sabato 1 settembre 2012

Imprese - donna: Crescita debole in Molise

In Molise, nonostante la positività del tasso di crescita dell’ultimo trimestre, si contano, rispetto al secondo trimestre del 2011, 170 imprese registrate e 329 imprese attive in meno.





Dopo l’anno appena passato, che ha visto una crescita delle imprese "rosa" molisane negativa e in controtendenza rispetto all’Italia, e un primo trimestre caratterizzato da un alto numero di cessazioni, il secondo trimestre si chiude con un tasso di crescita positivo, pari a +0,42%, in linea con resto d’Italia (+0,58%) ma tra le regioni con il tasso più debole. Il trimestre da poco concluso, nonostante la positività del saldo demografico imprenditoriale, è caratterizzato da una certa staticità caratterizzata da un tasso di iscrizione e un tasso di cessazione tra i più bassi d’Italia.

In termini assoluti, a fine del II trimestre 2012, si contano 10.533 imprese registrate di cui 9.822 dichiarate attive. In aumento dello 0,3% rispetto al trimestre precedente, contro lo 0,8% registrato in Italia e lo 0,6% nel Sud e isole, e in diminuzione dell’1,6% rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente. La contrazione registrata in termini tendenziali è stata maggiore di quella osservata nel resto d’Italia, dove le imprese "in rosa" sono pressoché stabili con una variazione dello 0,1%, e più accentuata nel confronto con il Mezzogiorno (-0,2%).

Quanto a "femminilizzazione" del tessuto imprenditoriale, le regioni leader si confermano quelle della fascia meridionale, dove il Molise continua ad occupare la prima posizione con il 29,9% delle imprese "rosa". Seguono l’Abruzzo (27,7%), la Basilicata (27,6%) e la Campania (26,7%). Tuttavia casi degni di rilievo si osservano anche nelle altre aree geografiche: tra le regioni del Centro, l’Umbria registra un tasso pari al 26,0%, mentre tra quelle del Nord il primato lo detiene la Liguria con un’incidenza del 24,6%. Tuttavia, come più volte evidenziato, l’incidenza che ci colloca in prima posizione sta registrando, seppur lieve, una progressiva e continua diminuzione.

Tra le province, solo quelle di Imperia, Savona, Gorizia, Ragusa e Napoli si differenziano per un tasso di crescita negativo, tra le altre è possibile identificare un gruppo di province il cui tasso, seppur positivo, risulta comunque inferiore all’1%, e un altro gruppo, composto dalle prime dodici province, con performance più brillanti il cui tasso di crescita supera l’1%. Nella classifica delle province, Campobasso (+0,20%) e Isernia (+1,05%) occupano rispettivamente il 94-esimo e l’11-esimo posto.

Nel secondo trimestre 2012, come è stato precedentemente illustrato, l’andamento delle imprese capitanate "in rosa", dopo la battuta d’arresto registrata nel corso del 2011, descrivono un trend crescente ma alquanto debole. Tuttavia, da un’analisi per forme giuridiche, si continua ad osservare un aumento soprattutto delle forme imprenditoriali più complesse, come ad esempio le società di capitale  che registrano una variazione dello stock di +49 imprese registrate rispetto allo stesso periodo del 2011. Le società di persone , caratterizzate da un saldo demografico e da una differenza di stock negativi, aprono il terzo trimestre in negativo.

Continua il trend negativo delle ditte individuali che ha caratterizzato l’andamento delle imprese-donna durante tutto il 2011 e che segnano, seppur con un saldo demografico positivo, 192 imprese in meno. Tuttavia, se si analizza la distribuzione delle imprese, si osserva che in Molise la percentuale delle ditte individuali capitanate da donne (78,6%) risulta più alta sia rispetto all’Italia che nel confronto con il Sud e le Isole, all’inverso le forme imprenditoriali più complesse mostrano, nonostante la dinamica di crescita positiva che continuano a registrare, ancora un divario significativo dal resto d’Italia.

Da un approfondimento per settore di attività e natura giuridica è emerso che l’elevata incidenza delle ditte individuali è imputabile prevalentemente al settore dell’agricoltura (dove rappresentano il 98,7% di tutto il settore), agli altri servizi (pari al 90,7%) e al commercio (79,5%) che complessivamente costituiscono quasi il 70% di tutte le imprese capitanate da donne. L’incidenza delle ditte individuale è particolarmente elevata anche nelle attività di alloggio e ristorazione (71,2%) e nelle attività finanziarie e assicurative (79,3%).  All’inverso, anche le società più complesse presentano in alcuni settori un elevato tasso di incidenza, ma si tratta di quei reparti che hanno una bassa percentuale di composizione.

Le società di capitale, ad esempio, che rappresentano l’8,6% del totale, hanno un’incidenza elevata soprattutto nel settore delle costruzioni (43,0%) che costituisce il 2,9% del totale delle registrate. I settori in cui, in termini assoluti,  le imprese femminili hanno manifestato la crescita maggiore sono stati i settori connessi ai servizi, in particolare: il settore "Attività dei servizi di alloggio e ristorazione" (con 22 imprese in più, di cui 27 a Campobasso e -5 nella provincia di Isernia) e le "Attività professionali scientifiche e tecniche" (+7) di cui 6 nel capoluogo di regione e 1 nella provincia pentra.

Significativi i saldi di stock evidenziati in settori apparentemente meno femminili come le "Costruzioni" (+7) che si concentrano prevalentemente nella provincia di Isernia. Purtroppo, ad incidere maggiormente sulla negatività del saldo tra periodi sono proprio i settori più numerosi, senza riscontrare differenze significative tra le due province ad eccezione del settore "Commercio" che segna -43 imprese con una contrazione pari a -57 nella provincia di Campobasso  e un rialzo in positivo di 14 imprese in quella di Isernia. Il settore dell’agricoltura perde 131 imprese e le “Attività manifatturiere” perdono 15 imprese.

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