E’ durata poco meno di un’ora la seduta del Consiglio Regionale del Molise, convocata dal Presidente Mario Pietracupa per la mattinata di oggi, 31 ottobre 2012, alle ore 9,30, per la celebrazione della Giornata della Memoria, per le vittime del terremoto che ha colpito la nostra regione dieci anni fa, il 31 ottobre 2002.
Prima della commemorazione, il Presidente, nel fornire alcune comunicazioni all’aula, ha informato che nel pomeriggio alle ore 15,30, così come previsto, i lavori non riprenderanno e che l’assemblea tornerà a riunirsi martedì prossimo, 6 novembre alle ore 11,00, con soli tre punti all’ordine del giorno, le tre proposte di legge di cui il Consiglio, tra gli altri argomenti, si sarebbe dovuto occupare oggi (punti 8, 9 e 10):
1)-Proposta di legge n.40 di iniziativa dei consiglieri Sabusco e De Bernardo concernente "Modifiche alla legge regionale n.6/1999 (norme per il funzionamento delle Commissioni Sanitarie); 2)-Proposta di legge n.37, di iniziativa del consigliere Tamburro, concernente "norme per il trasporto di persone mediante servizi pubblici non di linea – Istituzione del ruolo dei conducenti di veicoli o natanti di cui alla legge 15 gennaio 1992,n.21"; 3)-Proposta di legge alle Camere, di iniziativa dei consiglieri Pietracupa, Cavaliere, Petraroia, Chierchia, Sabusco, Chieffo, Bizzarro, Vitagliano, Ciocca, Di LaurA Frattura, Totaro, Scasserra, Leva, D’Aimmo, Iorio, Romano, Parpiglia, Romagnuolo, De Bernardo, Monaco, Di Donato, Di Pietro, Velardi, Tamburro, Tedeschi, Di Sandro, Niro, Fusco, Marinelli, e Icci, concernente: "Divieto di prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi liquidi".
Il Presidente Pietracupa ha aggiunto che il Consiglio di martedì prossimo dovrà procedere anche alla nomina di un componente dimissionario al Consorzio di Bonifica di Venafro, invitando l’opposizione a far pervenire la segnalazione, visto che spetta ad essa.
Ha aggiunto, altresì, che lunedì 5 novembre, alle ore 11,00, si terrà una conferenza dei capigruppo, allargata ai consiglieri che volessero partecipare, per una riflessione congiunta sulla situazione venutasi a creare con la sentenza del Consiglio di Stato e per verificare insieme il da farsi per il prosieguo dell’attività amministrativa.
Sulla situazione del momento hanno preso la parola anche i consiglieri Petraroia e Romano.
Il primo ha espresso apprezzamento al Presidente Pietracupa "che ha manifestato la esigenza di riunire la conferenza dei capigruppo per una verifica e anche – ha aggiunto - per ripristinare il rispetto verso gli amministratori regionali, anche a seguito di qualche articolo di stampa che vorrebbe i consiglieri non più in carica dopo la sentenza del Consiglio di Stato. Dobbiano avere chiaro il quadro normativo entro il quale ci dobbiamo muovere – ha proseguito -. La nota prefettizia di inizio settembre 2012 ci ha confermato che il Consiglio può riunirsi per le problematiche urgenti ed indifferibili. Non consento a nessuno di speculare sulla mia dignità".
Il consigliere Romano "solo per ribadire la sollecitazione del collega Petraroia, che faccio anche mia. La sollecito, altresì, ha aggiunto rivolto al Presidente Pietracupa, a promuovere un momento di confronto su questo ed altri aspetti, anche perché ci sono alcuni interrogativi da sciogliere, come ad esempio: chi deciderà il voto e quando si vota? Fino a quando rimarremo in carica? ecc..".
