Il Senato ha scritto una pagina buia con un voto segreto che ha visto convergere 131 parlamentari su una proposta obbrobriosa, liberticida e lontana dai principi sanciti dall’art. 21 della Costituzione Italiana: "La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni e censure…".
Prevedere il carcere per i giornalisti che si macchiano del reato di diffamazione è una misura oscurantistica, che limita i diritti di inchiesta e priva l’opinione pubblica di informazioni essenziali con una sostanziale alterazione dei fondamenti costitutivi della democrazia. Qualora questa norma fosse stata già in vigore, i cittadini sarebbero mai venuti a conoscenza delle vicende degradanti di Belsito, Lusi, Fiorito, della sanità privata lombarda, dello scandalo della Protezione Civile, delle vicende della Banca del Vaticano o delle corruttele della Finmeccanica?
Il solo dubbio ci lascia propendere per la richiesta di stoppare l’esame del provvedimento di legge e stracciarlo da ogni discussione futura. E’ preferibile correre il rischio di ritrovarsi sbattuti in prima pagina da innocenti, come è accaduto di recente a Nichi Vendola e a Vasco Errani, che non innalzare steccati alla libertà dei giornalisti. Ci sono tante e diverse modalità amministrative, pecuniarie, sospensioni o radiazioni dall’Albo, che potrebbero essere concordate con la Federazione della Stampa in linea con le normative in vigore nelle altre grandi democrazie europee e mondiali.
Mi auguro che il disegno di legge venga derubricato dall’agenda politico-istituzionale ed esprimo totale dissenso per un pronunciamento indecoroso, inaccettabile e grave.
Il solo dubbio ci lascia propendere per la richiesta di stoppare l’esame del provvedimento di legge e stracciarlo da ogni discussione futura. E’ preferibile correre il rischio di ritrovarsi sbattuti in prima pagina da innocenti, come è accaduto di recente a Nichi Vendola e a Vasco Errani, che non innalzare steccati alla libertà dei giornalisti. Ci sono tante e diverse modalità amministrative, pecuniarie, sospensioni o radiazioni dall’Albo, che potrebbero essere concordate con la Federazione della Stampa in linea con le normative in vigore nelle altre grandi democrazie europee e mondiali.
Mi auguro che il disegno di legge venga derubricato dall’agenda politico-istituzionale ed esprimo totale dissenso per un pronunciamento indecoroso, inaccettabile e grave.
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