Per rilanciare il Distretto Produttivo Bojano-Isernia-Venafro bisogna accelerare l’istruttoria tecnica sul riconoscimento dell’Area di Crisi da parte del Ministero dello Sviluppo e avviare il confronto a Palazzo Chigi per la stipula dell’Accordo di Programma che stanzia risorse comunitarie, nazionali e regionali per favorire la reindustrializzazione del territorio e consentire il riassorbimento dei lavoratori dell’Ittierre, della Gam e delle altre imprese coinvolte del tessile, dell’agroalimentare e dell’indotto dell’auto.
Non bisogna confondere la ricerca di soluzioni industriali specifiche sul futuro dell’ITR e della GAM che sono al vaglio del Tribunale, delle Procedure Concorsuali e delle Parti Sociali con il ruolo delle Istituzioni che devono inquadrare quelle scelte in una pianificazione strategica molto più ampia ed estesa. Il ginepraio di avvocati, magistrati, commercialisti e esperti di varia natura che imprigionano i beni dell’ITR e della GAM-SOLAGRITAL, produrrà soluzioni parziali che nella migliore delle ipotesi limiteranno i propri effetti positivi su un ristretto numero di occupati.
Per questo il ruolo della Regione dovrà contemperare la ricerca delle migliori proposte possibili in chiave industriale immediata sui tavoli delle procedure concorsuali del tessile e dell’avicolo, con un disegno strategico da costruire a Palazzo Chigi con un Accordo di Programma sul Lavoro che segua le orme dell’intesa siglata per le acciaierie di Piombino. Bisogna alzare il tiro e costruire sul territorio in cui il Governo dovrà riconoscerci l’Area di Crisi, una proposta per lo sviluppo ed il lavoro su cui appostare i fondi europei dell’adeguamento alla globalizzazione ( FEG ), i fondi comunitari 2014-2020, le risorse nazionali e quelle regionali.
Se per 1.500 addetti diretti che arrivano a 4 mila dell’indotto a Piombino si sono previste risorse che superano i 200 milioni di euro o se per Airola se non sono stanziati 53 milioni, anche per Bojano-Isernia-Venafro si dovrà prevedere un finanziamento mirato di sostegno alle imprese, incentivi e agevolazioni a cui collegare la riassunzione degli esuberi dell’ITR e della GAM cosi come prevede il Decreto Ministeriale del 19.11.13 pubblicato sulla G.U. del 19.03.2014. Per raggiungere questo risultato occorre mobilitarsi ad ogni livello e aprire il confronto col Governo come Sistema-Territorio evitando divisioni e ottimizzando le energie.
I comuni con l’ANCI, le sigle sindacali nazionali, la delegazione parlamentare, i rappresentanti nazionali degli industriali, il mondo della chiesa e le forze politiche, hanno il dovere di unirsi e spingere tutti nella stessa direzione per il bene del Molise.
Per questo il ruolo della Regione dovrà contemperare la ricerca delle migliori proposte possibili in chiave industriale immediata sui tavoli delle procedure concorsuali del tessile e dell’avicolo, con un disegno strategico da costruire a Palazzo Chigi con un Accordo di Programma sul Lavoro che segua le orme dell’intesa siglata per le acciaierie di Piombino. Bisogna alzare il tiro e costruire sul territorio in cui il Governo dovrà riconoscerci l’Area di Crisi, una proposta per lo sviluppo ed il lavoro su cui appostare i fondi europei dell’adeguamento alla globalizzazione ( FEG ), i fondi comunitari 2014-2020, le risorse nazionali e quelle regionali.
Se per 1.500 addetti diretti che arrivano a 4 mila dell’indotto a Piombino si sono previste risorse che superano i 200 milioni di euro o se per Airola se non sono stanziati 53 milioni, anche per Bojano-Isernia-Venafro si dovrà prevedere un finanziamento mirato di sostegno alle imprese, incentivi e agevolazioni a cui collegare la riassunzione degli esuberi dell’ITR e della GAM cosi come prevede il Decreto Ministeriale del 19.11.13 pubblicato sulla G.U. del 19.03.2014. Per raggiungere questo risultato occorre mobilitarsi ad ogni livello e aprire il confronto col Governo come Sistema-Territorio evitando divisioni e ottimizzando le energie.
I comuni con l’ANCI, le sigle sindacali nazionali, la delegazione parlamentare, i rappresentanti nazionali degli industriali, il mondo della chiesa e le forze politiche, hanno il dovere di unirsi e spingere tutti nella stessa direzione per il bene del Molise.
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