Risollevare le aziende in questo periodo di crisi. O meglio, contribuire ad ossigenare un tessuto economico per evitare il peggio in un momento che vede sempre più famiglie (tra imprenditori e lavoratori) sul lastrico. Sembra essere questo il motore che spinge la politica a mettere in campo pacchetti anticrisi.
Centro-destra e centro-sinistra in questo, a parole, sono concordi. Ma differenze e dubbi sorgono sul modus operandi. Le misure messe in campo dalla Regione Molise, almeno a livello di discrezionalità nelle scelte, piacciono poco ad esempio al Pd che, per una volta, solleva questioni senza distinzioni di posizioni interne al partito. Già Michele Petraroia qualche giorno fa ha diffidato Regione e Finmolise sul bando "Mi fido di Te" chiedendo la riammissione di 42 aziende artigiane escluse in modo iniquo e lo scorrimento della graduatoria per le altre 401 imprese ammesse ma non finanziate per carenza fondi. Stavolta a parlare è il vicesegretario regionale del Pd, Massimiliano Scarabeo, che spalleggiando il collega consigliere regionale alza il tiro: "Regione Molise e Finmolise, ma è una cosa tutta di famiglia?".
La domanda del politico di Venafro pare nascere spontanea osservando la graduatoria delle aziende ammesse al finanziamento del bando Por Fesr 2007 – 2013 riguardante l’innovazione e le tecnologie pulite. Tra le 88 aziende finanziate dall’ente presieduto (da aprile 2012) da Vincenzo Cotugno (cognato dell’europarlamentare molisano del Pdl), ci sarebbero alcune aziende “riconducibili” ad alcuni politici regionali e, più precisamente, ad Aldo Patriciello. “Senza nulla togliere ai requisiti delle stesse imprese” sottolinea il vice segretario regionale del Pd, l’attenzione è incentrata sui parametri utilizzati dalla stessa Finmolise e stabiliti dai bandi regionali sull’assegnazione del punteggio per la formazione della graduatoria. Parametri che, secondo Scarabeo, non sono basati su dati oggettivi ma lasciano ampio margine di discrezionalità ad un organo retto prettamente su nomine politiche.
"Chi decide il grado della novità della proposta, l’adeguatezza al programma di lavoro, la valutazione tecnico economica e la fattibilità tecnico organizzativa? – si domanda elencando i parametri di valutazione contenuti nel bando - Non sarebbe stato meglio creare una commissione tecnica, non politica, come è successo in Valle d’Aosta, Lombardia, Toscana, Piemonte, Veneto, Puglia, Campania e Calabria?". Da qui l’accusa formale: “Si ha la sensazione che le boccate d’ossigeno vengano erogate ad personam – Poi una possibile soluzione che eviti ingerenze – La Regione dovrebbe iniziare a ragionare in termini di filiera che vada dall’agricolo al tessile passando per le costruzioni”.
A questo si aggiunge l’affondo all’assessore alle Attività Produttive. Così a quel "In soli tre mesi abbiamo aperto e chiuso le operazioni" Scarabeo replica: "Scasserra sventola come un successo unico la celerità. Ma in altri territori come Lombardia e Toscana non sono la celerità scende sotto i 90 giorni, ma soprattutto è quasi un’abitudine".
La domanda del politico di Venafro pare nascere spontanea osservando la graduatoria delle aziende ammesse al finanziamento del bando Por Fesr 2007 – 2013 riguardante l’innovazione e le tecnologie pulite. Tra le 88 aziende finanziate dall’ente presieduto (da aprile 2012) da Vincenzo Cotugno (cognato dell’europarlamentare molisano del Pdl), ci sarebbero alcune aziende “riconducibili” ad alcuni politici regionali e, più precisamente, ad Aldo Patriciello. “Senza nulla togliere ai requisiti delle stesse imprese” sottolinea il vice segretario regionale del Pd, l’attenzione è incentrata sui parametri utilizzati dalla stessa Finmolise e stabiliti dai bandi regionali sull’assegnazione del punteggio per la formazione della graduatoria. Parametri che, secondo Scarabeo, non sono basati su dati oggettivi ma lasciano ampio margine di discrezionalità ad un organo retto prettamente su nomine politiche.
"Chi decide il grado della novità della proposta, l’adeguatezza al programma di lavoro, la valutazione tecnico economica e la fattibilità tecnico organizzativa? – si domanda elencando i parametri di valutazione contenuti nel bando - Non sarebbe stato meglio creare una commissione tecnica, non politica, come è successo in Valle d’Aosta, Lombardia, Toscana, Piemonte, Veneto, Puglia, Campania e Calabria?". Da qui l’accusa formale: “Si ha la sensazione che le boccate d’ossigeno vengano erogate ad personam – Poi una possibile soluzione che eviti ingerenze – La Regione dovrebbe iniziare a ragionare in termini di filiera che vada dall’agricolo al tessile passando per le costruzioni”.
A questo si aggiunge l’affondo all’assessore alle Attività Produttive. Così a quel "In soli tre mesi abbiamo aperto e chiuso le operazioni" Scarabeo replica: "Scasserra sventola come un successo unico la celerità. Ma in altri territori come Lombardia e Toscana non sono la celerità scende sotto i 90 giorni, ma soprattutto è quasi un’abitudine".
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