Il Presidente Pietracupa, ricordando all’aula anche la nota dell’Avvocatura dello Stato che conforta il lavoro del Consiglio, ha ribadito la necessità della conferenza dei capigruppo allargata, fissata per lunedì prossimo, 5 novembre alle ore 11,00.
A questo punto il Presidente, dopo aver fatto osservare un minuto di raccoglimento, ha dato inizio alla commemorazione sostenendo che "in continuità con quanto stabilito dalla legge finanziaria regionale del 12 novembre 2003, numero 29, quello di oggi non vuole essere un momento per stare in pace con le nostre coscienze, ma è una occasione di profonda riflessione e condivisione. La Giornata della Memoria è vissuta con grande partecipazione da parte di tutti i molisani. In effetti, quella istituita nove anni fa è una legge della Regione Molise, qualcosa di tangibile che interpreta il sentimento di tutti noi. Con essa si è inteso aprire un osservatorio permanente sulle problematiche legate al tragico evento verificatosi il 31 ottobre 2002, all’impegno della protezione civile, alla sicurezza e al mondo della infanzia".
Hanno preso quindi la parola un consigliere di minoranza, Paolo Di Laura Frattura, e uno di maggioranza, l’assessore Antonio Chieffo.
"E’ con reale condivisione di sentimenti – ha esordito Frattura – che partecipiamo alla giornata della Memoria istituita perché mai si dimentichino il 31 ottobre 2002 ed i giorni tristi che seguirono. Dieci anni durante i quali ogni genitore, in una sincera vicinanza, ha partecipato ed ha vissuto sulla propria pelle il dolore. Lo strazio delle famiglie che hanno pianto i loro cari, ha segnato la vita di tutti e disegnato – ma solo nei contorni purtroppo – un altro futuro che dovrà continuare ad essere scritto in nome della sicurezza, della prevenzione e del rispetto delle norme. Una condivisione del dolore – si legge ancora nello scritto contenuto in quattro fogli approntati da Frattura - quella che viviamo da dieci anni alla quale si aggiungono il dovere e la responsabilità istituzionale nei confronti di una comunità che soffre ancora oggi per la perdita dei propri cari e per gli ostacoli che si ergono sulla strada di un percorso di futuro che ancora non viene compiutamente concluso…
Oggi si sente ancora forte e chiaro il richiamo alla concretezza dell’agire politico , istituzionale e di legalità.Nessuna tentazione retorica ma le parole d’ordine erano e restano prevenzione, sicurezza e rispetto delle regole…Abbiamo il dovere di guardare insieme al domani e di lavorare, ognuno per le proprie competenze e responsabilità, perché la forza della natura trovi ostacolo nella sua azione di morte e devastazione nel rispetto pieno e mai abdicato delle regole, individuando nel percorso di legalità il primo imprescindibile passo da compiere…Il Giorno della Memoria, nella sua solennità, non può prescindere da una ricognizione dello stato della ricostruzione nei comuni del cratere sismico, nei villaggi provvisori e nelle casette in compensato ormai consumato dal freddo e dal sole. Sono più di 800 le famiglie ancora senza una casa dopo dieci anni di promesse e parole che ormai suonano vuote.
Il terremoto che non finisce mai ci ha consegnato una fotografia sbiadita, ma sempre identica: impalcature, puntellamenti, una vita trascorsa in una sorta di confino che, giorni dopo giorno, diventa consuetudine all’isolamento, alla manca di fiducia verso chi invece avrebbe dovuto rispondere con tempestività alle richieste di aiuto. Dieci anni – ha concluso Frattura – che sono costati quasi un miliardo di euro, ma che – d’altro canto – hanno sfaldato il senso della appartenenza, la fiducia nelle istituzioni. Dieci anni lungo i quali i diritti non sono mai stati uguali per tutti. Una ferita – ancora aperta e sanguinante – da rimarginare con l’agire politico dell’oggi e con la speranza nel domani”.
