giovedì 21 agosto 2014

Presunto caso di Stalking o molestie, da parte di un consigliere comunale di Venafro ad una donna. Sorbo infanga il nostro giornale per difendere quale indicibile verità?


Il sindaco Antonio Sorbo crede che il mondo intero ruoti solo intorno a lui e qualsiasi cosa accada a Venafro pensa che si faccia contro di lui. Come avvolto da delirio di onnipotenza anche quando non viene assolutamente citato egli entra in gioco.  
Questa pubblica denigrazione nei miei confronti e nei confronti della testata giornalistica che dirigo, è l’ennesima che riceviamo da questo personaggio pubblico che prima di sparare a zero e mettere alla berlina una persona, farebbe meglio a informarsi di cosa accade nella città che amministra.
La notizia riportata ieri di un consigliere comunale della sua maggioranza che si sarebbe reso responsabile di STALKING o molestie ai danni di una donna sposata di Venafro resta, ed è una notizia fondata oggi, più di ieri che i due avvocati delle parti in causa, hanno richiesto alla mia testata di smentire la notizia (i particolari nell’articolo pubblicato questa mattina su Futuro Molise).
Sono convinto che su questa vicenda un normale amministratore avrebbe scelto la via opportuna del silenzio, senza alzare polveroni inutili e accuse infanganti, avrebbe cercato di capire e affrontare la situazione all’interno della sua maggioranza: Sorbo no.
Sono colpito dal suo comportamento che temo nasconda una sindrome di acuta infelicità,
di perenne insoddisfazione....
Ribadisco con convinzione, che non ho mai avuto alcuna intenzione di colpire la sua amministrazione, in quanto capisco il momento di estremo disagio che sta vivendo la popolazione e gli attuali amministratori con mille problemi irrisolti, e il brancolare nel buio del sindaco che non riesce a dare risposte alla gente: non voglio assolutamente essere d’intralcio, stimolare o incrementare dissidi interni alla maggioranza.
Sono convinto, come lo sono anche i consiglieri di maggioranza, che in questa vicenda sono totalmente estranei, se non si hanno scheletri nell’armadio, tutti possono girare tra i loro elettori a testa alta.
Qualora vi fosse in mezzo a loro, un soggetto a cui per qualsiasi motivo, siano venuti meno quelle prerogative di moralità che devono necessariamente contraddistinguere un rappresentante del popolo, siano solerti a porlo in quiescenza: come avviene nei paesi evoluti ed eticamente corretti!
Non sono solo le denunzie a muovere le dimissioni, ma l’etica comportamentale di personaggi pubblici.
Sorbo vorrebbe distogliere l’attenzione su un problema grave che con probabilità matematica è accaduto, accusando il sottoscritto di aver scritto menzogne, sapendo che la notizia c’è, non siamo entrati nei particolari, volutamente per il rispetto di tutti.
E’ evidente che anche Sorbo come gli avvocati è caduto nella locuzione: “excusatio non petita, accusatio manifesta”.
 Proprio dall’esperienza trentennale di giornalista, (io vivo di questo e lui fa l’impiegato statale) dovrebbe sapere che riportare una notizia veritiera è il nostro mestiere e lo facciamo nel migliore dei modi, assumendoci tutte le nostre responsabilità, cercando di non infangare la rispettabilità di nessuno, come invece lui ama fare, direzionando invettive nei confronti di chiunque osi sfiorare la sua sfera politica amministrativa.
Se la denuncia ai Carabinieri è stata attivata e poi ritirata, per non amplificare lo scandalo che aveva investito un suo consigliere, i militari, certamente non sono tenuti ad informare nessuno.
A questo punto con i cittadini possiamo chiederci cose che se Sorbo avesse taciuto non staremmo qui a chiederci.
Sindaco Sorbo ci dia delle spiegazioni, ci dica per quale motivo i due avvocati hanno richiesto la smentita senza citare i loro assistiti.
Non sia fuorviante accusando me, pensa di occultare i fatti?
I suoi cittadini, come i suoi consiglieri comunali hanno diritto di essere informati.
Spieghi ai suoi cittadini, al consiglio comunale, cosa è accaduto, senza insabbiare nulla.
Quando vuole capire che è un sindaco, il rappresentante di una città, soggetto a critiche per il suo operato e non un ragazzo di strada, pronto a fare a botte ad ogni sguardo, ad ogni parola che si pronuncia e che reputa sconveniente?
Se vi erano dei dubbi sulla veridicità della faccenda, oggi quei dubbi diventano certezze e attendono risposte.
Che dire? Non ci sono più parole...

                                                                                                       Pietro Tonti Direttore di Futuro Molise






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