mercoledì 14 maggio 2014

Fondi Ue, Renzi da Napoli: Avremo 180mld da immettere nella nostra economia

Bisogna modificare le regole di bilancio della Ue "perché finché il patto di stabilità impedisce a comuni, province e regioni di muoversi in libertà avremo un gigantesco alibi".










"In vista del passaggio istituzionale delle Europee, vorremmo smontare due assiomi profondamente ingiusti e sbagliati: l'Italia è il problema dell'Europa e il Sud è il problema dell'Italia". Così il premier Matteo Renzi, nel suo incontro con le istituzioni in Prefettura a Napoli parlando dei fondi europei.

"Io penso il contrario, l'Italia è il problema dell'Italia e il Sud è il problema del Sud. Dentro di noi c'è la possibilità di uscire dalla crisi. Non è vero che il nostro problema deriva dall'Europa. Se l'Italia fa l'Italia possiamo guidare l'Europa e non è vero che il Sud è spacciato. Questa analisi è molto discutibile e non voglio ignorare che esistono cause storiche e culturali e strutturali che hanno portato a questa situazione. Possiamo rimettere in moto la speranza. Quindi dentro di noi c'è la possibilità di uscire dalla crisi".

"La quantità di denari che arrivano dall'Europa è imbarazzante: i denari che il paese non sta spendendo o in alcuni casi spende male gridano vendetta". "Non voglio che termini la mia esperienza politica - ha proseguito il premier - senza aver chiarito a me stesso il grado di straordinaria opportunità che l'Ue può essere", anche se dicono che bisogna "gridare contro l'Ue e fare campagna elettorale contro i tedeschi".

"Il giorno dopo le elezioni europee, comunque vada la discussione sulle nomine e sugli incarichi, si garantisca la possibilità di escludere dal patto di stabilità interna almeno i fondi di cofinanziamento e quelli di sviluppo e coesione". Quei fondi "consentono di immettere nei prossimi anni 180 miliardi di euro". Serve "una modifica" alle regole di bilancio dell'Unione europea "perché finché il patto di stabilità impedisce a comuni, province e regioni di muoversi in libertà avremo un gigantesco alibi".

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