Per comprendere al meglio cosa è avvenuto in tema di mutamenti delle condizioni sociali delle famiglie italiane nell’ultimo decennio è opportuno analizzare l’andamento del credito al consumo, dall’anno in cui iniziò il change over ai giorni nostri.
Tale andamento esplicita in quale modo le famiglie hanno risposto a quanto si veniva a determinare nel mercato dopo il passaggio all’Euro: un forte aumento dei prezzi e delle tariffe che, anche se non registrato (colpevolmente) dall’Istat, raggiungeva percentuali molto elevate su tariffe e sui beni di consumo.
La risposta delle famiglie per colmare la perdita del potere di acquisto,derivante dagli aumenti, al fine di mantenere gli stessi standard di vita è stata quella di ricorrere all’indebitamento (come emerge chiaramente dalla tabella riportata qui di seguito). Si chiedono quindi prestiti sia personali che per acquisti rateali anche per le spese per le proprie vacanze.
I dati economici sono certi e dimostrano chiaramente tale situazione: si passa perciò da consistenze debitorie di circa 50 miliardi nel 2002 a 115 miliardi del 2009. Nei fatti, in quel periodo vi è stato più che un raddoppio della consistenza debitoria.
Nel 2008 la crisi finanziaria peggiora ulteriormente la situazione economica del Paese e le condizioni economiche delle famiglie. A partire dal 2009 - 2010 si inizia a registrare una progressiva frenata del credito al consumo e le relative consistenze cominciano a declinare in relazione al fatto che si compra sempre meno.
La diminuzione più marcata, dopo l’inversione di tendenza del 2009 che viaggia in coerenza con la volontà delle famiglie che non intravedendo spiragli positivi per il futuro risparmiano fortemente sugli acquisti anche quelli rateali, si registra proprio quest’anno nel 2012: infatti l’O.N.F. – Osservatorio Nazionale Federconsumatori prevede, anche sulla base degli andamenti registrati sin d’ora, una ulteriore contrazione delle consistenze del credito al consumo del -5% nel solo 2012 e attestandosi così a 107 miliardi di euro.
Da ciò si evince che dal 2009 l’indebitamento pari a :
4.618 euro a famiglia e 1.910 euro ad individuo
passi nel 2012 con una diminuzione complessiva del 7% a ;
4.280 euro a famiglia e 1.783 euro ad individuo
La risposta delle famiglie per colmare la perdita del potere di acquisto,derivante dagli aumenti, al fine di mantenere gli stessi standard di vita è stata quella di ricorrere all’indebitamento (come emerge chiaramente dalla tabella riportata qui di seguito). Si chiedono quindi prestiti sia personali che per acquisti rateali anche per le spese per le proprie vacanze.
I dati economici sono certi e dimostrano chiaramente tale situazione: si passa perciò da consistenze debitorie di circa 50 miliardi nel 2002 a 115 miliardi del 2009. Nei fatti, in quel periodo vi è stato più che un raddoppio della consistenza debitoria.
Nel 2008 la crisi finanziaria peggiora ulteriormente la situazione economica del Paese e le condizioni economiche delle famiglie. A partire dal 2009 - 2010 si inizia a registrare una progressiva frenata del credito al consumo e le relative consistenze cominciano a declinare in relazione al fatto che si compra sempre meno.
La diminuzione più marcata, dopo l’inversione di tendenza del 2009 che viaggia in coerenza con la volontà delle famiglie che non intravedendo spiragli positivi per il futuro risparmiano fortemente sugli acquisti anche quelli rateali, si registra proprio quest’anno nel 2012: infatti l’O.N.F. – Osservatorio Nazionale Federconsumatori prevede, anche sulla base degli andamenti registrati sin d’ora, una ulteriore contrazione delle consistenze del credito al consumo del -5% nel solo 2012 e attestandosi così a 107 miliardi di euro.
Da ciò si evince che dal 2009 l’indebitamento pari a :
4.618 euro a famiglia e 1.910 euro ad individuo
passi nel 2012 con una diminuzione complessiva del 7% a ;
4.280 euro a famiglia e 1.783 euro ad individuo
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