Ho l’onestà intellettuale di ammettere che se avessi visto la medesima scena attribuita ad un altro, avrei reagito probabilmente con lo stesso disappunto, chiamiamolo così, che colpisce me. E avrei probabilmente sbagliato.
Avrei sbagliato perché avrei ignorato il resto dell’intervista che non è stata mandata in onda. Correttezza voleva che un’intervista di oltre 20 minuti non venisse mandata in onda per meno di 20 secondi.
Quello che non hanno visto i molisani, i primi ai quali io sento di dover fornire questo chiarimento, e tutti gli spettatori della trasmissione, è soprattutto la seconda telefonata, in viva voce ed a telecamera accesa, che io immediatamente dopo ho fatto al mio collaboratore. Una telefonata che racconta la verità, che chiarisce l’esistenza di un regolare rapporto di lavoro, ma che nessuno ha potuto conoscere.
Quello che non hanno visto i molisani, i primi ai quali io sento di dover fornire questo chiarimento, e tutti gli spettatori della trasmissione, è soprattutto la seconda telefonata, in viva voce ed a telecamera accesa, che io immediatamente dopo ho fatto al mio collaboratore. Una telefonata che racconta la verità, che chiarisce l’esistenza di un regolare rapporto di lavoro, ma che nessuno ha potuto conoscere.
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