Cinque i fogli contenenti lo scritto dell’assessore Antonio Chieffo, originario di Colletorto, uno dei centri del cratere, che così ha iniziato il suo intervento:
"sono trascorsi dieci anni…ma udire il suono di una campanella di una scuola da quel fatidico 31 ottobre 2002 rende questo lasso di tempo fluttuante intorno alle emozioni, al dolore, che di anno in anno riscopriamo profondo ed incancellabile dentro di noi. Impossibile dimenticare, impossibile cancellare quelle immagini, impossibile annullare il ricordo di quelle lunghe ore intervallate da urla, pianti, angoscia profonda, da silenzi richiesti dai soccorritori nel momento che una voce flebile arrivava ai loro orecchi…tutto si bloccava…il fiato in gola…gli occhi sbarrati…le lacrime arrestavano il loro cammino…lì come se il tempo si fermasse con la speranza che quei papà, quelle mamme, quei familiari potessero uscire dall’incubo e riabbracciare i loro teneri, piccoli tesori.
La Giornata della Memoria è sostenuta da profondi valori umani, da emozioni e sentimenti incancellabili che a distanza di dieci anni riaffermano la volontà comune di tutti i colleghi di questo Consiglio di ricordare quanto accaduto, affinché la coesione e la comunione di intenti per la salvaguardia della incolumità pubblica faccia sempre cadere i muri della contrapposizione di parte o di ideale a beneficio e nell’interesse di tutti. Questa giornata rappresenta, per chi come me in quest’aula, ha vissuto gli effetti deleteri del terremoto, che conosce quanto sia duro ritrovare la normalità e che non ha mai perso di vista le occasioni e le possibilità per attutire gli effetti devastanti, un appuntamento con la coscienza di amministratore oltre che di uomo.
In questo giorno più che mai bisogna tener presente che alcun strumentalismo, qualunquismo, massimalismo che dir si voglia, potrà occultare o mistificare le opere realizzate, gli sforzi compiuti, l’impegno profuso, che hanno consentito di dare risposte, sia pure a volte provvisorie, ai bisogni delle famiglie colpite dal sisma. Tante volte abbiamo pensato che è nostro preciso dovere dimostrare, in maniera seria, che siamo stati impegnati nel risollevare le sorti delle comunità colpite attraverso atti concreti.… Pertanto gli aiuti alle famiglie maggiormente colpite, per riprendere il cammino, sono rappresentati o devono essere rappresentati, dalla solidale partecipazione alla ricostruzione, non solo di quanto materialmente crollato, ma ancor più delle coscienze, degli animi, della ricostruzione morale e sociale del tessuto socio-culturale- che abbarbichi gli uomini e le donne delle aree colpite alle proprie radici, facendo si che il ritorno alla normalità sia anche ritorno alle tradizioni, agli appuntamenti culturali, agli usi di un popolo che intende ricostruire il proprio tessuto oltre che le proprie strade e case…
Il nostro fare di questi anni non ha potuto prescindere dalla grande solidarietà ricevuta, come le azioni future non potranno prendere le distanze dal ^moto del cuore^, in quanto non può e non deve la fredda razionalità guidare i passi e le azioni di chi è chiamato per ruolo a guidare la ^cosa pubblica^ verso scelte che prima di tutto devono essere umane e non meccaniche. Queste riflessioni per ricordare quel dramma con i suoi lutti e i suoi dolori, ma anche l’impegno profuso e teso verso la sicurezza e la salvaguardia della incolumità degli studenti, che poi non è altro che impegno teso verso la salvaguardia del nostro futuro…Per non dimenticare: soprattutto la tragedia della scuola Jovine, i bambini e la maestra morti sotto il crollo dell’edificio e tutti gli altri lutti purtroppo accaduti.
