venerdì 2 novembre 2012

L’accorpamento delle province è senza dubbio un passo avanti, ma al tempo stesso è una rivoluzione mancata

"La soppressione totale avrebbe fatto risparmiare subito 4,5 mld di euro mantenendo intatti i livelli occupazionali".






Così, in una nota, Confesercenti commenta il provvedimento taglia province del Governo, che riduce il numero complessivo dei livelli di rappresentanza su base provinciale.
 
"Gli accorpamenti sono un buon inizio, ma si poteva e doveva abolire in toto le province. Così si è persa un'occasione per rendere ancora più snello ed efficiente lo Stato e per dimostrare a cittadini e imprese che si sta procedendo seriamente alla revisione della spesa e della struttura istituzionale.

L’abolizione completa di questi enti, il cui disavanzo di circa 500 milioni di euro corrisponde al 12% del disavanzo complessivo delle amministrazioni locali, avrebbe contribuito di molto ad abbattere la spesa pubblica: facendo salvi i livelli occupazionali e ridistribuendo personale e funzioni svolte tra comuni e Regioni, la cancellazione avrebbe portato a un risparmio immediato stimabile in 4,5 miliardi, concentrato nel taglio degli stipendi dei 3.853 politici, che ci costano 434 milioni di euro (in media 115mila euro ciascuno), nel comparto dei consumi intermedi e, indirettamente, nei drastici tagli ai 1.045 organismi partecipati dalle province.

I 63.000 dipendenti provinciali, che attualmente pesano per 2,3 miliardi annui, potrebbero essere riassorbiti nella pubblica amministrazione, per mezzo del blocco del turnover e di mancate (o ridotte) nuove assunzioni. Da parte nostra assicuriamo che continueremo a insistere perché si arrivi a una più ampia e radicale riforma dei livelli istituzionali, abolendo oltre alle province anche micro-comuni e comunità locali".

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