mercoledì 4 aprile 2012

Piano Sanitario, audizione di Asrem, Unimol, Neuromed e Cattolica in IV Commissione

Proseguono le audizioni in IV Commissione Consiliare Permanente sulla bozza di Piano Sanitario elaborata dai sub-commissari.











Nell’ultima seduta il presidente Lucio De Bernardo ha convocato il direttore generale dell’Asrem, accompagnato dal direttore amministrativo Gianfranca Testa ed il direttore sanitario Giancarlo Paglione, i rappresentanti del Neuromed, della Fondazione Giovanni Paolo II e il Rettore dell’Università degli Studi del Molise Giovanni Cannata.

Percopo ha esordito dicendo che il Piano Sanitario è uno strumento imprescindibile per fare chiarezza sull’offerta sanitaria, funzionale per l’utenza ma anche per l’azienda sanitaria.

“Una premessa indispensabile – ha poi aggiunto – è che una Regione piccola come il Molise non favorisce un’economia di scala, pertanto c’è un costo elevato per garantire il minimo di servizi. Il riparto delle risorse che viene effettuato dal Governo penalizza questo territorio. Ciò non significa che non ci siano sprechi”.

Poi il vertice dell’Asrem è entrato nel merito del testo: “Ritengo sia necessario esplicitare in maniera più chiara il rapporto tra il Pubblico e le strutture private, in particolar modo mi riferisco a quelle più grandi accreditate della Regione, come Neuromed e Cattolica. Se non si mettono in rete tali risorse, si determinerà una situazione economica ancora più difficile. È giusto, però, che il Pubblico debba vedersi affidare con chiarezza le linee guida per indirizzare le attività delle strutture private. Negli anni – ha continuato Percopo – gli ospedali della regione hanno supplito alla carenza di servizi sanitari territoriali. Hanno dato una risposta efficiente all’utenza, ma come è ben noto, una risposta ospedaliera ha un costo più alto se elevata è l’inappropriatezza della stessa. Dal Piano Sanitario non si evince con quali risorse verranno potenziati i presidi ospedalieri di Larino, Venafro e Agnone; quanto a quelli di Campobasso, Isernia e Termoli, dovranno essere rimodulati in base alla collocazione ed alla funzione. A Termoli, ad esempio, il piano sanitario dovrebbe prevedere un potenziamento di personale durante la stagione estiva, quando le prestazioni si triplicano. Aumentare l’offerta sanitaria per tutto l’anno comporterebbe un notevole aggravio di spesa. Ecco perché, mediante una cooperazione con gli altri presidi regionali, sarebbe possibile razionalizzare i costi, dando una risposta adeguata alle richieste”.

Sull’ospedale di Isernia, Percopo ha precisato: “Per quel che concerne la struttura ospedaliera di Isernia, da un lato c’è stata la recente dismissione di presidi sanitari sull’asse Napoli-Caianello-San Vittore; dall’altro è stato ridimensionato il Santissimo Rosario di Venafro. Il Veneziale è ancora in fase di rimodulazione, non è pertanto in grado di assorbire le utenze che precedentemente gestiva l’ospedale di Venafro. Su questo territorio c’è poi da considerare il ruolo che svolge l’Istituto Neuromed che oggi registra oltre l’80% dell’utenza extraregionale”.

La disamina si è quindi spostata sul Cardarelli: “è la massima struttura sanitaria della Regione. Non si può non includere però la Cattolica in un ripensamento del nosocomio campobassano. I due edifici sono troppo distanti per essere unificati e troppo vicini perché operino separatamente. Nell’ottica di una maggiore efficacia e di un risparmio delle risorse, non possono duplicare i servizi ed è valutabile l’ipotesi di una sinergia fisica con la collocazione di queste due strutture nello stesso luogo. Il presidio ospedaliero pubblico di Tappino ha bisogno di una serie di interventi strutturali di notevole entità economica, non perché sia stato costruito male, ma perché i parametri di sicurezza all’epoca della sua edificazione erano diversi rispetto a quelli attuali. Vale la pena valutare una ipotesi che preveda sì un investimento, ma che offra un servizio migliore all’utenza”.

Quanto all’ospedale di Larino, Angelo Percopo ha dichiarato: “Si è puntato sull’alta specializzazione oculistica. Il recente esperimento, però, come ospedale pediatrico ‘Bambin Gesù’ di I livello ha fatto registrare ottimi risultati. Questa iniziativa, se fosse prorogabile, avrebbe un grosso valore economico, politico e, soprattutto, sanitario. Infine, l’ospedale di Agnone, con la premessa di accordi istituzionali tra la Regione Molise e le comunità abruzzesi di confine, ha tutte le carte in regola per divenire un ospedale di montagna di piccole dimensioni (con 60 posti letto al massimo), ma in grado di dare una risposta chirurgica e medica all’utenza”.



