sabato 19 gennaio 2013

Quando Qultura si scrive con la Q

Tempo fa, il Comune di Scapoli è diventato promotore di un progetto intitolato 'Valorizzazione dei Beni Culturali Minori', interamente dedicato alla zampogna. 











Che la zampogna sia un bene culturale è fuori discussione, ma che venga qualificato come 'minore' mi sembra alquanto imprudente. Se poi a farlo è proprio l’ente che più di tutti dovrebbe esaltare il ruolo della zampogna, l’aggettivo scelto diventa una sconcertante 'autocertificazione di inferiorità'.

I molteplici patrimoni della civiltà dell’uomo dovrebbero avere sempre pari dignità. Non possono essere stimati in base ad una classifica di merito, a presunti aspetti migliori o peggiori, a improbabili livelli principali o secondari, a inverosimili funzioni superiori o inferiori.

Con atteggiamento di parte, se proprio volessi dirla tutta (rimangiandomi ciò che ho testé affermato), dovrei asserire che per il Molise – paesaggio escluso – la zampogna non è 'un' bene culturale ma è 'il' bene culturale.

Rispetto a questa mia puntualizzazione vedo scarsi spiragli di dissenso. E francamente non me ne importa se, con fastose argomentazioni, obietteranno i vessilliferi del paleosuolo e dell’archeologia, gli sventolatori del medioevo e dell’antico Sannio, gli sbandieratori della pittura e della letteratura.

Accetto l’agone dialettico con chiunque continui a fare cultura con la C. Nel Molise, però, troppo spesso la "qultura" viene fatta con la "Q".


Mauro Gioielli

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