sabato 5 luglio 2014

Indirizzo di saluto del mondo rurale a Papa Francesco, Gabriele Maglieri



Unimol - Campobasso.




Con emozione vivissima le parlo, Papa Francesco! Il mio nome è Gabriele Maglieri, ho 28 anni, sono un agricoltore di Riccia, un comune rurale della provincia di Campobasso, figlio di una famiglia che da sempre vive di agricoltura. Ho imparato la nobile arte dell’agricoltura, seguendo l’esempio di mio padre e di mio nonno, ma è qui, all’Università che mi sono laureato in scienze agrarie, migliorando la mia professionalità. GRAZIE. Mi faccio voce di tutte le 27.000 aziende agricole attive della regione, gente onesta e lavoratrice. Sono riconoscente a Lei che ci ascolta, al Vescovo  padre Giancarlo e a tutta la Chiesa locale, con i suoi Parroci, che hanno dimostrato tanta attenzione al mondo agricolo, visitando  le nostre aziende con le nostre stalle. Suddivido il mio intervento attorno a tre parole-chiave, che traggo dai suoi scritti: Custodia, Dignità, Giustizia. 1. La CUSTODIA del CREATO. San Francesco, nel suo Cantico, loda Nostro Signore “per sora nostra matre terra, la quale ne sustenta et governa, et produce diversi fructi con coloriti flori et herba”. Da quella terra, Santità, noi traiamo sostentamento per le nostre famiglie e per i nostri paesi, ma di quella terra noi siamo i preziosi custodi, i custodi dell’intero creato per la bellezza della creazione.  Ma per poter custodire il territorio nostro, abbiamo bisogno di una seria professionalità, con sempre nuove conoscenze da condividere, come l’esperienza fatta in Argentina, con la AIPAS, Associazione dei produttori “amici del Suolo” e che collabora con AAPRESID, omologa associazione argentina, per apprendere i segreti di una tecnica innovativa: “la Semina su sodo” o, come si dice lì, la “siembra directa”.  E’ un nuovo modo di concepire l’agricoltura, nel rispetto del suolo e dell’ambiente, favorendo la custodia dell’assetto idrogeologico e della biodiversità. Ma sa qual è la cosa bella di questa tecnica, Santità? In Argentina è stata sviluppata da agricoltori umili e deboli come noi,  che non volevano più stare nella morsa dei forti e che hanno deciso di cambiare le cose, partendo dalla loro fragilità e costruiscono seminatrici che ora noi utilmente importiamo.  Ma proprio perché siamo i custodi, auspichiamo la attenta custodia della “tipicità” dei nostri prodotti: il nostro latte con formaggi, mozzarelle e fiordilatte; le nostre carni e i nostri salumi;  le nostre uve con i nostri vini; le nostre olive con il nostro olio; i nostri grani con le nostre paste, pani e dolci, i nostri frutti ed i nostri semi, ricuperati e rivalorizzati! Desideriamo perciò che questa custodia sia fatta di tutele serie, tramite consorzi e marchi ufficialmente riconosciuti. Quindi prezzi equi e costi contenuti! Ad esempio, Santità,  oggi per comperare un solo litro di gasolio per i nostri trattori noi dobbiamo produrre ben tre litri di latte.  2. - La DIGNITA’del lavoro agricolo. Grazie alla sua visita nel mondo rurale molisano, noi desideriamo che giunga a tutti i giovani la passione di restare sulla terra, studiare, imparare per la terra. Vogliamo essere contadini per Vocazione non per Costrizione. Perché solo se amata e rispettata “come un giardino” la terra produrrà pane per tutti. Abbracciamo perciò tutti gli immigrati che lavorano nelle nostre aziende, perché sono per noi persone ricche di cultura e di tenacia e diventano per noi un valido supporto, specie nell’allevamento degli animali. Ci aiuti con la sua parola a dar a loro ancora più dignità, affinché si sentano tra noi come fossero a casa loro. 3. - Infine una parola sulla GIUSTIZIA. Poiché siamo agli inizi di un nuovo periodo di finanziamenti europei (2014-20), ci impegniamo tutti a realizzare un più equo e mirato utilizzo di questi strumenti, perché ciò sia rivolto a tutelare il nostro ruolo multifunzionale nella società,   poiché chi lavora la campagna di fatto alimenta la vita intera dei nostri paesi. Tutto parte dalla terra! Ci sta particolarmente a cuore l’integrazione tra la produzione agricola di qualità (in particolare quella avicola e saccarifera!) e la trasformazione agroindustriale. Questo lavoro è il futuro di tante nostre famiglie. Ma sentiamo che  va realizzata senza assistenzialismi, valorizzando invece la forza della cooperazione di base, in leale collaborazione di tutti. Noi ce la metteremo tutta, Santità, certi che la sua speciale preghiera potrà accompagnarci e illuminarci in questo meraviglioso cammino, affinché il Molise diventi un laboratorio, quasi un modello da seguire, per il rilancio di tutte le piccole aree rurali d’Italia.

Grazie,      

Gabriele Maglieri  

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