La lettera del Sindaco di Campobasso al Ministro degli Interni perché venga presa in considerazione l’opportunità di modificare il decreto 151/2011, consentendo un graduale adeguamento degli edifici scolastici alla normativa antincendio, ha riportato all’attenzione generale il problema, antico, della sicurezza delle scuole.
È noto infatti che ogni edificio scolastico deve avere un "certificato prevenzione incendi" (ora sostituito dalla cosiddetta SCIA) e che il Dirigente scolastico, in veste di datore di lavoro, deve richiederlo con sollecitudine, qualora la scuola ne sia sprovvista, all’Ente responsabile (il Comune per elementari e medie, la Provincia per le superiori).
Gli obblighi del Dirigente scolastico si intendono assolti con la richiesta della realizzazione degli adeguamenti antincendio prescritti dalla normativa.
È purtroppo prassi che il Dirigente scolastico scriva all’Ente locale chiedendo la realizzazione dei lavori e che l’Ente faccia orecchio da mercante.
Quando cambia colore politico dell’Ente si cambia tutto in maniera gattopardesca, perché tutto resti come prima. È infatti risaputo che la maggior parte degli alunni non vota, per cui i politici si interessano dei problemi delle scuole solo nel programma elettorale.
Eppure la legge relativa alla sicurezza antincendio risale al 1992.
È mai possibile che gli Enti locali in tutti questi anni non abbiano trovato risorse per la sicurezza antincendio, pur pressati dai Dirigenti scolastici? O hanno preferito investire le risorse in progetti più fruttuosi di voti o in sagre paesane ricche di "tarallucci e vino"?
Le colpe vanno equamente divise tra Regione, Province e Comuni. La prima non ha fatto una politica scolastica seria, efficace ed efficiente, preferendo dividere i fondi in mille rivoli per accontentare il cliente di turno: basti citare la costruzione di megastrutture scolastiche con pochissimi alunni, vere cattedrali nel deserto, per far funzionare le classi irregolari, perché numericamente insufficienti, a spese della stessa Regione. Per di più il Molise è l’unica regione priva ancora di un piano di dimensionamento scolastico!
Le Province e i Comuni hanno tirato a campare, nonostante le annuali sollecitazioni. E adesso, dopo 20 anni, si chiede urgentemente l’intervento dello Stato per ritardare (di altri 20 anni?) la messa in sicurezza di edifici dove i nostri figli e il personale della scuola passa gran parte del tempo.
Naturalmente la colpa non è degli attuali amministratori, ma è atavica. Come è atavico il problema.
Chi risarcirà gli alunni di tali inefficienze ?
Sbagliare è umano, perseverare nell’errore è diabolico, anzi vergognoso!
Gli obblighi del Dirigente scolastico si intendono assolti con la richiesta della realizzazione degli adeguamenti antincendio prescritti dalla normativa.
È purtroppo prassi che il Dirigente scolastico scriva all’Ente locale chiedendo la realizzazione dei lavori e che l’Ente faccia orecchio da mercante.
Quando cambia colore politico dell’Ente si cambia tutto in maniera gattopardesca, perché tutto resti come prima. È infatti risaputo che la maggior parte degli alunni non vota, per cui i politici si interessano dei problemi delle scuole solo nel programma elettorale.
Eppure la legge relativa alla sicurezza antincendio risale al 1992.
È mai possibile che gli Enti locali in tutti questi anni non abbiano trovato risorse per la sicurezza antincendio, pur pressati dai Dirigenti scolastici? O hanno preferito investire le risorse in progetti più fruttuosi di voti o in sagre paesane ricche di "tarallucci e vino"?
Le colpe vanno equamente divise tra Regione, Province e Comuni. La prima non ha fatto una politica scolastica seria, efficace ed efficiente, preferendo dividere i fondi in mille rivoli per accontentare il cliente di turno: basti citare la costruzione di megastrutture scolastiche con pochissimi alunni, vere cattedrali nel deserto, per far funzionare le classi irregolari, perché numericamente insufficienti, a spese della stessa Regione. Per di più il Molise è l’unica regione priva ancora di un piano di dimensionamento scolastico!
Le Province e i Comuni hanno tirato a campare, nonostante le annuali sollecitazioni. E adesso, dopo 20 anni, si chiede urgentemente l’intervento dello Stato per ritardare (di altri 20 anni?) la messa in sicurezza di edifici dove i nostri figli e il personale della scuola passa gran parte del tempo.
Naturalmente la colpa non è degli attuali amministratori, ma è atavica. Come è atavico il problema.
Chi risarcirà gli alunni di tali inefficienze ?
Sbagliare è umano, perseverare nell’errore è diabolico, anzi vergognoso!
UIL Scuola Molise − Segreteria regionale
Ferdinando A. Mancini Segretario Generale
Ferdinando A. Mancini Segretario Generale

Nessun commento:
Posta un commento