Il direttore amministrativo Gianfranca Testa ha aggiunto che “la direzione verso la quale si è ormai indirizzati è quella della deospedalizzazione e del potenziamento della medicina del territorio. Ciò si evince chiaramente nel Piano Sanitario, la cui parte introduttiva però va assolutamente rimodulata: il Molise viene descritto come una regione priva di sviluppo, povera e con una popolazione analfabeta. Altra criticità è la mancanza di considerazione dell’aspetto sociale nel processo di razionalizzazione dei servizi sanitari”.

Per Giancarlo Paglione, direttore sanitario dell’Asrem, “le direttive del Piano Sanitario sono encomiabili. Si dà adeguato spazio alla prevenzione. L’unico problema è che l’intera attività programmatica non viene rapportata al discorso delle risorse”.

È seguita l’audizione del Rettore dell’Unimol Giovanni Cannata, accompagnato dal preside della Facoltà di Medicina e Chirurgia Giovannangelo Oriani: “è un atto dovuto da parte nostra – ha precisato Cannata – partecipare a questo percorso: noi ci sentiamo soggetti attivi, integrati nella programmazione della sanità pubblica. Quanto al piano sanitario, alcuni dei temi che vanno approfonditi riguardano il discorso delle risorse, il rapporto Pubblico-Privato, la prevenzione, la qualificazione professionale, la riduzione dell’inappropriatezza dei ricoveri che sono poi la reale causa di spreco nella sanità”.

Quindi, è stata la volta dell’audizione dei rappresentanti del Neuromed. La delegazione è stata guidata dal presidente dell’Irccs, professor Ernesto Melaragno, che ha da subito denunciato: “Scarsa attenzione è stata dedicata al Neuromed dagli estensori del Piano. Eppure sono noti i risultati scientifico-sanitari del nostro Istituto di ricerca, altamente specializzato nelle neuroscienze. Nessuna importanza – ha poi concluso Melaragno – è stata data all’attività di ricerca che vede impegnato il Neuromed da oltre dieci anni”.

In ultimo, il direttore Savino Cannone della Fondazione Giovanni Paolo II ha esordito con un chiarimento ‘sulle voci che si rincorrono da qualche tempo sulla fusione tra Cardarelli e Cattolica’: “Non solo il nostro Istituto, – ha spiegato Cannone – ma tutte le strutture private accreditate devono essere prese in considerazione in un piano programmatico della sanità pubblica. Già da tempo la Cattolica è al servizio del Cardarelli. Se la nostra specialità è la cardiochirurgia e la radioterapia, è opportuno che i medici, non solo dell’ospedale di Campobasso, indirizzino i pazienti da noi per le cure piuttosto che destinarli fuori regione. È questa la forma di integrazione tra Pubblico e Privato che va rafforzata, al fine di dare una risposta adeguata alla popolazione molisana e, al tempo stesso, per non disperdere le risorse della sanità pubblica fuori dai confini regionali. È giusto, però, che le modalità attraverso le quali solidificare tale collaborazione vadano indicate nel Piano sanitario, affinché la nostra struttura si prepari per tempo a dare un servizio qualificato e adeguato ad un numero maggiore di utenza”.

Il presidente della IV Commissione Lucio De Bernardo ha concluso la seduta dichiarando che “il confronto è stato edificante: dopo aver completato questo percorso di audizioni con tutti gli operatori della sanità pubblica e privata, sono certo che potremo elaborare una serie di suggerimenti che saranno scaturiti dal basso, da coloro cioè che in prima linea quotidianamente lavorano nella sanità, ne conoscono le problematiche e ne individuano le esigenze. Ho chiesto ai colleghi consiglieri nel corso delle audizioni di limitare i loro interventi per lasciare ampio spazio alle dichiarazioni degli addetti ai lavori. A seguito dell’intervento del direttore Percopo, è stato comunque necessario aprire un breve dibattito: nel rispetto della par condicio è stato dato spazio ad un esponente del centrodestra (Giuseppe Sabusco di Unione di Centro) e ad uno di opposizione (Salvatore Ciocca di Federazione della Sinistra).

La seduta è stata quindi aggiornata a giovedì 5 aprile a partire dalle 9.30.

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