domenica 2 settembre 2012

Sul disagio sociale occorrono certezze normative, fondi adeguati e sensibilità istituzionali costanti

Filomena è stata spinta dall’amore per la figlia malata a esternare il suo dolore e ha trovato il coraggio di rendere pubblico il suo disagio.










Ringraziamo coloro che lo hanno raccolto e chi si è prodigato per sbloccare con urgenza la pratica di invalidità che può alleviare le sue sofferenze materiali, ma non potrà distoglierla dalla preoccupazione per la figlia gravemente malata.

Ci auguriamo come Associazione che saranno risolti anche il problema dell’alloggio, e quelli dell’esenzione ticket, del rimborso sanitario per chi è costretto a curarsi fuori dal Molise, l’assistenza domiciliare e più in generale i disagi di un nucleo familiare di 8 persone che vive con un reddito annuo di 8.500 euro di cui la metà necessari solo per l’affitto.

Ciò  che sollecitiamo come Associazione "Padre Giuseppe Tedeschi" è una risposta delle istituzioni che renda attenzioni costanti alle politiche sociali con provvedimenti strutturali, fondi adeguati e certezze normative.

Non sempre le mamme hanno il coraggio di Filomena e non è giusto costringere i cittadini a mettere in piazza le proprie condizioni di disagio, perché  le istituzioni già le conoscono e non possono far finta di niente. Il Reddito Minimo di Cittadinanza, la calmierazione degli affitti, l’assistenza domiciliare, il rimborso delle spese sanitarie, l’esenzione ticket e altre forme di aiuto, dovrebbero scattare automaticamente grazie all’operato della Pubblica Amministrazione perché il cittadino, e soprattutto quello più debole non può essere dimenticato o messo ai margini della società.

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