venerdì 19 ottobre 2012

Ciocca replica a Giarrusso

E' una costante del cerchio magico quella di annunciare, mediaticamente, l’avvio di azioni giudiziarie nei confronti di chi si rende colpevole del reato di lesa maestà. E così è andata in scena - sugli organi di informazione locali -  l’autodifesa dell’architetto Giuseppe Giarrusso, direttore dell’Agenzia regionale di Protezione Civile e contestualmente commissario liquidatore della Comunità Montana del Fortore Molisano.






L’architetto parte all’attacco e utilizza metodi e linguaggi a noi tristemente noti: una nota stampa livorosa – redatta a seguito dell’interrogazione parlamentare presentata dall’onorevole Antonio Di Pietro al ministro dell’Interno e relativa proprio al suo doppio incarico – che tradisce la fibrillazione che vive da qualche mese il vertice dell’Agenzia regionale di Protezione Civile.

Come è noto, nella veste di consigliere regionale, ho avanzato legittime richieste di accesso agli atti e ho osservato,  in maniera critica, i bandi emanati dalla stessa Arpc.

Domande e osservazioni legittime – lo ribadisco - che ho posto a norma dell’articolo 103 del vigente Regolamento interno di funzionamento del Consiglio regionale, dell’articolo 9 del vigente Statuto regionale nonché a norma degli articoli 22 e seguenti della legge 241/1990 e del decreto legislativo 80/1998.

Parimenti, ho inteso soffermarmi sul doppio incarico che ricopre l’architetto Giarrusso specificando che la sommatoria di poteri ed emolumenti stride fortemente con la realtà economica e occupazionale del Molise e con le dichiarazioni roboanti del governatore Michele Iorio, lo stesso che lo ha nominato….

Nella sua lunga ed articolata autodifesa, il direttore dell’Arpc cita norme e leggi per suffragare la sua posizione dirigenziale nel tentativo di giustificare il doppio incarico, che come ho già detto, potrà essere legittimo ma è eticamente scorretto.

L’architetto comunica, urbi et orbi, di aver avviato contro di me un’azione giudiziaria. La questione, oltre a terrorizzarmi, pone un interrogativo: il controllo sugli enti sub regionali è prerogativa dello status di consigliere regionale. Perché allora l’illuminato architetto commissario ha sorvolato su questo aspetto procedurale?

Cito testualmente l’articolo 103 del Regolamento onde evitare all’architetto commissario di sottrarsi, eventualmente ve ne fosse ancora bisogno, ai suoi doveri : "i consiglieri possono richiedere agli uffici della Regione e degli Enti dipendenti notizie e informazioni utili all’esperimento del mandato.

A tal fine i funzionari della Regione o di Enti o Aziende da esse dipendenti, che abbiano anche di fatto la responsabilità di un servizio, su richiesta, anche verbale di un consigliere regionale sono tenuti a fornire notizie o informazioni ai sensi e per gli effetti del precedente comma.

Il consigliere ha diritto di libero accesso agli uffici e può prendere liberamente visione degli atti cui è interessato. In esenzione di spese il consigliere ha diritto di ottenere con massima sollecitudine copia degli atti amministrativi ed anche di quelli intermedi e preparatori".

In spregio alla normativa che regola le prerogative dei consiglieri regionali, il direttore Giarrusso ha evitato di rispondere alle mie richieste di accesso agli atti, ai solleciti successivi e si è perfino opposto quando sono stato costretto a richiedere l’intervento delle forze dell’ordine!!

La migliore difesa è l’attacco, avrà pensato l’architetto commissario che, vista l’attenzione istituzionale posta in essere verso l’Agenzia che dirige, ha prima provato ad evitare di rispondere adducendo motivazioni francamente risibili e poi ha dovuto mettere mano  agli armadi della Protezione civile regionale, uno dei tanti carrozzoni ideati dal governatore e dai suoi sodali per sanare le bramosie del cerchio magico.

Una volta appurato che non poteva far altro che consegnare gli atti di cui avevo richiesto copia e "incastrato" anche dall’interrogazione dell’onorevole Di Pietro, l’architetto commissario ha pensato bene di annunciare l’avvio di una azione giudiziaria nei miei confronti. Sto tremando davvero!

Sia chiaro: la paventata denuncia che potrebbe essermi recapitata a breve e che vede come mittente l’architetto Giarrusso non sarà ostacolo alla mia attività di ricognizione delle attività gestionali dell’Agenzia che continuerò ad osservare soprattutto ora che le preselezioni per l’assunzione di personale sono terminate e si passerà alla delicata fase che preclude nuovi ingressi di professionisti locali all’interno dell’Arpc.

Investirò  tempo e risorse per informare i molisani sul giusto e corretto impiego dei fondi -  non pochi -  gestiti dall’architetto commissario che ritengo svolga due ruoli incompatibili ed entrambi ben remunerati, come si evince dagli atti ufficiali. 

Un dovere verso la comunità molisana che mi ha eletto in qualità di consigliere regionale, fatto questo che evidentemente sfugge all’architetto commissario abituato ad essere nominato. Un dato  incontrovertibile che certamente non consente allo stesso di esprimere valutazioni politiche né sulle attività dei consiglieri regionali né su quelle dei parlamentari.

Per il resto nulla di nuovo sotto il sole: se si intende rispondere con le intimidazioni alle legittime domande di chi ha il dovere di controllare, ritengo che ci sia un motivo in più per continuare nel solco di quanto fatto fino ad oggi.

E’ questa l’attività politica seria che svolgo nell’interesse della comunità molisana, quella esclusa dal cerchio magico, checché ne dica il superman molisano Giuseppe Giarrusso.

In ultimo, non posso che essere grato all’onorevole Di Pietro per aver portato l’ennesimo esempio di come funzioni il "sistema Michele" all’attenzione del Parlamento.

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