'indice NIC non tiene conto.
L'indice IPCA a tassazione costante (IPCA-TC) diminuisce del 2,1% sul piano congiunturale e aumenta del 2,1% su quello tendenziale.
L'indice nazionale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI), al netto dei tabacchi, aumenta dello 0,2% su base mensile e del 2,2% su base annua.

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