lunedì 5 novembre 2012

Confedilizia: Con novembre riscaldamenti accesi in 30 capoluoghi

Confedilizia ricorda infatti che le accensioni delle caldaie sono scadenzate – ai sensi del D.P.R. n. 412 del 1993 – in differenti periodi a seconda della zona climatica in cui i singoli Comuni sono inseriti, mentre i Comuni non presenti in alcuna delle zone in questione sono disciplinati da apposito provvedimento del Sindaco.




In particolare, la legge ha distinto sei diverse zone (A, B, C, D, E, F) ed ha imposto per ogni zona precisi criteri relativi al periodo di accensione degli impianti e all'orario giornaliero massimo di accensione degli stessi. I Sindaci dei Comuni possono tuttavia ampliare, a fronte di comprovate esigenze, i periodi annuali di esercizio e la durata giornaliera di accensione dei riscaldamenti, dandone immediata notizia alla popolazione. Al di fuori di tali periodi, gli impianti termici possono essere attivati solo in presenza di situazioni climatiche che ne giustifichino l'esercizio e, comunque, con durata giornaliera non superiore alla metà di quella consentita a pieno regime. E' prevista la sanzione amministrativa da un minimo di 500 euro ad un massimo di 3.000.

Per conoscere la "Zona climatica" di appartenenza del proprio Comune e per avere ogni utile informazione in merito si può consultare il sito della Confedilizia, all’indirizzo www.confedilizia.it.

Ma, a giudicare dalle spese a cui vanno incontro le famiglie per riscaldare le abitazioni, difficilmente ci sarà qualcuno che infrangerà la legge accendendo i termosifoni al di fuori del periodo prestabilito. Indipendentemente dalla fonte energetica scelta, il vecchio gasolio da riscaldamento o il più moderno metano, le bollette sono a molti zeri. Nella classifica europea dei prezzi del gas, stando all'ultima Relazione dell'Autorità per l'energia, l'Italia è sensibilmente al di sopra della media europea: il costo al lordo delle tasse, nella fascia di consumo più bassa, è pari a oltre 98 euro al metro cubo (contro 90 dell'Unione europea), in quella media è di quasi 83 euro (contro 64) e in quella alta di 76 euro (in Europa se ne pagano 59).

Anche le case che hanno scelto di non affidarsi al metano non hanno di che sorridere: stando elle statistiche presenti sul sito del ministero dello Sviluppo economico (che prendono in considerazione solo il prezzo industriale, a cui vanno quindi aggiunti i margini delle imprese e le tasse), l'Italia è nelle posizioni di testa con 797 euro per ogni mille litri, superata solo da Malta (827) e Danimarca (815).

Sarà quindi anche per questo che le famiglie, come annuncia la Coldiretti, riscoprono stufe e camini, facendo impennare l'import di legname. L'organizzazione agricola ricorda infatti che nei primi sette mesi dell'anno, stando ai dati Istat, le importazioni sono aumentate del 26% rispetto a 10 anni fa: e, in tutto il 2012, l'attesa è per un import pari a 3 miliardi di chili.

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