E’ un grido d'allarme, a cui tutti gli automobilisti della
provincia di Isernia, o quello che rimane di una provincia, (cancellato per
legge anche il termine province) si eleva per catalizzare l’attenzione dell’opinione
pubblica e delle istituzioni, sulla eccessiva pericolosità delle strade
provinciali pentre, a cui da mesi non si ha la possibilità di compiere l’ordinaria
amministrazione e non si tagliano le erbacce, che invadono le corsie, tolgono
visibilità nelle curve e in prossimità
di incroci, mettendo a repentaglio l’incolumità stessa degli automobilisti.
Da non sottovalutare il rischio incendi sempre in agguato,
con il proliferare della vegetazione. Da Venafro, alla valle del Volturno, fino all’alto Molise,
si riscontra questo fenomeno increscioso e inimmaginabile fino all’anno scorso,
ma oramai lo smantellamento della provincia pentra è in atto, non si riescono a
pagare gli stipendi alle maestranze, figuriamoci la manutenzione delle strade:
e sarà sempre peggio.
Qualche cosa bisogna pur inventarsi per non far diventare
una jungla le nostre strade periferiche. Bisognerebbe porre nella condizione i comuni o l’unione
degli stessi, di provvedere alla manutenzione delle strade anche provinciali,
che insistono nei rispettivi territori comunali, ma come obbligare le
amministrazioni a questo ulteriore onere, se anche i comuni oramai non
dispongono di risorse per la manutenzione delle loro strade di appartenenza?
Se il ruolo delle province periferiche come quella di
Isernia, demandate anche dopo questa assurda riforma alla manutenzione delle
strade, si vedono privare di trasferimenti dallo Stato a favore delle province
metropolitane, a cui il legislatore ha pensato di rivalutarne e accrescerne le
disponibilità anche economiche: come sopravviverà questo territorio?
Invito ad un tour, non lontano dal centro di Isernia, basta
spostarsi di pochi chilometri, tra Cerro al Volturno e Acquaviva di Isernia,
per catapultarci nella foresta amazzonica degli arbusti che invadono le corsie,
dove all’improvviso, nelle curve strette e coperte dai rami e dalle erbacce,
alte un metro e mezzo, vi potrete ritrovare davanti il bus che compie quella
tratta, con il terrore di un frontale e nel migliore dei casi, uno spavento che
vi farà perdere la tranquillità.
Potrebbe essere superfluo rimarcarlo, la prudenza, in
assenza di altro è sempre la prima strategia opportuna da adottare. Cosa abbiamo fatto di male per scontare anche questa
ennesima vessazione? Domanda legittima degli automobilisti, a cui giunge il
silenzio dell’impotenza amministrativa di una ex provincia, che da un lato
guarda alle peculiarità per uno sviluppo turistico, come soluzione ai propri
annosi mali economici di sostentamento in questa terra, mentre dall'altro,
sfuggono le risorse basilari che prima erano garanzia almeno minimale di
sopravvivenza.
P.T.
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