lunedì 22 settembre 2014

Isernia: per quale motivo è diventata una città di merda

Era da un pezzo che non dedicavo un po’ di tempo ad una camminata nel centro di Isernia. Ieri sera domenica, ho voluto ritornare alle vecchie abitudini, lasciare l’auto nei pressi dell’auditorium e di buon passo, attraversando Corso Risorgimento giungere a Piazza Andrea d’Isernia. E’ stata una scelta malsana.


Mi sono pentito subito dell’idea di percorrere la città a piedi. Tra l’olezzo di piscio di cani e la gimcana tra le loro feci, sono giunto avvilito al Bar Centrale, con l’amara consapevolezza che dovevo ripercorrere al contrario la strada. Mi consolava solo pensare che avrei potuto cambiare marciapiede o magari evitare Corso “Risorgimento del piscio di cane” e portarmi su Via Giovanni XXIII° per raggiungere l’auto.


 
Stessa situazione al ritorno. Ho cambiato marciapiede restando su Corso “Risorgimento del piscio di cane”, affrontando il lato destro della strada a piedi. L’olezzo sempre intenso e ad ogni angolo, ad ogni palo dell’illuminazione e albero, il solito maleodorante schizzo, frutto di bisogni fisiologici a zampa alzata. Mancavano su questo lato, i robusti scarti delle feci degli amici a 4 zampe  che invece sul lato opposto mi avevano costretto alla gimcana, ma era poca cosa rispetto al tanfo e al fastidio di aver preso visione che Isernia, la mia città è diventata una “città di merda”.  Colpevole la moda canina che ha preso piede negli ultimi tempi, quasi alla stregua del possesso del telefonino. Non manca più un fido amico in ogni appartamento: questo è lodevole.

Non lo è affatto, mancare alle principali regole di civiltà, eppure è semplice, le leggi ci sono e non può esserci un vigile a qualsiasi ora per farle rispettare.   Possibile che la mia città è scesa così in basso,? Questo mi chiedevo tra un passo e l’altro, attento di metro in metro a cosa calpestavo. Basterebbe organizzarsi -riflettevo - con bustina, paletta e un guanto e il gioco è fatto, ma chi si scomoda ad usare tanta diligenza imposta dal rispetto degli altri? Dalle risultanze, solo pochi eletti individui consapevoli. Per la minzione canina, invece il problema si ingigantisce e non è facile risolverlo. Appena in strada, il cane costretto a ore e ore in casa, chiuso in appartamento, ha lo stimolo immediato e approfitta di ogni dove per scaricare…

In questo caso bisognerebbe organizzare, visto il proliferare di quadrupedi cittadini, aree ad hoc per questa esigenza. Naturalmente, non è solo Corso Risorgimento a risentire di questo problema non trascurabile, ma buona parte della città. Dalla villa comunale, che di sera si riempie di padroni a cani con i loro bisogni e di giorno di bambini festanti che giocano sui bisogni lasciati la sera prima, a Via XXIV Maggio e vie periferiche: provate ad osservare...

Mi auguro che da questa testata, il problema sia portato alla giusta attenzione e quanto meno discusso per poi essere risolto: non siete d’accordo? Teniamoci una città di merda.

P.T.

1 commento:

Danilo ha detto...

Dipende tutto dalla mentalità delle persone. Io sono un isernino che per questioni di lavoro si è trasferito a Trento. Qui ci sono tante famiglie con cani solo che quando portano i loro fedeli amici a passeggio non mancano mai di portare con loro (e soprattutto le utilizzano) paletta/raccoglitore e bustine. E' tutta una questione di educazione e di rispetto per le altre persone.