martedì 14 agosto 2012

Convegno storico a Sant’Elia a Pianisi, il Mezzogiorno nella crisi dell’unificazione nazionale

Affascina ed incuriosisce ancora la storia delle vicende locali sul Brigantaggio. Alcuni degli episodi significativi saranno rappresentati nel centro storico di Sant’Elia a Pianisi giovedì 16 agosto. 




Al fine di far comprendere meglio anche alle nuove generazioni le pagine del passato,  la Pro loco e l’Associazione Società e Territorio la rievocazione storica sarà preceduta, oggi 14 agosto alle ore 18,00 nella sala Pace e Bene del Convento dei Padri Cappuccini, ancora un convegno di approfondimento sul periodo in questione. Il professor Mario Di Napoli, docente di Storia presso l’Università degli Studi di Roma, membro di una commissione parlamentare,  illustrerà il tema: " Il Mezzogiorno nella crisi dell’unificazione nazionale".

Lo storico, come anticipato lo scorso anno, proseguirà l’illustrazione dei fatti che hanno caratterizzato il periodo del Brigantaggio post-unitario, approfondendo alcuni aspetti particolarmente rilevanti ed interessanti che guardano ancora alla spiritualità del Servo di Dio Padre Raffaele Petruccelli, intervenuto per salvare un brigante innocente dalla pena capitale e l’istituzione del Comune di Sant’Elia a Pianisi (1862).

Di Napoli, farà riferimento ancora agli eventi dettagliatamente riportati nel testo di Don Elia Testa “Memorie storiche, civili ed ecclesiatiche”, che richiamano documenti dell’Archivio di Napoli e di Campobasso.

A seguire l’intervento del guardiano, Padre Emidio Cappabianca, che si soffermerà sulla tradizione religiosa locale, impreziosita da figure di spessore spirituale  come il Monaco Santo e San Pio da Pietrelcina.

La rappresentazione sul Brigantaggio del 16 agosto sarà arricchita anche dallo sposalizio dell’ottocento, proposto dal gruppo di Rionero Sannitico; il banchetto degli sposi sarà animato dallo spettacolo dei Bufù di Sepino. Gli eventi locali legati al Brigantaggio rappresentano per Sant’Elia a Pianisi una pagina importante, significativa ed eloquente della storia, delle tradizioni e della religiosità locale in particolare; una pagina che esalta la figura del Servo di Dio Padre Raffaele, intervenuto per salvare la vita di un innocente condannato a morte.        

La rievocazione storica realizzata lo scorso anno, con il Patrocinio della Presidenza della Repubblica, ha ottenuto un notevole successo per la sua singolarità, essendo un’iniziativa tra le poche in tutto il Meridione.


GLI STRANI EPISODI DEI BRIGANTI DI S. ELIA A PIANISI


I briganti filo borbonici uccisero due guardie nazionali: arrestati furono presto e stranamente scarcerati perchè filo-borbonici, come la magistratura.

Originale e interessante manifestazione a S. Elia a Pianisi sul brigantaggio che rappresenta una pagina inquietante e particolare della storia locale. In una serie di documenti dell’Archivio di Stato di Napoli (Fondo Ministero di Grazia e Giustizia) e di Campobasso “si deplora la debolezza e l’inerzia dei giudici mandamentali che causavano malcontento nella popolazione e credenza di debolezza del governo”.

La situazione locale fu ben descritta dal capitano Crema che, venuto a conoscenza delle tendenze borboniche della magistratura di Sant’Elia a Pianisi, inviò il 29 settembre 1861, un dettagliato rapporto al segretario generale del Dicastero di Grazia e Giustizia, nel quale evidenziava che il giudice di Sant’Elia, un certo Arriola, fu sostituito da un supplente che mise in libertà alcuni responsabili dell’eccidio del 20 luglio 1861 a Centocelle, dove i briganti, alcuni anche di S.Elia, avevano barbaramente freddati con due colpi di schioppo due guardie nazionali.

“Inspiegabilmente – si legge - i processi davanti alla Magistratura di Sant’Elia a Pianisi procedevano con ingiustificata lentezza; così anche per il giudizio a carico degli altri imputati santeliani, responsabili, come cospiratori borbonici, di aver impedito le libere elezioni comunali, che erano invece avvenute negli altri comuni del meridione. I briganti di S. Elia avevano “così messo fine ad una rigenerazione politica da tanti secoli desiderata” .

Ruolo non secondario quello delle brigantesse come “mestatrici di professione che mettevano scompiglio nelle famiglie delle guardie nazionali ingaggiate a Sant’Elia. Persuadendo cioè  le mogli dei militi a ritirare i loro mariti perché il governo li avrebbe ingannati mandandoli a morire a Venezia. Tentativi che poi producevano effetti negativi”.

Episodio di rilievo è senza dubbio la vicenda del brigante Domenico Ciricillo di Saverio, che ritenuto reo di omicidio delle guardie nazionali, fu arrestato in quel di Colletorto e condannato all’impiccagione.

Si scoprì, grazie all’intervento del Monaco Santo, padre Raffaele da Sant’Elia a Pianisi, che per mero equivoco era stato imprigionata la persona sbagliata invece di Domenico Ciricillo fu Baldassarre, ancora latitante. Nella notte precedente all’esecuzione, padre Raffaele andò nel carcere per confortare e confessare l’infelice condannato. Prima che il condannato fosse giustiziato dalla porta del convento, all’improvviso, apparve padre Raffaele: “Comandante! Autorità! Nel nome di Dio vi dico che quest’uomo è innocente”.  L’illustre sindaco don Giambattista Colavita prese su di sé la responsabilità e disse al comandante: “Sospendete la pena, perché il padre Raffaele ha detto che il condannato è innocente; dobbiamo credergli perché è una persona santa”.

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