martedì 24 settembre 2013

Telecom, la svendita agli spagnoli per responsabilità delle banche e di una classe politica inadeguata, che ha lottizzato le autorità di controllo

Ennesima operazione a debito di Telefonica ( indebitata per 66,8 mld di euro) che difficilmente investirà in Italia, potendo ricavare flussi da vendita Tim Brasile ed Argentina.







La svendita di Telecom Italia agli spagnoli di Telefonica (che finanzierà l’operazione accumulando altri debiti oltre i 66,8 miliardi di euro iscritti a bilancio) rappresenta una grave sconfitta per il capitalismo di relazioni dominato da Mediobanca e per il Governo Letta, ma soprattutto lede gravemente i diritti e gli interessi dei consumatori.

Sono loro, infatti, che hanno finanziato con le bollette la rete telefonica, costruendo un assetto strategico per il paese nel settore delle telecomunicazioni.

A rimetterci sono stati anche i piccoli azionisti, come al solito tagliati fuori da operazioni sottobanco, concretizzate nel buio della notte tra gli azionisti di Telco, il tutto rigorosamente al riparo dai doverosi e preventivi accertamenti di autorità di controllo che, ancora una volta, si sono dimostrate inerti ed inefficienti.

Telefonica dello spagnolo Cesar Alierta, ha infatti accumulato 66,8 miliardi di debiti finanziari e un patrimonio netto tangibile negativo per 22,4, contro i 40 miliardi di debiti e un patrimonio netto tangibile negativo per 17 di Telecom Italia, un margine operativo lordo sceso nell’ultimo triennio da 25,7 miliardi a 21,2 di euro per gli iberici, acquisterà Telecom Italia a debito a prezzi di saldo e per ripagare le banche, oltre a non fare gli investimenti necessari che servono per ammodernare la rete in Italia, sarà costretta a smembrare le partecipate come Tim Brasile ed Argentina, mediante con il solito spezzatino.

Per Adusbef e Federconsumatori le banche di 'sistema' (Banca Intesa ed il salotto buono di Mediobanca e Generali) sono tra le maggiori responsabili di un'operazione a perdere che portò la spagnola Telefonica ad assumere il controllo di Olimpia (rinominata  Telco), sulla pelle del mercato e dei piccoli azionisti, finanziando l’ennesima scatola  a debito.

Gravi anche le responsabilità del Governo, incapace di difendere un’azienda strategica per il Paese mediante la Cassa Depositi e Prestiti, ma che non ha esitato ad impiegare i sudati risparmi postali per acquisire le quote di Generali detenute dalla Banca d’Italia.

Ma è soprattutto la classe politica ad uscire sconfitta da una colonizzazione spagnola delle Tlc italiane: è questo il frutto, infatti, di anni di lottizzazione dei vertici delle Autorità di controllo (come Consob e AGCOM), che sono state private, così, delle necessarie competenze e professionalità, rese del tutto impotenti e inadeguate, con danni enormi agli interessi dell’Italia ed ai diritti dei consumatori ed utenti.

Adusbef e Federconsumatori chiedono di impedire la svendita esercitando i poteri conferiti dalla legge al Governo, quando sono in gioco gli interessi di aziende strategiche italiane.

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