giovedì 11 settembre 2014

Lavoro sommerso, per il Governo italiano la lotta al lavoro non regolare è una scelta strategica

Sottosegretario Teresa Bellanova


Dichiarazione del Sottosegretario Teresa Bellanova. "La promozione della legalità è la premessa per la creazione di occupazione e lavoro dignitoso, quindi per il superamento della crisi economica, per la crescita sostenibile, il progresso e la giustizia sociale". Così la Sottosegretaria al Lavoro Teresa Bellanova, in vista della partecipazione all'odierna sessione plenaria del CESE, il Comitato Economico e Sociale europeo, in corso a Bruxelles. 


In particolare la Sottosegretaria Bellanova prenderà parte al dibattito tematico collegato all'adozione del parere su "Una piattaforma europea per il rafforzamento della cooperazione volta a prevenire e scoraggiare il lavoro sommerso". "La congiuntura economica negativa che interessa i nostri paesi – chiarisce Bellanova –incide sul proliferare del lavoro irregolare, a tal punto che l'Istat ha presentato il nuovo metodo di calcolo del PIL nazionale che include anche l'incidenza del sommerso sulla ricchezza complessiva del Paese (incidenza stimata all'11,5% nel 2011, un dato notevole). Ma voglio sottolineare che è proprio il lavoro sommerso ad aggravare la crisi e ad aumentare la povertà e non viceversa.

Esso causa infatti una riduzione del gettito fiscale e quindi delle risorse pubbliche, alimenta il dumping, distorce la concorrenza, determina la perdita di contributi previdenziali e un generale peggioramento delle condizioni di vita dei lavoratori e delle loro famiglie. Per queste ragioni il Governo italiano -  continua la Sottosegretaria – individua nella lotta al lavoro non regolare una scelta strategica fondamentale per l'Unione e considera l'emersione un fattore di crescita e di rilancio della competitività del sistema economico e sociale, secondo gli obiettivi della strategia Europa 2020. Per questa ragione – conclude Bellanova - il governo italiano ha programmato per tutto il 2014 un piano straordinario di ispezioni con il coinvolgimento del personale ispettivo di tutti gli Uffici territoriali e l'effettuazione di almeno 50.000 "accessi brevi" per la verifica dell'impiego di manodopera in nero nei settori che presentano una maggiore incidenza del fenomeno.

Serve una strategia complessiva a livello europeo improntata al superamento dell'austerità. Sanzioni incisive per chi utilizza lavoro irregolare, come l'esclusione dagli appalti pubblici, e Agenzia unica per facilitare i controlli. "L'obiettivo di istituire una piattaforma europea con cui cooperare nella lotta al lavoro sommerso costituisce una scelta attuale e strategica, perché in questo campo la capacità di intervento dei singoli Stati appare sempre più ridotta, considerati gli effetti prodotti dalla globalizzazione e dai cambiamenti socio-demografici, soprattutto indotti dai fenomeni migratori". Lo ha detto la Sottosegretaria al Lavoro Teresa Bellanova nel corso del suo intervento alla Sessione plenaria del CESE, Comitato economico e sociale europeo a Bruxelles, dove si sta discutendo di una piattaforma comune europea per il contrasto al lavoro irregolare.

"Gli Stati membri - afferma la Sottosegretaria - sono chiamati a tener conto del fatto che la crisi spinge i lavoratori a trasferirsi in altri paesi, anche loro malgrado. Tale condizione li induce spesso a giungere a compromessi su tipologie e condizioni di lavoro, su retribuzioni inferiori e in condizioni di precarietà. Come molti altri, anche l'Italia avverte l'esigenza di elaborare una strategia complessiva, improntata al superamento dell'austerità.

Quest'ultima - continua Bellanova - ha segnato finora i programmi degli stati membri e, secondo quanto emerge dagli studi di Eurofound, ha ulteriormente alimentato la crescita del lavoro sommerso. Deve essere cura dei Governi elaborare strumenti di incentivi concreti che sostengano le imprese, incluse le PMI, che sono gran parte del tessuto produttivo europeo, e le agevolino, onde non contribuire ad alimentare fenomeni di concorrenza sleale, a discapito delle imprese virtuose che sostengono notevoli sforzi per operare nel pieno rispetto delle regole".

 "Le conseguenze del lavoro irregolare - precisa la Sottosegretaria - non dovrebbero ricadere sul lavoratore. Anzi, dovrebbe essergli assicurata la tutela di determinati diritti, anche laddove non siano state rispettate le garanzie dovute dai datori di lavoro. Questi ultimi, se ritenuti responsabili di aver utilizzato lavoro irregolare, dovrebbero essere sottoposti a sanzioni incisive, quali l'esclusione dai contratti pubblici. Solo in questo modo si aiuterebbe a creare un serio deterrente e si potrebbe agire per generare economia virtuosa".

"È  necessario, inoltre, per la repressione dell'illegalità - continua Bellanova -  rendere i controlli più snelli e favorire un approccio collaborativo da parte di chi riceve l'ispezione. Al riguardo, il governo italiano sta progettando l'istituzione di un'agenzia unica per le ispezioni.

Vi è l'esigenza di superare l'attuale moltiplicazione di verifiche ispettive effettuate a vario titolo dagli organi competenti: per gli aspetti connessi alla salute e sicurezza, agli obblighi tributari o alla normativa lavoristica. Un'agenzia unica comporterebbe l'accorpamento delle attività svolte oggi dagli ispettori delle varie strutture: Ministero del Lavoro, INPS, Inail, Asl. Naturalmente - conclude la Sottosegretaria - quest'innovazione comporta una serie di difficoltà tecniche, ma consentirebbe di unificare le banche dati proprie dei vari enti, così da poter attingere ad un bacino ampio ed unico di informazioni".

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