Era da un
pezzo che non dedicavo un po’ di tempo ad una camminata nel centro di Isernia.
Ieri sera domenica, ho voluto ritornare alle vecchie abitudini, lasciare l’auto
nei pressi dell’auditorium e di buon passo, attraversando Corso Risorgimento giungere
a Piazza Andrea d’Isernia. E’ stata una
scelta malsana.
Mi sono
pentito subito dell’idea di percorrere la città a piedi. Tra l’olezzo
di piscio di cani e la gimcana tra le loro feci, sono giunto avvilito al Bar
Centrale, con l’amara consapevolezza che dovevo ripercorrere al contrario la
strada. Mi consolava solo pensare che avrei potuto cambiare marciapiede o
magari evitare Corso “Risorgimento del piscio di cane” e portarmi su Via
Giovanni XXIII° per raggiungere l’auto.
Stessa
situazione al ritorno. Ho cambiato marciapiede restando su Corso “Risorgimento
del piscio di cane”, affrontando il lato destro della strada a piedi. L’olezzo
sempre intenso e ad ogni angolo, ad ogni palo dell’illuminazione e albero, il
solito maleodorante schizzo, frutto di bisogni fisiologici a zampa alzata. Mancavano su
questo lato, i robusti scarti delle feci degli amici a 4 zampe che invece sul lato opposto mi avevano costretto
alla gimcana, ma era poca cosa rispetto al tanfo e al fastidio di aver preso
visione che Isernia, la mia città è diventata una “città di merda”. Colpevole la moda canina che ha preso piede
negli ultimi tempi, quasi alla stregua del possesso del telefonino. Non manca
più un fido amico in ogni appartamento: questo è lodevole.
Non lo è
affatto, mancare alle principali regole di civiltà, eppure è semplice, le leggi
ci sono e non può esserci un vigile a qualsiasi ora per farle rispettare. Possibile
che la mia città è scesa così in basso,? Questo mi chiedevo tra un passo e l’altro,
attento di metro in metro a cosa calpestavo. Basterebbe organizzarsi -riflettevo - con bustina, paletta e un guanto e il gioco è fatto, ma chi si scomoda ad usare
tanta diligenza imposta dal rispetto degli altri? Dalle risultanze, solo pochi
eletti individui consapevoli. Per la
minzione canina, invece il problema si ingigantisce e non è facile risolverlo.
Appena in strada, il cane costretto a ore e ore in casa, chiuso in appartamento,
ha lo stimolo immediato e approfitta di ogni dove per scaricare…
In questo
caso bisognerebbe organizzare, visto il proliferare di quadrupedi cittadini, aree ad hoc per questa esigenza. Naturalmente, non è solo Corso Risorgimento a risentire di questo problema non trascurabile, ma buona parte della città. Dalla villa comunale, che di sera si riempie di padroni a cani con i loro bisogni e di giorno di bambini festanti che giocano sui bisogni lasciati la sera prima, a Via XXIV Maggio e vie periferiche: provate ad osservare...
Mi auguro
che da questa testata, il problema sia portato alla giusta attenzione e quanto
meno discusso per poi essere risolto: non siete d’accordo? Teniamoci una
città di merda.
P.T.
1 commento:
Dipende tutto dalla mentalità delle persone. Io sono un isernino che per questioni di lavoro si è trasferito a Trento. Qui ci sono tante famiglie con cani solo che quando portano i loro fedeli amici a passeggio non mancano mai di portare con loro (e soprattutto le utilizzano) paletta/raccoglitore e bustine. E' tutta una questione di educazione e di rispetto per le altre persone.
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