Tutto
il gota della politica regionale e parlamentare è impegnata a fare bella mostra
di un interesse straordinario a risolvere la questione dei pozzi radioattivi di
Cercemaggiore (CB) in località Capoiaccio, a preservare la sicurezza degli abitanti della zona e a stabilire piani di bonifica.
Carla Ferrante ai pozzzi di Capoiaccio
L’interesse
fu catalizzato, all’improvviso, dall’ex PM di mani pulite Antonio Di Pietro ad
inizio anno; successivamente ad appropriarsi (simbolicamente) della scoperta fu
il Consigliere Regionale, presidente della terza commissione consiliare Salvatore
Ciocca.
Successivamente, dopo un’attenzione mediatica, anche nazionale, tutti gli organi preposti ai controlli Arpa etc. hanno rilevato quello che ora abbiamo come esatta percezione inconfutabile: la località è radioattiva e nel corso degli anni sono state violate norme elementari ambientali, distruggendo, sotto l’egida del malaffare, un pezzo incontaminato del territorio molisano.
Le
risposte sono appunto da ricercare, in una regione “burundese” dell’Africa del
nord come la nostra, la quale ha scarso peso, finanche di denuncia, contro i
poteri forti dello Stato e delle multinazionali. Doveva
giungere, a inizio 2014 la tenace e indomita Giornalista Carla Ferrante ad
indagare e accentrare l’attenzione su questo disastro tutto molisano. Doveva
lanciare l’allarme dopo 33 anni dall’inizio della vicenda Montedison e dei
pozzi sospetti, chiamata dagli abitanti della frazione di Cercemaggiore,
preoccupati da numerosi casi di tumori che colpivano gli abitanti della zona da
qualche anno. E’
stata questa giovane professionista, a buttare un sasso nello stagno dell’informazione
e delle istituzioni per stimolare indagini approfondite su questa spinosa
vicenda. C’è
riuscita in pieno, anche se i meriti ora sono tutti della politica, di Di Pietro o Di
Ciocca che si stupiscono della risultanza delle indagini: le peggiori che
potessero venir fuori! Nessun
organo di informazione, ha speso una parola per Carla Ferrante, in questo
nostro povero, martoriato segmento, di giornalisti da “quattro euro a pezzo”: è
più facile incensare il politico di turno, che riconoscere un ottimo lavoro di
un collega.
P.T.
2 commenti:
Onestamente i primi ad occuparcene fummo noi di COREA sia come denuncia in Procura precedente a quella di Di Pietro sia come portata alla pubblica attenzione in MOLISE OSCURO e in vari articoli datati oltre un anno fa...
Non vogliamo meriti ma è bene dare a Cesare quel che è di Cesare...
Eh già! Il sasso nello stagno la Ferrante l'ha lanciato.. ma è schizzato liquame informe, multicolore.. e tutti si sono messi a.. dipingere!
E pensare che molti, dalla città, andavano a fare incetta di quell'acqua salutare....
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