Un rapporto di valenza nazionale con il precipuo obiettivo che nessuno dimentichi. Cerimonie come questa odierna – ha concluso Antonio Chieffo – hanno senso e valore unicamente se poste e vissute con la emozione e la sofferenza del dramma, ma soprattutto con la determinazione di rendere una riflessione e una partecipazione collettiva, improntata alla obiettività e al desiderio di andare avanti con il precipuo impegno a diventare sempre più costruttori di ponti e non edificatori di muri".
Il Presidente Pietracupa ha aggiornato quindi la seduta a martedi prossimo, 6 novembre 2012, alle ore 11,00.
1)-Proposta di legge n.40 di iniziativa dei consiglieri Sabusco e De Bernardo concernente "Modifiche alla legge regionale n.6/1999 (norme per il funzionamento delle Commissioni Sanitarie); 2)-Proposta di legge n.37, di iniziativa del consigliere Tamburro, concernente "norme per il trasporto di persone mediante servizi pubblici non di linea – Istituzione del ruolo dei conducenti di veicoli o natanti di cui alla legge 15 gennaio 1992,n.21"; 3)-Proposta di legge alle Camere, di iniziativa dei consiglieri Pietracupa, Cavaliere, Petraroia, Chierchia, Sabusco, Chieffo, Bizzarro, Vitagliano, Ciocca, Di LaurA Frattura, Totaro, Scasserra, Leva, D’Aimmo, Iorio, Romano, Parpiglia, Romagnuolo, De Bernardo, Monaco, Di Donato, Di Pietro, Velardi, Tamburro, Tedeschi, Di Sandro, Niro, Fusco, Marinelli, e Icci, concernente: "Divieto di prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi liquidi".
Il Presidente Pietracupa ha aggiunto che il Consiglio di martedì prossimo dovrà procedere anche alla nomina di un componente dimissionario al Consorzio di Bonifica di Venafro, invitando l’opposizione a far pervenire la segnalazione, visto che spetta ad essa.
Ha aggiunto, altresì, che lunedì 5 novembre, alle ore 11,00, si terrà una conferenza dei capigruppo, allargata ai consiglieri che volessero partecipare, per una riflessione congiunta sulla situazione venutasi a creare con la sentenza del Consiglio di Stato e per verificare insieme il da farsi per il prosieguo dell’attività amministrativa.
Sulla situazione del momento hanno preso la parola anche i consiglieri Petraroia e Romano.
Il primo ha espresso apprezzamento al Presidente Pietracupa "che ha manifestato la esigenza di riunire la conferenza dei capigruppo per una verifica e anche – ha aggiunto - per ripristinare il rispetto verso gli amministratori regionali, anche a seguito di qualche articolo di stampa che vorrebbe i consiglieri non più in carica dopo la sentenza del Consiglio di Stato. Dobbiano avere chiaro il quadro normativo entro il quale ci dobbiamo muovere – ha proseguito -. La nota prefettizia di inizio settembre 2012 ci ha confermato che il Consiglio può riunirsi per le problematiche urgenti ed indifferibili. Non consento a nessuno di speculare sulla mia dignità".
Il consigliere Romano "solo per ribadire la sollecitazione del collega Petraroia, che faccio anche mia. La sollecito, altresì, ha aggiunto rivolto al Presidente Pietracupa, a promuovere un momento di confronto su questo ed altri aspetti, anche perché ci sono alcuni interrogativi da sciogliere, come ad esempio: chi deciderà il voto e quando si vota? Fino a quando rimarremo in carica? ecc..".
Il Presidente Pietracupa, ricordando all’aula anche la nota dell’Avvocatura dello Stato che conforta il lavoro del Consiglio, ha ribadito la necessità della conferenza dei capigruppo allargata, fissata per lunedì prossimo, 5 novembre alle ore 11,00.
