mercoledì 23 maggio 2012

Bain&Co. Iorio ha gestito la regione come una cosa privata

In questi giorni presso la cancelleria del Tribunale di Campobasso, è stato depositato il documento con cui i giudici Michele Russo, Gian Piero Scarlato e Libera Maria Rosaria Rinaldi motivano la sentenza di condanna emessa tre mesi fa, nei confronti del presidente della Regione Michele Iorio.





La vicenda per la quale Iorio è stato condannato a un anno e sei mesi di reclusione per abuso d'ufficio, risale agli anni 2003-2004, quando la Giunta regionale del Molise, su proposta dello stesso Iorio, affidò due consulenze (una sulla realizzazione dell'autostrada Termoli-San Vittore e una sulla sanità regionale) alla multinazionale Bain&Co, società presso la quale lavorava uno dei figli del governatore. Secondo l'accusa, dunque, il governatore, abusando dei suoi poteri, si fece promotore degli incarichi anche in presenza di un interesse proprio e di un suo strettissimo familiare, procurando così un vantaggio alla società.

Si legge nelle motivazioni:

Per i giudici c' è stata una gestione troppo familistica del potere. La carriera del figlio di Iorio, si è evoluta di pari passo con le consulenze che la giunta regionale affidava alla Bain: "Il dolo intenzionale è confermato da una pluralità di elementi gravi ed univoci costituiti dalla perfetta coincidenza temporale delle delibere con le progressioni di carriera di Davide Iorio. Un così radicato interesse al conferimento degli incarichi, incurante delle palesi illegittimità che viziavano entrambe le delibere, se posto a confronto con l'evanescenza dell'attività di consulenza affidata alla Bain può avere una sola spiegazione nell'interesse del presidente Iorio ad ingraziarsi il datore di lavoro di suo figlio". 

La Bain, sapeva della riorganizzazione del piano sanitario, ma doveva aver appreso l'informazione da Iorio stesso perché non vi era stato nessun avviso pubblico né alcuna forma di pubblicizzazione da parte della Regione". La consulenza in questione, che secondo gli assessori regionali che hanno testimoniato nel corso del processo fu molto importante per poter poi riorganizzare la sanità molisana non fu però mai trovata negli uffici della Regione stessa (costò intanto poco meno di 50mila euro). «L’argomento consente di ritenere provato - scrivono dunque i giudici- che del documento così rilevante per la riorganizzazione della sanità molisana non vi era neppure una copia presso gli uffici della Regione».

Sulla questione dell'autostrada Termoli-San Vittore (costo 55mila euro), i giudici riversano la loro attenzione sulla testimonianza dell’assessore Antonio Chieffo, che ancora oggi siede in giunta regionale.  Quest’ultimo, che all’epoca aveva proprio la delega ai lavori pubblici, riferì di essersi occupato della vicenda solo dopo l’approvazione della delibera con l’incarico proposto da Iorio. «L’imputato - concludono quindi i giudici - propone in giunta di affidare un secondo incarico alla società Bain senza che l’assessore competente sappia alcunché. Emerge una gestione privatistica della res pubblica anche nei confronti del gruppo di maggioranza».

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