mercoledì 20 agosto 2014

Iraq, aiuti umanitari e fornitura di armi leggere per evitare catastrofe umanitaria



Durante l'audizione, di questa mattina, davanti alle Commissioni riunite Affari esteri e Difesa di Camera e Senato che fa seguito al Consiglio straordinario dei ministri degli Esteri della Unione europea del 15 agosto per gli sviluppi della situazione in Iraq, il ministro degli Affari esteri Federica Mogherini ha dichiarato che gli aiuti militari all'Iraq sono "indispensabili nell'immediato ma difficilmente rappresentano a lungo termine la soluzione di questa crisi".


Il ministro ha aggiunto anche che "L'obiettivo principale degli islamisti dell'Isis sono le popolazioni civili, in particolare le minoranze, quella cristiana, quella yazida ma tutte le minoranze e vorrei che fosse chiaro che non si tratta soltanto di proteggerne alcune ma di affermare il principio della convivenza civile e pacifica del territorio".

In particolare le commissioni sono chiamate a decidere sull'invio di armi ai curdi iracheni per fermare l'avanzata dell'Isis, quel movimento "che si è separata da al Qaida perché la riteneva troppo morbida".

Il ministro ha infine sottolineato come fossero necessari sia un passaggio parlamentare, "politicamente fondamentale", sia un "quadro internazionale di riferimento": il vertice europeo del 15 agosto ha fatto registrare "una rara unanimità" sugli aiuti militari anche di singoli Paesi con il consenso delle autorità irachene, un punto che per l'Italia "era fondamentale perché deve passare da canali istituzionali internazionalmente riconosciuti".

Nel corso della stessa audizione Roberta Pinotti, ministro della Difesa ha ribadito che il governo "è impegnato a valutare forme di aiuto alle stesse autorità regionali" in Iraq "per incrementare le limitate capacità di autodifesa e di protezione locale delle popolazioni, attraverso il sollecito invio, in quel territorio, di materiale militare d'armamento già in uso alle Forze Armate nazionali. Tale contributo, destinato alla difesa personale e d'area, è costituito da armi automatiche leggere dal relativo munizionamento".

Il ministro della Difesa ha proseguito il suo intervento illustrando alla Camera l'impegno dell'esecutivo nel contrasto delle violenze in Iraq. "È, inoltre, all'esame l'evenienza di cedere materiale d'armamento, di non conveniente utilizzo, detenuto ad altro titolo dalle Forze Armate. Si tratta, in particolare, di armamenti più familiari e confacenti alle esigenze manifestate dai curdi, costituiti da armi individuali, di squadra e contro-mezzi (con relativi relativi munizionamenti), tutti di fabbricazione ex-sovietica, confiscati dall'Autorità giudiziaria a seguito di sequestro in mare avvenuto venti anni fa, nel corso del conflitto nei Balcani".

Infine, spiega Roberta Pinotti, "con altri Paesi, è allo studio la possibilità di contribuire allo sforzo della comunità internazionale fornendo la capacità di trasporto di materiale d'armamento reso disponibile da altre Nazioni già appartenenti al blocco sovietico. L'Italia, come detto, può mettere a disposizione una certa quantità di armi portatili per la difesa personale e d'area e relativo munizionamento, tra quelle in uso alle Forze Armate o detenute per effetto di confisca. Tra esse andranno individuate quelle ritenute più necessarie dalle autorità irachene, in coordinamento con gli altri Paesi europei che partecipano allo sforzo internazionale".

Per tutte queste possibilità, ha detto il ministro della Difesa, "la pianificazione preventiva dei trasferimenti, da effettuarsi con i vettori più adeguati alla situazione (aerei e navi), è già in corso e può essere finalizzata fin dai prossimi giorni se la linea del Governo sarà qui condivisa, per entrare poi tempestivamente nella fase operativa avviando la richiesta di tutte le necessarie autorizzazioni internazionali, innanzitutto irachene e, quindi, quelle dei Paesi interessati al sorvolo dei velivoli o al percorso marittimo".

L'Italia può quindi "mettere a disposizione una certa quantità di armi portatili per la difesa personale e d'area e relativo munizionamento, tra quelle in uso alle Forze Armate o detenute per effetto di confisca. Tra esse - ha spiegato il ministro della Difesa - andranno individuate quelle ritenute più necessarie dalle autorità irachene, in coordinamento con gli altri Paesi europei che partecipano allo sforzo internazionale".

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