Rete Imprese per l'Italia lancia l'allarme tasse all'assemblea nazionale di Roma.
Presso l'Auditorium Parco della Musica si è svolta l'Assemblea annuale di Rete Imprese Italia, il soggetto di rappresentanza unitario del mondo delle pmi e dell'impresa diffusa promosso dalle cinque maggiori organizzazioni dell'artigianato, del commercio, dei servizi e del turismo: Casartigiani, CNA, Confartigianato, Confcommercio e Confesercenti. Nella sua relazione il presidente pro tempore, Marco Venturi, ha sottolineato che "Sulle imprese, in questi due anni, è come se si fosse abbattuto uno tsunami. Una rilevante parte ne è stata travolta". "Il problema vero - ha proseguito - è che nel Paese sta crescendo un clima di insofferenza, di scoramento, di disperazione".
Tale clima "riguarda non solo gli esodati, i cassintegrati, i lavoratori in mobilità, i giovani che non trovano lavoro, i pensionati che sempre più stentano a mantenersi in una condizione di vita decorosa, ma anche e principalmente gli imprenditori, i loro familiari e i loro collaboratori che vedono andare in fumo investimenti frutto dei sacrifici di un'intera vita di lavoro". Venturi ha quindi incalzato il governo a procedere "con rigore ed efficacia sulla standing review per ossigenare il Paese", perché "taglio agli sprechi, dismissioni, riduzione della pressione fiscale sono must irrinunciabili per ridare vitalità alla nostra economia".
E' necessario, inoltre, che "le banche tornino a sostenere le nostre imprese e lo Stato paghi i propri fornitori". Settanta miliardi di euro di debiti della Pa verso le imprese, infatti, "sono una cifra mostruosa, immorale, non tollerabile. Non è accettabile che un'impresa sia costretta a chiudere o a indebitarsi solo perché non le vengono saldati i suoi crediti". Passando a parlare del fisco, Venturi ha evidenziato che "la pressione fiscale viaggia ormai sopra il 45%, con questo peso non ci sarà nessuna ripresa degli investimenti. L'Imu e la mannaia dell'Iva sono un vero e proprio percorso di guerra lungo il quale rischiano di cadere molte imprese con grave danno per il Paese''.
Un ulteriore aumento dell'Iva, in particolare, "metterebbe definitivamente in ginocchio il nostro Paese", mentre "l'aumento dell'imposizione indiretta e quello delle accise hanno già causato una drammatica caduta dei consumi interni".Quanto infine alla riforma del mercato del lavoro, Rete Imprese Italia chiede "una riformaequilibrata'' e sottolinea che i suo ruolo "è stato fondamentale: senza di noi il ddl presentato dal governo sarebbe stato decisamente peggiore''. E' infatti passata l'idea che ''il problema principale non è' l'articolo 18 bensì la flessibilità in entrata, senza la quale si compromette la nuova occupazione e si penalizzano le imprese''.
Tale clima "riguarda non solo gli esodati, i cassintegrati, i lavoratori in mobilità, i giovani che non trovano lavoro, i pensionati che sempre più stentano a mantenersi in una condizione di vita decorosa, ma anche e principalmente gli imprenditori, i loro familiari e i loro collaboratori che vedono andare in fumo investimenti frutto dei sacrifici di un'intera vita di lavoro". Venturi ha quindi incalzato il governo a procedere "con rigore ed efficacia sulla standing review per ossigenare il Paese", perché "taglio agli sprechi, dismissioni, riduzione della pressione fiscale sono must irrinunciabili per ridare vitalità alla nostra economia".
E' necessario, inoltre, che "le banche tornino a sostenere le nostre imprese e lo Stato paghi i propri fornitori". Settanta miliardi di euro di debiti della Pa verso le imprese, infatti, "sono una cifra mostruosa, immorale, non tollerabile. Non è accettabile che un'impresa sia costretta a chiudere o a indebitarsi solo perché non le vengono saldati i suoi crediti". Passando a parlare del fisco, Venturi ha evidenziato che "la pressione fiscale viaggia ormai sopra il 45%, con questo peso non ci sarà nessuna ripresa degli investimenti. L'Imu e la mannaia dell'Iva sono un vero e proprio percorso di guerra lungo il quale rischiano di cadere molte imprese con grave danno per il Paese''.
Un ulteriore aumento dell'Iva, in particolare, "metterebbe definitivamente in ginocchio il nostro Paese", mentre "l'aumento dell'imposizione indiretta e quello delle accise hanno già causato una drammatica caduta dei consumi interni".Quanto infine alla riforma del mercato del lavoro, Rete Imprese Italia chiede "una riformaequilibrata'' e sottolinea che i suo ruolo "è stato fondamentale: senza di noi il ddl presentato dal governo sarebbe stato decisamente peggiore''. E' infatti passata l'idea che ''il problema principale non è' l'articolo 18 bensì la flessibilità in entrata, senza la quale si compromette la nuova occupazione e si penalizzano le imprese''.
Confcommercio CB
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