martedì 19 agosto 2014

Isernia. Automobilisti preoccupati.Strade provinciali estremamente pericolose senza manutenzione da mesi, con erbacce e arbusti che invadono le carreggiate.


E’ un grido d'allarme, a cui tutti gli automobilisti della provincia di Isernia, o quello che rimane di una provincia, (cancellato per legge anche il termine province) si eleva per catalizzare l’attenzione dell’opinione pubblica e delle istituzioni, sulla eccessiva pericolosità delle strade provinciali pentre, a cui da mesi non si ha la possibilità di compiere l’ordinaria amministrazione e non si tagliano le erbacce, che invadono le corsie, tolgono visibilità  nelle curve e in prossimità di incroci, mettendo a repentaglio l’incolumità stessa degli automobilisti.



Da non sottovalutare il rischio incendi sempre in agguato, con il proliferare della vegetazione.Da Venafro, alla valle del Volturno, fino all’alto Molise, si riscontra questo fenomeno increscioso e inimmaginabile fino all’anno scorso, ma oramai lo smantellamento della provincia pentra è in atto, non si riescono a pagare gli stipendi alle maestranze, figuriamoci la manutenzione delle strade: e sarà sempre peggio.

Qualche cosa bisogna pur inventarsi per non far diventare una jungla le nostre strade periferiche. Bisognerebbe porre nella condizione i comuni o l’unione degli stessi, di provvedere alla manutenzione delle strade anche provinciali, che insistono nei rispettivi territori comunali, ma come obbligare le amministrazioni a questo ulteriore onere, se anche i comuni oramai non dispongono di risorse per la manutenzione delle loro strade di appartenenza?

Se il ruolo delle province periferiche come quella di Isernia, demandate anche dopo questa assurda riforma alla manutenzione delle strade, si vedono privare di trasferimenti dallo Stato a favore delle province metropolitane, a cui il legislatore ha pensato di rivalutarne e accrescerne le disponibilità anche economiche: come sopravviverà questo territorio?

Invito ad un tour, non lontano dal centro di Isernia, basta spostarsi di pochi chilometri, tra Cerro al Volturno e Acquaviva di Isernia, per catapultarci nella foresta amazzonica degli arbusti che invadono le corsie, dove all’improvviso, nelle curve strette e coperte dai rami e dalle erbacce, alte un metro e mezzo, vi potrete ritrovare davanti il bus che compie quella tratta, con il terrore di un frontale e nel migliore dei casi, uno spavento che vi farà perdere la tranquillità.

Potrebbe essere superfluo rimarcarlo, la prudenza, in assenza di altro è sempre la prima strategia opportuna da adottare. Cosa abbiamo fatto di male per scontare anche questa ennesima vessazione? Domanda legittima degli automobilisti, a cui giunge il silenzio dell’impotenza amministrativa di una ex provincia, che da un lato guarda alle peculiarità per uno sviluppo turistico, come soluzione ai propri annosi mali economici di sostentamento in questa terra, mentre dall'altro, sfuggono le risorse basilari che prima erano garanzia almeno minimale di sopravvivenza.

                                                                                                                   P.T.


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