Cavallo di battaglia dell’ex ministro Antonio Di Pietro che mentiva sulla realizzazione di questa grande
trovata, sapendo di mentire, in quanto il
miliardo e 200 milioni di euro (il costo presunto dell’opera) dovevano
essere investiti secondo queste modalità: 600 milioni di euro,
utilizzando fondi del Ministero delle Infrastrutture, attraverso l’utilizzo
anche di misure europee etc. etc. I restanti 600
milioni di euro, da un fondo di investimento privato! Dalle statistiche A.N.A.S. (di cui l’ex ministro era ben a
conoscenza) si rilevava un traffico esiguo di mezzi leggeri e pesanti sulle
arterie principali della viabilità nel tratto: Termoli San Vittore, da non
giustificare un impegno di spesa per il privato di proporzioni così elevate. Altri fattori assolutamente non trascurabili, che
alienerebbero anche i più temerari pensieri di investimento, sono legati al
traffico delle merci e al rientro economico. Da almeno 15 anni, il trasporto pesante, utilizza la
direttrice Napoli Bari e nell’ultimo periodo, con la perdita di centinaia di
aziende produttrici, in seguito alla crisi e alla delocalizzazione, il
trasporto merci al centro sud, ha subito riduzioni del 30% rispetto a soli 5
anni fa. Ponendo un ticket autostradale di circa 10,00 euro per l’intero
tratto, solo per recuperare la metà della somma messa a disposizione dal fondo privato
(600 milioni di euro) ci vorrebbero 60 anni.
Quale holding scellerata avvierebbe un investimento di tale
infausta proporzione con questi dati?
Comunque, per accontentare progettisti affamati, che non
producono più nulla e far girare, almeno la loro economia, protetti dalla
politica, si è iniziata una progettazione, (tanto la prima trance dell’investimento
è statale e a pagare è sempre Pantalone) con tutte le ipotesi di entrate e
uscite autostradali, caselli e viadotti.
La favola molisana del terzo millennio è stata servita sul
piatto della fiction futuribile. A quale scopo?
Gettare fumo negli
occhi della collettività, con la speranza “chimerica”, di una pioggia di
milioni di euro che come un’esondazione, arriverebbe ad invadere la nostra regione,
per risollevare le sorti della nostra economia: allo sbando totale. I vantaggi della bugia pilotata sono stati molteplici,
legati indissolubilmente al voto, alla politica. In questa terra agognante, con aziende indebitate con lo
Stato fino all’osso e prive di commesse solvibili da anni, l’oppio della
speranza di una tale imponente realizzazione, ha tenuto tutti vigili: le ditte
che avrebbero voluto entrare in affari nel sempre futuribile appalto, le
centinaia di disoccupati del settore edile e non, che avrebbero visto nella
Termoli San Vittore la panacea risolutiva della precarietà lavorativa.
Ci chiediamo: meritano i cittadini molisani di continuare ad
essere presi per i fondelli? Qualche mese orsono, L’Arch. Franco Valente lanciò provocatoriamente
l’alternativa all’autostrada in questione. Parlò del canale navigabile Termoli San Vittore, facendo
intendere senza veli, che il progetto autostradale era una pia illusione,
dettata dai fattori di cui parlavamo. Le esigenze della nostra terra e della nostra viabilità, non
possono prescindere dagli indirizzi europei di una tratta ferroviaria
efficiente e comoda: noi abbiamo una tratta napoleonica, fatiscente che
meriterebbe reali investimenti di ammodernamento. Possediamo ben due tratte: Bifernina e Trignina, le quali
potrebbero con investimenti di solo un decimo, rispetto a quelli previsti per l’autostrada,
essere messe in sicurezza e ammodernate. Vogliamo finalmente evitare voli pindarici e capire le vere
esigenze di questa terra, nell’esclusivo interesse dei molisani?
P.Tonti
1 commento:
...non sono assolutamente d'accordo...!!! Secondo questo criterio ....ci teniamo le "mulattiere"...anche per andare a Roma...!!!!...compriamo un "cavallo"....!!!
Giovanni Amato
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