A questo punto il Presidente, dopo aver fatto osservare un minuto di raccoglimento, ha dato inizio alla commemorazione sostenendo che "in continuità con quanto stabilito dalla legge finanziaria regionale del 12 novembre 2003, numero 29, quello di oggi non vuole essere un momento per stare in pace con le nostre coscienze, ma è una occasione di profonda riflessione e condivisione. La Giornata della Memoria è vissuta con grande partecipazione da parte di tutti i molisani. In effetti, quella istituita nove anni fa è una legge della Regione Molise, qualcosa di tangibile che interpreta il sentimento di tutti noi. Con essa si è inteso aprire un osservatorio permanente sulle problematiche legate al tragico evento verificatosi il 31 ottobre 2002, all’impegno della protezione civile, alla sicurezza e al mondo della infanzia".
Hanno preso quindi la parola un consigliere di minoranza, Paolo Di Laura Frattura, e uno di maggioranza, l’assessore Antonio Chieffo.
"E’ con reale condivisione di sentimenti – ha esordito Frattura – che partecipiamo alla giornata della Memoria istituita perché mai si dimentichino il 31 ottobre 2002 ed i giorni tristi che seguirono. Dieci anni durante i quali ogni genitore, in una sincera vicinanza, ha partecipato ed ha vissuto sulla propria pelle il dolore. Lo strazio delle famiglie che hanno pianto i loro cari, ha segnato la vita di tutti e disegnato – ma solo nei contorni purtroppo – un altro futuro che dovrà continuare ad essere scritto in nome della sicurezza, della prevenzione e del rispetto delle norme. Una condivisione del dolore – si legge ancora nello scritto contenuto in quattro fogli approntati da Frattura - quella che viviamo da dieci anni alla quale si aggiungono il dovere e la responsabilità istituzionale nei confronti di una comunità che soffre ancora oggi per la perdita dei propri cari e per gli ostacoli che si ergono sulla strada di un percorso di futuro che ancora non viene compiutamente concluso…
Oggi si sente ancora forte e chiaro il richiamo alla concretezza dell’agire politico , istituzionale e di legalità.Nessuna tentazione retorica ma le parole d’ordine erano e restano prevenzione, sicurezza e rispetto delle regole…Abbiamo il dovere di guardare insieme al domani e di lavorare, ognuno per le proprie competenze e responsabilità, perché la forza della natura trovi ostacolo nella sua azione di morte e devastazione nel rispetto pieno e mai abdicato delle regole, individuando nel percorso di legalità il primo imprescindibile passo da compiere…Il Giorno della Memoria, nella sua solennità, non può prescindere da una ricognizione dello stato della ricostruzione nei comuni del cratere sismico, nei villaggi provvisori e nelle casette in compensato ormai consumato dal freddo e dal sole. Sono più di 800 le famiglie ancora senza una casa dopo dieci anni di promesse e parole che ormai suonano vuote.
Il terremoto che non finisce mai ci ha consegnato una fotografia sbiadita, ma sempre identica: impalcature, puntellamenti, una vita trascorsa in una sorta di confino che, giorni dopo giorno, diventa consuetudine all’isolamento, alla manca di fiducia verso chi invece avrebbe dovuto rispondere con tempestività alle richieste di aiuto. Dieci anni – ha concluso Frattura – che sono costati quasi un miliardo di euro, ma che – d’altro canto – hanno sfaldato il senso della appartenenza, la fiducia nelle istituzioni. Dieci anni lungo i quali i diritti non sono mai stati uguali per tutti. Una ferita – ancora aperta e sanguinante – da rimarginare con l’agire politico dell’oggi e con la speranza nel domani”.
Cinque i fogli contenenti lo scritto dell’assessore Antonio Chieffo, originario di Colletorto, uno dei centri del cratere, che così ha iniziato il suo intervento:
"sono trascorsi dieci anni…ma udire il suono di una campanella di una scuola da quel fatidico 31 ottobre 2002 rende questo lasso di tempo fluttuante intorno alle emozioni, al dolore, che di anno in anno riscopriamo profondo ed incancellabile dentro di noi. Impossibile dimenticare, impossibile cancellare quelle immagini, impossibile annullare il ricordo di quelle lunghe ore intervallate da urla, pianti, angoscia profonda, da silenzi richiesti dai soccorritori nel momento che una voce flebile arrivava ai loro orecchi…tutto si bloccava…il fiato in gola…gli occhi sbarrati…le lacrime arrestavano il loro cammino…lì come se il tempo si fermasse con la speranza che quei papà, quelle mamme, quei familiari potessero uscire dall’incubo e riabbracciare i loro teneri, piccoli tesori.
La Giornata della Memoria è sostenuta da profondi valori umani, da emozioni e sentimenti incancellabili che a distanza di dieci anni riaffermano la volontà comune di tutti i colleghi di questo Consiglio di ricordare quanto accaduto, affinché la coesione e la comunione di intenti per la salvaguardia della incolumità pubblica faccia sempre cadere i muri della contrapposizione di parte o di ideale a beneficio e nell’interesse di tutti. Questa giornata rappresenta, per chi come me in quest’aula, ha vissuto gli effetti deleteri del terremoto, che conosce quanto sia duro ritrovare la normalità e che non ha mai perso di vista le occasioni e le possibilità per attutire gli effetti devastanti, un appuntamento con la coscienza di amministratore oltre che di uomo.
In questo giorno più che mai bisogna tener presente che alcun strumentalismo, qualunquismo, massimalismo che dir si voglia, potrà occultare o mistificare le opere realizzate, gli sforzi compiuti, l’impegno profuso, che hanno consentito di dare risposte, sia pure a volte provvisorie, ai bisogni delle famiglie colpite dal sisma. Tante volte abbiamo pensato che è nostro preciso dovere dimostrare, in maniera seria, che siamo stati impegnati nel risollevare le sorti delle comunità colpite attraverso atti concreti.… Pertanto gli aiuti alle famiglie maggiormente colpite, per riprendere il cammino, sono rappresentati o devono essere rappresentati, dalla solidale partecipazione alla ricostruzione, non solo di quanto materialmente crollato, ma ancor più delle coscienze, degli animi, della ricostruzione morale e sociale del tessuto socio-culturale- che abbarbichi gli uomini e le donne delle aree colpite alle proprie radici, facendo si che il ritorno alla normalità sia anche ritorno alle tradizioni, agli appuntamenti culturali, agli usi di un popolo che intende ricostruire il proprio tessuto oltre che le proprie strade e case…
Il nostro fare di questi anni non ha potuto prescindere dalla grande solidarietà ricevuta, come le azioni future non potranno prendere le distanze dal ^moto del cuore^, in quanto non può e non deve la fredda razionalità guidare i passi e le azioni di chi è chiamato per ruolo a guidare la ^cosa pubblica^ verso scelte che prima di tutto devono essere umane e non meccaniche. Queste riflessioni per ricordare quel dramma con i suoi lutti e i suoi dolori, ma anche l’impegno profuso e teso verso la sicurezza e la salvaguardia della incolumità degli studenti, che poi non è altro che impegno teso verso la salvaguardia del nostro futuro…Per non dimenticare: soprattutto la tragedia della scuola Jovine, i bambini e la maestra morti sotto il crollo dell’edificio e tutti gli altri lutti purtroppo accaduti.
Un rapporto di valenza nazionale con il precipuo obiettivo che nessuno dimentichi. Cerimonie come questa odierna – ha concluso Antonio Chieffo – hanno senso e valore unicamente se poste e vissute con la emozione e la sofferenza del dramma, ma soprattutto con la determinazione di rendere una riflessione e una partecipazione collettiva, improntata alla obiettività e al desiderio di andare avanti con il precipuo impegno a diventare sempre più costruttori di ponti e non edificatori di muri".
Il Presidente Pietracupa ha aggiornato quindi la seduta a martedi prossimo, 6 novembre 2012, alle ore 11,00.
Nessun commento:
Posta un commento